Infinity Strash non è il classico Dragon Quest a cui siete abituati. Basato sull'omonimo manga, da cui è nata una serie animata parecchio apprezzata in Giappone, Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai è un action RPG che racconta quella stessa storia attraverso un alternarsi di dungeon da esplorare, combattimenti contro nemici di ogni tipo, scene d'intermezzo e difficili boss da affrontare.
Quello sviluppato da Game Studio e Kai Graphics è un progetto che non ha certo le ambizioni e l'attesa di Dragon Quest 12, ma per i fan più appassionati della serie può essere un modo alternativo per vivere il viaggio di Dai nel suo sogno di diventare un eroe. Quando mancano pochissimi giorni all'uscita, abbiamo approfittato del Tokyo Game Show per provare questo spin-off parecchio fedele al materiale originale, ma forse con poca carne al fuoco.
La storia di Dragon Quest: The Adventure of Dai
Il manga di Dragon Quest è andato avanti dal 1989 al 1996 e, nonostante sia meno conosciuto in Italia, ha trovato invece un incredibile successo in Giappone, portando a una serie TV, tre film d'animazione e un remake in tempi più recenti. La storia di Dragon Quest: The Adventure of Dai parla del giovane Dai, un orfano che vive su un'isola abitata solo da mostri, ma che presto diventerà protagonista di un'odissea che lo porterà a unirsi ad altri alleati (umani e non) nel tentativo di fermare il ritorno del signore oscuro Hadlar, un potente demone che era stato sconfitto oltre un decennio prima dal leggendario eroe Avan.
Infinity Strash purtroppo non ripercorrerà l'intera trama del manga e dell'anime, coprendo circa metà dell'avventura e lasciandosi l'arco finale per un eventuale seguito (o, considerata la poca varietà del materiale di partenza, più probabilmente un corposo DLC). Gli sviluppatori hanno scelto un approccio molto vecchia scuola per raccontare la storia, utilizzando immagini statiche tratte direttamente dall'anime per le scene d'intermezzo, e solo alcune sporadiche sequenze sono ricreate in 3D con il motore di gioco.
Infinity Strash non è il primo gioco su licenza a usare questa soluzione, risparmiando tempo e risorse sulla realizzazione di cinematiche complesse e allo stesso tempo strizzando l'occhio ai fan della serie animata. Il risultato però, come spesso accade, è piuttosto incoerente, e quando momenti della storia importanti vengono riassunti con un paio di diapositive dell'anime, la sensazione di disimpegno è veramente forte.
Il gameplay di Infinity Strash
Il gameplay di Infinity Strash: Dragon Quest The Adventure of Dai ha davvero poco in comune con le radici da JRPG a turni tipiche della serie Square-Enix. Anche qui si controlla un gruppo di personaggi, ma l'azione avviene in tempo reale: nel combattere i mostri che popolano i dungeon si hanno un paio di tasti per attacchi normali e altrettanti per tecniche speciali, con la possibilità di schivare colpi in arrivo o tentare una parata perfetta.
Il sistema di combattimento è molto semplice e non sembra dare spazio a combinazioni elaborate o tecniche più avanzate: per la maggior parte del tempo si attacca e si schiva, aspettando che l'indicatore del colpo speciale sia pieno per poterlo utilizzare, e litigando di tanto in tanto con una telecamera che non sempre aggancia i nemici come si vorrebbe. Non ci sono grossi stimoli nelle battaglie e non aiuta il fatto che queste avvengano all'interno di dungeon dal design davvero troppo semplice e ripetitivo.
Un minimo di varietà è data dai personaggi e dalle loro abilità, e nella demo era possibile provarne tre: Dai è il più classico dei guerrieri, combatte corpo a corpo armato di spada ed è sicuramente il personaggio che si utilizza più spesso; Maam è la curatrice del gruppo e dalle retrovie può sparare ai nemici con la sua arma; infine, Popp è in grado di lanciare incantesimi elementali.
Un altro modo con cui il gioco si differenzia dai tipici episodi di Dragon Quest è nel modo in cui si potenziano i personaggi: giocando si possono raccogliere le cosiddette Bond Memories, oggetti consumabili che vengono spesi per migliorare le statistiche di un personaggio. È carina l'idea di associare a ogni Bond Memory una particolare tavola del manga, in modo da spingere a collezionarle e non solo a usarle unicamente come risorsa da spendere per potenziare il proprio party.
Temple of Recollection
Nella demo di Infinity Strash era possibile provare anche il Temple of Recollection, una modalità parallela alla storia principale, in cui sfidare una serie di piani con nemici di difficoltà sempre crescente. A metà tra le torri di Mortal Kombat e i livelli dei più classici dungeon crawler, questi livelli non solo rappresentano un modo alternativo per esercitarsi in combattimento e mettersi alla prova, ma premiano anche con Bond Memories che possono essere spesi per potenziare i personaggi non solo nel Temple of Recollection ma anche nella modalità Storia.
Si tratta di un modo alternativo per aggiungere varietà alle inevitabili sessioni di farming: dovessimo imbatterci in un boss particolarmente tosto (e la demo ne aveva uno davvero coriaceo) ci si potrà prendere una pausa dalla trama principale e fare qualche partita al Temple of Recollection, per poi tornare a sfidare quel nemico con personaggi molto più potenti.
Peccato però che, almeno stando alla demo, nessuna delle due modalità sembri riuscire a replicare quel senso di avventura caratteristico del manga originale (e della serie Dragon Quest in generale), proponendo una serie di dungeon pieni di nemici, ma asciugando il viaggio da qualsiasi tipo di esplorazione dei regni e dei villaggi, che vengono sintetizzati attraverso le scene d'intermezzo.
Potrebbe stupirci in fase di recensione, ma per ora Infinity Strash non sembra avere gli attributi per attirare un pubblico più ampio rispetto agli appassionati del manga o dell'anime. Il sistema di combattimento sempliciotto e una storia che oggi appare molto poco originale potrebbero essere i freni di quello che è chiaramente un progetto che punta ai milioni di fan di The Adventure of Dai. Per loro, l'action RPG di Square Enix potrebbe essere un'esperienza leggera e fedele per rivivere le avventure di Dai e compagni.
CERTEZZE
- Il gioco è pieno di rimandi e omaggi sia al manga che all'anime
- Il sistema di Bond Memories è una bella trovata
DUBBI
- Il gioco copre solo la prima metà dell'anime
- Sistema di combattimento poco profondo
- Design dei dungeon davvero tanto basilare