Pensavamo non avremmo mai scritto la recensione di Ori and the Will of the Wisps per Nintendo Switch. Il perché è presto detto: sembrava proprio che tanto Moon Studios quanto Microsoft avessero ben poca intenzione di portare anche il secondo episodio della serie sulla console ibrida giapponese, principalmente per motivazioni tecniche.
Se infatti il capitolo d'esordio del franchise poteva vantare un impatto artistico notevole ma un comparto tecnico non altrettanto sofisticato, con il sequel gli sviluppatori hanno puntato in maniera convinta sull'effettistica e sulla densità degli scenari, strapieni di oggetti in movimento o animazioni sullo sfondo.
Un elemento che in effetti ha pesato parecchio sul piano delle performance su Xbox One, traducendosi in fastidiosi episodi di stuttering, ma che su Nintendo Switch è stato adattato in maniera sorprendente, quasi miracolosa, trovando il giusto compromesso fra ricchezza visiva e fluidità per ottenere un'esperienza che si muove a 60 fps fissi.
Il risultato finale, su cui ben pochi avrebbero scommesso, è dunque un titolo che di fatto, grazie ad alcuni accorgimenti, dal punto di vista squisitamente tecnico si rivela più solido e convincente di quanto non fosse al lancio sulla console Microsoft. E scusate se è poco.
Storia
Nella recensione originale di Ori and the Will of the Wisps abbiamo parlato, non a caso, di atmosfere nintendiane. La meraviglia e lo stupore che il gioiellino di Moon Studios riesce a trasmettere si avvicinano infatti a quelle delle migliori produzioni della casa di Kyoto, elemento a cui lo studio austriaco aggiunge una straordinaria capacità di narrare per immagini. La sequenza introduttiva del gioco ne è in chiarissimo esempio, ma certamente non l'unico nell'ambito di una campagna in cui vi sorprenderete a tenere gli occhi spalancati e la bocca aperta in più di un'occasione.
La storia di questo sequel si svolge dopo gli eventi di Ori and the Blind Forest, mostrandoci appunto Ori, Naru e Gumo che si prendono cura della piccola Ku finché per lei non viene il momento di spiccare il volo. La gufetta soffre per via di un'ala "sfortunata", ma una piuma di sua madre applicata con ingegno, in stile Dragon Trainer, sembra risolvere il problema. Il personaggio dunque decolla letteralmente e comincia a seguire i percorsi migratori dei suoi simili tenendo Ori in groppa, ma dopo un po' l'arrivo di una violenta tempesta sbaraglia i due amici e li separa.
Ambientazione
Quando il luminoso protagonista di Ori and the Will of the Wisps si risveglia, l'ambientazione che trova ad attenderlo è molto diversa dalla foresta di Nibel. Si tratta anche in questo caso di un luogo selvaggio, pieno di scorci suggestivi ma anche di zone corrotte da un'influenza malvagia che si manifesta in tutta la sua imponenza non appena Ori cerca di ricongiungersi con Ku nel tentativo di riportarla a casa sana e salva.
È anche fra le mille sfaccettature degli scenari che si nota il talento di Moon Studios, capace di disegnare fitti manti erbosi che si contrappongono a lande desertiche, grotte buie che potremo percorrere unicamente ricorrendo a una specifica abilità speciale ma anche ghiacciai, zone sommerse da esplorare trattenendo il fiato e altre composte da enormi ingranaggi in continuo movimento. L'esplorazione va di pari passo con lo sblocco di nuove capacità per il personaggio: una peculiarità del genere metroidvania che viene implementata in maniera rigorosa.
Gameplay
I meravigliosi colori, la poetica delle cutscene e i toni fiabeschi di Ori and the Will of the Wisps non devono assolutamente trarvi in inganno: sul fronte del gameplay, il gioco sa essere impegnativo e a tratti finanche spietato, pur senza calcare la mano quando si tratta di punirci in seguito a un game over. Rispetto al primo episodio è stata introdotta una gestione più tradizionale dei salvataggi, con checkpoint frequenti (il respawn dopo un'uccisione avviene sempre nelle vicinanze) e "vasche" che è possibile utilizzare non solo per memorizzare la posizione e ricaricare le energie, ma anche come punti di viaggio rapido per smussare gli spigoli di un inevitabile backtracking.
Torniamo però alle meccaniche, che sono quelle tipiche degli action platform ma con uno spunto extra rappresentato dal ricco repertorio di mosse a disposizione di Ori, tutte da sbloccare (con la possibilità di assegnare rapidamente fino a tre abilità ai pulsanti principali del controller), e l'eccellente resa degli impatti nel momento in cui colpiamo i tanti nemici che presidiano lo scenario, ognuno dotato di pattern di attacco e movimento differenti.
Inutile dire che i medesimi elementi li ritroviamo negli spettacolari boss fight, alcuni dei quali particolarmente ostici. C'è un senso di varietà anche sotto questo aspetto: in alcuni momenti non potremo far altro che scappare, cercando di trovare il timing perfetto fra salti, scatti a mezz'aria e cariche volanti; ma a un certo punto gli scontri saranno inevitabili e si svolgeranno secondo regole sempre diverse, imponendoci di memorizzarle per comprendere quando restare sulla difensiva e quando invece è il momento di contrattaccare.
Al ricco bestiario del gioco, alla progressione in stile metroidvania e ai coinvolgenti combattimenti si aggiungono elementi extra altrettanto interessanti come le prove a tempo e numerose quest secondarie che potremo decidere di portare a termine per ottenere ulteriori ricompense e accelerare in questo modo l'ottenimento di tutte le capacità fondamentali per poter arrivare alla fine dell'avventura.
La versione Nintendo Switch
Come accennato in apertura, la versione Nintendo Switch di Ori and the Will of the Wisps appare estremamente ben ottimizzata, priva dunque dei fastidiosi problemi che affliggevano il gioco al lancio su Xbox One. Com'è stato possibile ottenere un risultato simile, che si concretizza in un frame rate che mantiene stabilmente i 60 fps? Giungendo a un inevitabile compromesso.
Sebbene infatti la risoluzione del gioco non sia diminuita più di tanto, adottando una soluzione dinamica che a seconda del carico passa dai 720p ai 900p, gli sviluppatori hanno sfoltito in maniera talvolta abbastanza evidente gli elementi di sfondo e l'effettistica, diminuendo in tal modo la ricchezza visiva che caratterizzava il titolo sulle piattaforme Microsoft ma ottenendo appunto delle performance solidissime.
I tagli si notano senza dubbio in un confronto fianco a fianco, ma si tratta di sacrifici che i possessori di Nintendo Switch generalmente mettono in conto quando si trovano di fronte alla conversione di un prodotto multipiattaforma che non immaginavano sarebbe mai arrivato sulla loro console. Gli esempi finora sono numerosi, dopotutto.
Se tuttavia il sistema di illuminazione, la qualità generale degli asset e la densità degli scenari hanno subito un sostanziale downgrade rispetto alla versione Xbox One, il titolo di Moon Studios vanta anche in questa nuova edizione una colonna sonora straordinaria e l'importante extra rappresentato dalla portabilità, che consente di fruire di questa splendida esperienza un po' ovunque.
Conclusioni
Ori and the Will of the Wisps conferma tutte le proprie qualità anche su Nintendo Switch, con una conversione che arriva a sorpresa e si rivela decisamente ben fatta. Rispetto all'edizione originale gli sviluppatori hanno dovuto tagliare qualcosa e la differenza si nota nella minore ricchezza visiva nonché in un'effettistica semplificata, ma la contropartita è rappresentata da performance ineccepibili, decisamente migliori rispetto a quelle del debutto su Xbox One. Sulla bontà dell'esperienza è francamente inutile dilungarsi: il secondo episodio della serie firmata Moon Studios si pone come un acquisto imprescindibile per gli amanti del genere.
PRO
- Artisticamente meraviglioso
- Più lungo e sfaccettato: un vero sequel
- Performance eccellenti su Nintendo Switch...
CONTRO
- ...al netto di qualche taglio qua e là
- Alcune fasi un po' frustranti