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Kingdom Hearts, 10 cose che forse non sapete

In attesa di Kingdom Hearts III, vi raccontiamo qualche curiosità sulla famosissima serie targata Disney e Square Enix.

SPECIALE di Christian Colli   —   10/01/2019

Chiudete gli occhi. Inspirate profondamente. Ora pronunciate le seguenti parole: "tra tre settimane esce Kingdom Hearts III." Aprite gli occhi, adesso. No, non state sognando. È tutto vero. In questo preciso momento, i piccoli peoni di Square Enix stanno caricando migliaia di scatole piene di confezioni sui camioncini e gli aeroplani che poi le porteranno in giro per il mondo. Cioè, non sta succedendo veramente - non così, almeno - ma è bello immaginare quella scena, come fossero gli elfi di Babbo Natale. Perché per i fan della serie, che aspettano il terzo episodio da tipo tredici anni, il 29 gennaio sarà praticamente Natale. La nostra copertura proseguirà settimanalmente sotto forma di video e approfondimenti che ci condurranno pian piano fino alla recensione e alla release: abbiamo deciso di cominciare con qualche aneddoto o curiosità sulla serie che magari non conoscete - probabilmente sì, se siete veri fan di Kingdom Hearts - e di proseguire, la prossima settimana, col richiestissimo riassunto della storia.

Ringraziate Super Mario 64

Potrebbe sembrarvi assurdo, visto che stiamo parlando di due titoli concettualmente diversissimi, eppure l'ha ammesso proprio Tetsuya Nomura in un vecchio Iwata asks pubblicato nel periodo in cui uscì Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance per Nintendo 3DS. Super Mario 64 uscì mentre Square Enix sviluppava Final Fantasy VII e la libertà di movimento che Nintendo offriva ai giocatori ebbe un impatto fortissimo su Nomura, il quale desiderò subito realizzare un gioco simile. I suoi colleghi gli dissero tuttavia che era impossibile emulare il successo di un'icona come Mario: per riuscirci, avrebbe dovuto incentrare il gioco su un personaggio altrettanto famoso... tipo uno della Disney. E così, quando si cominciò a parlare di una collaborazione tra Disney e Square Enix, Nomura - che nel frattempo aveva fatto carriera - colse l'occasione al balzo.

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Il dilemma del protagonista

In effetti, inizialmente Sora non avrebbe dovuto esistere affatto. Square Enix voleva che il protagonista fosse Topolino, mentre Disney voleva che fosse Paperino. E a Nomura non piaceva nessuna delle due opzioni. Secondo lui, i giocatori avrebbero avuto bisogno di un protagonista umano in cui immedesimarsi, e così disegnò Sora, un ragazzo... per metà leone. La prima versione del personaggio impugnava inoltre una motosega e indossava indumenti pieni di cerniere. Disney si oppose fermamente all'idea della motosega - del resto non voleva che si impugnassero spade o altre armi da taglio - e in Square conclusero che quel Sora somigliava un po' troppo a Gidan di Final Fantasy IX, ragion per cui Nomura ridisegnò il personaggio con un nuovo costume, che richiamava quello iconico di Topolino, e un'arma da mischia dall'aspetto meno violento: il Keyblade.

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Riku o Rikku?

Originariamente, Nomura avrebbe voluto Rikku, la simpatica biondina di Final Fantasy X, nel cast del primissimo Kingdom Hearts, peccato che c'era un piccolissimo problema: Riku, l'amico e rivale di Sora. I due nomi si somigliavano troppo e così, temendo che si potesse generare una gran confusione, Rikku cedette il suo posto a Yuffie Kisaragi di Final Fantasy VII, che infatti indossa alcuni indumenti originariamente concepiti per Rikku, come la sciarpa. In seguito, però, Nomura riuscì a infilare Rikku in Kingdom Hearts II: compare infatti insieme a Yuna e Paine, seppur con un ruolo marginale. È per questo motivo, inoltre, che in Kingdom Hearts II cambia anche il costume di Yuffie, che diventa molto più simile a quello che indossa nel film Final Fantasy VII: Advent Children.

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Sempre meno Final Fantasy

Kingdom Hearts è stato definito in più occasioni come una specie di crossover tra i Final Fantasy e i mondi Disney, ma in realtà i personaggi di Final Fantasy sono lentamente spariti dalla scena dopo il secondo episodio. Le ragioni sono principalmente due. In primo luogo, i massicci riferimenti a Final Fantasy servivano a lanciare Kingdom Hearts nel territorio nipponico: una volta raggiunto il successo sperato, il franchise non ne avrebbe avuto più bisogno. E poi la storia a un certo punto era diventata così intricata che, secondo Nomura, aggiungere al miscuglio pure i personaggi di Final Fantasy avrebbe soltanto complicato le cose, ed è per questo motivo che in Birth by Sleep, per esempio, compare soltanto Zack. In Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance, invece, non ci sono proprio personaggi di Final Fantasy, ma solo quelli di The World Ends with You.

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Aeris contro Aerith

A proposito di Final Fantasy, vale la pena menzionare un piccolo dettaglio: è stato Kingdom Hearts a sdoganare finalmente il nome ufficiale della compianta eroina di Final Fantasy VII. Il nome in questione è sempre stato Aerith Gainsborough, tuttavia nelle localizzazioni in lingua inglese di Final Fantasy VII e Final Fantasy Tactics i traduttori commisero un l'errore di interpretare i katakana エアリス per come si leggevano (earisu) e quindi chiamandola Aeris. Con l'uscita di Kingdom Hearts, però, Square Enix impose finalmente la pronuncia originale nella localizzazione internazionale, e la dolce Aeris tornò a essere Aerith una volta per tutte.

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I mondi scartati

Nomura non riuscì a implementare tutti i mondi che aveva ideato originariamente. Il caso più eclatante è rappresentato dal Castello di Disney che Sora esplorava nei primi trailer di Kingdom Hearts. Non si sa per quale motivo sia stato rimosso, ma una sua parte rimase comunque nel codice, tant'è che i giocatori potevano entrare in questo scenario attraverso qualche magheggio. Allo stesso modo, lo scontro finale tra Sora e Riku, prima della battaglia con Ansem, avrebbe dovuto svolgersi in una versione oscura e inquietante delle Isole del Destino in cui iniziava l'avventura. Le Terre del Branco, il mondo ispirato a Il Re Leone che possiamo esplorare in Kingdom Hearts II, avrebbe dovuto comparire già nel primo episodio, ma all'epoca Square non riusciva a implementare un movimento quadrupede convincente, e così non se ne fece nulla.

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Le bizzarrie del doppiaggio

La doppiatrice americana di Alice, in Kingdom Hearts, si chiama Kathryn Beaumont. Nel 2002 aveva 64 anni, eppure ne aveva soltanto tredici quando Walt Disney in persona la scelse per doppiare la protagonista di Alice nel paese delle meraviglie, il lungometraggio animato del 1951. In seguito, Beaumont divenne la voce ufficiale sia di Alice sia di Wendy. Kingdom Hearts è stato il suo ultimo ruolo di rilievo, infatti si è successivamente ritirata e ora Alice e Wendy sono doppiate da Hynden Walch. Oggi Beaumont ha 80 anni, e sta sicuramente meglio dei doppiatori del vecchio Xehanort... dato che sono morti entrambi nel giro di un mese. Chikao Ohtsuka, che doppiava Xehanort in Giappone e che aveva prestato la sua voce anche a personaggi come il Dottor Eggman in Sonic o Big Boss in Metal Gear Solid 4, è morto nel gennaio del 2015. Il doppiatore occidentale di Xehanort è stato invece Leonard Nimoy, il famosissimo Spock di Star Trek che è morto nel febbraio del 2015.

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Kurt Zisa

Nel primissimo Kingdom Hearts c'era un super boss segreto con uno strano nome: Kurt Zisa. Si trattava di un Heartless con sei braccia che impugnava due enormi sciabole. I giocatori potevano trovarlo ad Agrabah, nel mondo di Aladdin, e sconfiggendolo - tutt'altro che facile - si imparava la tecnica Zantetsuken, la stessa che usa Odino in un po' tutti i Final Fantasy. Ebbene, quel super boss si chiamava Kurt Zisa... perché esiste una persona che si chiama Kurt Zisa. Poco prima che uscisse Kingdom Hearts, infatti, Square indisse un concorso chiamato Name-In-Game: come avrete già intuito, il nome del vincitore sarebbe comparso nel gioco. E a vincere fu proprio Kurt Zisa, un ragazzo di New York che adesso tutti pensano sia una versione pacioccosa del generale Grievous di Star Wars.

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Le strane paranoie della Disney

Potrà sembrarvi strano, ma Kingdom Hearts II è arrivato in occidente in una versione pesantemente censurata. Tra le varie modifiche imposte da Disney, ce ne sono alcune davvero bizzarre. In una scena della versione giapponese, per esempio, Paperina sculaccia Paperino, ma nella versione occidentale i due battibeccano e basta. In generale, Disney fece ridurre il livello di violenza visivo, e così Axel è avvolto da meno fiamme in un certo momento della storia, l'Idra ferita da Sora perde fumo nero al posto del sangue verde, i pirati non morti impugnano balestre al posto dei fucili, Will Turner punta sempre la sua arma contro il pavimento e così via. Il Keyblade, come dicevamo più sopra, esiste esattamente per questo motivo: non solo Disney aveva rifiutato con tutte le sue forze l'idea di una motosega come arma, ma non voleva neppure che nel gioco si potessero usare spade o altre armi affilate. Eppure il principe Filippo non è che abbia trafitto Malefica a parolacce...

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Il famigerato numero 13

Il numero 13 è molto particolare e ha numerosi significati simbolici, soprattutto a livello mistico o religioso. Nei tarocchi, per esempio, rappresenta la carta della Morte. La somma delle lettere ebraiche che formano la parola אחד, un attributo di Dio, dà proprio 13. In alcuni paesi si crede che il numero 13 porti sfortuna, in altri come il nostro invece è il contrario. Il numero 13 compare nei vari Kingdom Hearts in modo quasi ossessivo. Tanto per dire, il titolo stesso - Kingdom Hearts - è composto da tredici lettere. Quando l'inquadratura zooma sul titolo per la primissima volta, si concentra sulla M... che è la tredicesima lettera dell'alfabeto. Indovinate quante sono le lettere che compongono i nomi dei tre protagonisti Sora, Riku e Kairi? E sì, sono tredici. E quanti Oricalchi+ servivano per fabbricare l'Ultima Weapon in Kingdom Hearts II? Tredici. Quanti mondi ci sono in Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II e Kingdom Hearts: Birth by Sleep? Tredici. E poi, ovviamente, c'è l'Organizzazione XIII. Sarà un caso che tredici erano anche gli apostoli?

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