L'intelligenza artificiale sta trovando sempre maggiore spazio nella nostra vita di tutti i giorni. Ma la creazione di macchine capaci di apprendere non si applica solo allo sviluppo di assistenti virtuali per accendere luci o riprodurre la nostra playlist preferita su Spotify. Anche nei videogiochi l'intelligenza artificiale sta cominciando a sfruttare il cosiddetto machine learning per migliorare l'esperienza di gioco.
Ne è un esempio concreto la tecnologia delle nuove schede video RTX di Nvidia, che attraverso il DLSS, acronimo che sta per Deep Learning Super Sample, ha introdotto un anti-aliasing potenzialmente molto più efficace di qualsiasi soluzione adottata fino ad oggi, che rende più nitide le immagini e fa sparire le fastidiose scalettature.
Tuttavia il machine learning non guarda solo al futuro. Grazie all'intelligenza artificiale, infatti, può diventare più semplice salvaguardare i classici del passato. Giochi come Final Fantasy 7, per esempio, diventano sempre più brutti col passare del tempo perché i fondali rimangono in bassa risoluzione, mentre le risoluzioni di monitor e TV aumentano. I passi avanti fatti col machine learning possono però portare a una situazione in cui gli artisti di un team di sviluppo avranno un aiuto enorme nella ristrutturazione di vecchi giochi e nel renderli più fruibili su dispositivi moderni. Alcuni modder hanno allora già cominciato a lavorare alle versioni in alta definizione dei primi titoli in 3D e i loro lavori possono aiutare a farsi un'idea più chiara di quello che si può fare sfruttando un software da un centinaio di euro chiamato A.I. Gigapixel.
Ma come funziona nello specifico? Ve ne parliamo nel video in testa all'articolo, dove vediamo anche come NVIDIA è riuscita a migliorare la versione Wii di The Legend of Zelda: Twilight Princess.