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Il ritorno di Dead Rising e una lezione da non dimenticare

Il primo gioco fu una bomba, poi Capcom iniziò ad assecondare il pubblico rovinando quella formula che aveva fatto breccia nel cuore di molti...

SPECIALE di Francesco Serino   —   03/07/2024
Frank West, l’atipico protagonista di Dead Rising
Dead Rising Deluxe Remaster
Dead Rising Deluxe Remaster
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Come avrete sentito, torna il primissimo e inimitabile Dead Rising grazie a una remastered che però è un remake in uscita a novembre sulle maggiori piattaforme (tranne Switch) e con diverse novità al seguito: nuovo engine, 60 frame al secondo, risoluzione 4K, nuove routine per l'intelligenza artificiale dei vari personaggi e un riequilibrio generale dell'avventura. Questo remake rappresenta anche un'ottima occasione per tornare a parlare di un momento storico, quello di metà duemila, che ha visto molti team di sviluppo rischiare il collo puntando a una globalizzazione dei gusti che non è mai davvero decollata. La serie Dead Rising descrive perfettamente quella che poi è la stessa parabola che lo porterà a trasformarsi da bizzarro e irresistibile videogioco di scuola giapponese, ad action game a trazione sempre più americana.

Successi globali

L'idea di Capcom, come di molte altre software house, fu quella di affidarsi a sviluppatori stranieri per portare avanti alcune delle serie nate originariamente in Giappone. Il ragionamento era semplice, ma fallace: oltre a sviluppare più giochi, se diamo una nostra idea a chi conosce meglio i gusti occidentali potremo creare prodotti in grado di vendere un numero sempre maggiore di copie.

In Dead Rising è essenziale sperimentare con tutti gli oggetti che vi ritroverete davanti, e sono centinaia!
In Dead Rising è essenziale sperimentare con tutti gli oggetti che vi ritroverete davanti, e sono centinaia!

La serie venne cosi affidata al neoacquisto Blue Castle Games. software house in seguito ribattezzata e successivamente chiusa come Capcom Vancouver. Quel che non avevano messo in conto, sottovalutandosi, è che il pubblico comprava e compra ancora oggi i loro giochi proprio per il loro carattere nipponico; sono prodotti che le software house statunitensi ed europee non fanno, e se ci provano difficilmente riescono nell'intento.

Limiti e scelte

Dead Rising ha dato vita a ben quattro seguiti che progressivamente hanno dimenticato cosa rendeva il primo gioco speciale. Tutti i Dead Rising sono prodotti divertenti, ma come il primo e in parte il secondo non ce ne sono più stati. Non è poi molto diverso dal caso Dead Space, che con il terzo gioco tenta la svolta action fallendo clamorosamente.

I boss di Dead Rising sono spesso opzionali, ma ucciderli potrebbe aiutarvi in seguito attraverso scorciatoie e nuovo equipaggiamento
I boss di Dead Rising sono spesso opzionali, ma ucciderli potrebbe aiutarvi in seguito attraverso scorciatoie e nuovo equipaggiamento

I limiti del primo Dead Rising sono la sua forza: il poco tempo a disposizione obbliga il giocatore a fare continuamente delle scelte, quale boss affrontare, quale parte del centro commerciale in cui è ambientato il tutto esplorare, chi salvare. In questo gioco si diventa sempre più bravi e non per il solito sistema da gioco di ruolo che oramai troviamo in ogni prodotto, ma perché si impara progressivamente la mappa, si scoprono scorciatoie, nuovi oggetti e come utilizzare al meglio quelli che conoscevamo già. Se il primo Dead Rising fosse stato il classico gioco narrativo lineare, sarebbe durato cinque ore e lo sviluppo sarebbe costato cinque volte tanto. Con gli stessi contenuti, ma guidato dal gameplay, Capcom e Inafune confezionarono un sandbox pieno di sorprese ed estremamente rigiocabile.

Profondo e intelligente

La scelta del mall americano non è solo un modo per strizzare l'occhio all'iconico L'Alba dei Morti Viventi, ma anche un pretesto per avere un'ambientazione più circoscritta e che può essere letteralmente riempita da zombie: 50 nemici in un negozio fanno un effetto diverso da 50 nemici in uno spazio aperto e sono più gestibili lato risorse grafiche. C'è persino un'abilità del protagonista che permette letteralmente di camminare sopra le spalle e le teste di questa masnada di carne decomposta.

Frank West è un protagonista diverso dal solito, di un gioco diverso dal solito
Frank West è un protagonista diverso dal solito, di un gioco diverso dal solito

A proposito del protagonista: Frank West non è il tipico eroe tutto muscoli e poco cervello, è un fotografo e il suo mestiere è parte integrante del gameplay di Dead Rising. Non è nemmeno in forma smagliante il buon Frank, e quando denudato mostra fiero la sua cospicua peluria corporea.

Perfezionato?

Dead Rising però non è mi stato un gioco perfetto e molte delle sue meccaniche di base sono state effettivamente migliorate nei seguiti. Ecco perché questo remake è così importante: inserisce nell'unico Dead Rising davvero interessante tutte le innegabili migliorie dei giochi successivi, sperando che Capcom però non ne stravolga vigliaccamente il gameplay.

In questo remake verrà rivisto il sistema di salvataggio, ma questo potrebbe far parte di quelle migliorie pensate per rendere il gioco più comodo, invece che più facile. Speriamo a questo punto che venga eliminato anche il respawn infinito di quei maledetti in jeep, o cambiato per giustificarne meglio la presenza. L'unica cosa che ci perplime è il nuovo volto del protagonista, in questi remake un po' troppo Massimo "cipollino" Boldi per i nostri gusti. Ma guai se vi azzardate a depilargli il petto!

Doppia speranza

Questo Dead Rising Deluxe Remaster ci porta di conseguenza la doppia speranza di rigiocare a un classico semi dimenticato ora in forma splendente, e quella di un eventuale successo che possa convincere Capcom a fare un nuovo seguito, ripartendo però proprio dall'originale e senza scendere a compromessi.

Dead Rising pur non prendendosi sul serio era un gioco molto più serio, lato meccaniche, di tante avventure musone moderne
Dead Rising pur non prendendosi sul serio era un gioco molto più serio, lato meccaniche, di tante avventure musone moderne

Che poi non è molto diverso da quel che è accaduto a Dragon's Dogma. Non bisogna dimenticare che tra alti e bassi, Dead Rising è ancora oggi la sesta serie Capcom per incassi, sopra al recente GDR e sopra a nomi indimenticabili come quello di Onimusha. Perché non dovrebbe avere anche lui un'altra possibilità?