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Microsoft compra Zenimax / Bethesda, cambia il destino di Xbox Series X ed S?

Dopo un'acquisizione come questa, nei prossimi cinque anni il mondo dei videogiochi è destinato a cambiare radicalmente. Ecco le possibili conseguenze dell'acquisizione di Bethesda da parte di Microsoft, su Xbox Series X ed S ma non solo!

SPECIALE di Francesco Serino   —   22/09/2020

Una firma, un comunicato stampa appena scritto e un click su invia: fu così che il mondo dei videogiochi cambiò per sempre, ancora una volta. Microsoft che compra Bethesda non è un acquisizione qualunque, bensì un'operazione che stravolge gli equilibri. Che va oltre Xbox Series X ed S. Potremmo quasi definirla, utilizzando termini mutuati dai videogiochi, un'acquisizione di secondo livello: il primo è quello classico dove un publisher acquisisce una software house, in questo secondo livello è lo stesso publisher ad essere acquisito, inglobato dentro la pancia di un'entità ancora più grande.

Con l'affare appena concluso, Microsoft ha ribadito anche questo: è una compagnia da un trilione di dollari, e non può più permettersi di giocare tra i pesci piccoli, come lo sono al suo cospetto Sony e Nintendo. Operazione assolutamente in linea con quanto detto da Phil Spencer in tempi non sospetti: "ora i nostri rivali sono Google e Amazon".

Prova di forza

La prova di forza sorprende per entità, ma non è poi così dissimile dalla strategia adottata da Microsoft quando venne il momento di far debuttare la prima Xbox. Anche in quel caso la compagnia entrò a gamba tesa comprando Rare da Nintendo, Bungie, investendo in esclusive e pagando lo sviluppo di giochi totalmente fuori di testa come lo fu, tra i tanti, Steel Battalion.

Una spesa vertiginosa che diede modo alla nuova console di imporsi subito sul mercato, per essere sostituita con la stessa foga da Xbox 360, il vero beneficiario della strategia a medio termine adottata in principio. E 360, non è un caso, resta l'Xbox più venduta di sempre. Ma la seconda console Microsoft ha diversi punti in comune con l'imminente nextgen: venne proposta in un'innovativa e discussa doppia versione, offrì agli utenti un nuovo concetto di ecosistema e sfruttò al massimo la grande famiglia di team che gli era stata costruita attorno. L'unica enorme differenza è che oggi Microsoft non sta costruendo la sua strategia attorno alla console, ma l'epicentro di questo nuovo assalto è diventato l'ecosistema, che oggi è soprattutto Game Pass.

Xcloud

Esclusive o no?

Se già con le acquisizioni degli ultimi anni Microsoft sembrava voler pareggiare l'output di esclusive Sony, con Zenimax/Bethesda in tasca potrebbe persino permettersi di fare quello che non ha più chiaramente intenzione di fare: barricare i suoi giochi dietro a un'esclusività pensata per vendere più macchine da gioco. Vuoi Doom? Compra una Xbox! È proprio questa la visione che ha dato vita al mondo delle console; ma le cose sono cambiate un bel po' dagli anni d'oro di Atari e Intellivision. Perché pagare una cifra astronomica per spingere sul mercato una console, oltretutto venduta sottocosto nei primi anni? Lo puoi fare se sai già che ne venderai talmente tante da poter sostenere lo sviluppo di altre esclusive, sempre più costose, che alimentino il ciclo. Ed è esattamente come fa Sony. Ma se già sai che non potrai mai competere con PlayStation, tanto vale venderle a chiunque voglia giocarle; e non importa nemmeno dove, se su Xbox perché s'incastra facile sotto la Tv, su PC perché gli 8k della 3090 per te sono insostituibili o su xCloud, se a casa non ci ritorni spesso o semplicemente non hai voglia ne disponibilità di spendere tutti quei soldi. No, i giochi Bethesda non diventeranno di colpo delle esclusive blindatissime: sarebbe stupido. Sapete cosa sarebbe invece intelligente? Sfruttarle per attirare l'attenzione, cambiare strategia a seconda dell'importanza del gioco e delle concessioni che la rivale può offrirti in cambio. E quest'ultima strategia è proprio quella che delinea Phil Spencer nel suo ultimo intervento su Twitter: "Future Bethesda games will be on Xbox, PC, and other consoles on a case by case basis".

Xbox Series X 3

I giochi che arriveranno

Ma di quali giochi parliamo? Quali grossi titoli si porta a casa Microsoft con questa acquisizione da sette miliardi e mezzo di dollari?

The Elder Scrolls, Fallout e Starfield sono i primi che vengono in mente nonché i primi per importanza. Con Skyrim, la serie di giochi di ruolo Bethesda ha conquistato nuove vette di popolarità e sebbene ci vorrà ancora del tempo prima di vedere il sesto attesissimo capitolo, la strada sembra portare a un altro grande successo. C'è poi Fallout e la sua insostituibile ambientazione, reduce da un flop e mezzo e pronto al grande riscatto, cosa che potrebbe avvenire affiancandogli nuovamente Obsidian. Ultimo, ma non in ordine di importanza, è il prossimo Starfield: la prima nuova IP del "core team" dopo venticinque anni di sequel.

Ma la famiglia Zenimax non è composta solo da Bethesda: nell'acquizione rientra anche id Software e i suoi brutali FPS, tra cui naturalmente spicca Doom, e i re del level design di Arkane Studios, famosi per Dishonored, Prey e il prossimo Deathloop. E guai a dimenticare Tango Entertainment che dopo i due interessanti The Evil Within, si appresta a colpire duro con l'interessantissimo GhostWire: Tokyo. Ricordiamo che sia Deathloop che Ghostwire Tokyo continueranno ad essere esclusive temporali PlayStation, visto che l'accordo con Sony è stato stretto precedentemente all'entrata in scena di Microsoft. E queste sono le IP già affermate, le munizioni già in produzione, e non includono naturalmente tutto quello che verrà concepito, sviluppato e proposto al pubblico in futuro.

Ghostwire Tokyo 02

Il grande duello

Ripassando la storia delle ultime generazioni di console ci si accorge che con Xbox 360 Microsoft ha iniziato a sfilare a Sony le sue esclusive naturali per distruggerne lo status quo. Il punto di svolta di questa strategia avvenne nel 2009, quando fu annunciato Final Fantasy XII sulla piattaforma Microsoft, ovvero il primo Final Fantasy appartenente alla serie principale ad essere sviluppato come gioco multiformato (fino al sesto capitolo la serie è sempre stata un'esclusiva di Nintendo, dal settimo al dodicesimo di PlayStation). Da quel momento in poi, le due rivali hanno iniziato ad offrire un'esperienza parallela, e lo scontro si è spostato di conseguenza sui servizi, dove voleva Microsoft. La sfida si è di nuovo spostata nel campo dei giochi quando Sony, per risollevare le sorti di PlayStation 3, torna a investire in acquisizioni ed esclusive. Puntando tutti gli investimenti su quei giochi che le terze party non avevano e non hanno più il coraggio di sviluppare, ovvero esperienze lineari dal taglio cinematografico prive di multiplayer. Durante l'ultima generazione, quella che stiamo per lasciarci alle spalle, la debolezza di Xbox One e la confusione di Microsoft hanno permesso a Sony di continuare a fare man bassa di importantissimi studi di sviluppo, portandola ad offrire una quantità di esclusive impossibile da non prendere in considerazione da parte degli utenti. Una strategia che ha permesso a Sony di imprigionare Microsoft nel suo angolo.

Phil Spencer

Fase di transizione? Divertimento assicurato

Oggi, Microsoft ha capito che l'unica chance per uscire dal quel vicolo cieco è distruggere un'idea di mercato che non potrà che premiare sempre e solo Sony, e in diverso modo Nintendo. Ed è esattamente quelle che fece Sony in occasione del lancio della prima PlayStation e che non avevamo mai più visto ripetersi da quel momento, oramai lontano 25 anni. Di sicuro, il Game Pass avrà effetti enormi nello sviluppo dei videogiochi futuri, e cambierà anche la nostra dieta videoludica, ma aspettate a dire che non compreremo più giochi perché non è proprio così, come sa bene chi già si sta godendo l'abbonamento da mesi. Ci sarà sicuramente qualcuno che deciderà di abbonarsi per sempre, di anno in anno, ma siamo certi che almeno all'inizio l'abbonamento di alcuni sarà intermittente, portando all'acquisto di tutti quei titoli che si riveleranno essere imprescindibili.

Un gioco del genere è però un qualcosa che non si esaurisce nei titoli di coda, ma può continuare a vivere attraverso un gameplay dinamico, ed espansioni pensate per aggiungere nuovi strumenti di divertimento piuttosto che brandelli di storia. Ecco perché in questo ecosistema, forse prevarranno giochi molto diversi dalla classica esclusiva Sony, ecco perché questa situazione potrebbe portarci un po' all'anno zero della sfida tra Microsoft e Sony, a quando l'offerta videoludica dei due player era ancora sufficientemente diversa da spingere gli appassionati ad acquistare entrambe le console.

In fondo, nessuno ancora sa come reagirà il mondo dei videogiochi, del resto ci troviamo a tutti gli effetti in una lunga e forse a tratti dolorosa fase di transizione. Su una cosa però non abbiamo dubbi: come sempre ci sarà da divertirsi.