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Le Mini Console hanno stancato?

Dopo un periodo di notevole attività, l'iniziativa delle mini console ufficiali sembra essersi fermata: hanno forse stancato?

SPECIALE di Giorgio Melani   —   07/01/2023
Le Mini Console hanno stancato?

Nei buoni propositi del 2023 da parte dei vari produttori di hardware non sembra esserci spazio per nuove mini-console, cosa che ci fa riflettere sulla possibile fine della particolare iniziativa. Partita ufficialmente nel 2016 con il lancio del NES Mini da parte di Nintendo, in breve tempo il trend è diventato una sorta di mania, con tutti i produttori storici che si sono lanciati nelle loro reinterpretazioni miniaturizzate delle console che hanno fatto epoca. Poi, a un certo punto, la moda sembra essere passata, con le iniziative che si sono spente di colpo. Cos'è successo? Ci siamo stancati delle mini-console? Abbiamo raggiunto ormai la saturazione? Sono praticamente finite le macchine meritevoli di riedizione?

Probabilmente si tratta di un misto di tutte queste motivazioni differenti, ma è difficile dare una spiegazione precisa, come è difficile dire se davvero non ci sia più spazio né possibilità per altri modelli, considerando peraltro che è appena uscito il Sega Mega Drive II Mini, nonché l'Egret Mini di Taito. È chiaro che l'interesse sia un po' venuto meno, anche perché siamo passati dal ritmo vertiginoso dei primi due o tre anni successivi al 2016 a una calma quasi totale nel 2022 ma soprattutto nei progetti del 2023, salvo sporadiche iniziative in gran parte relegate esclusivamente al mercato giapponese. Proprio quest'ultimo sembra essere l'ambito in cui questo segmento di mercato può avere ancora spazio di manovra, visto che l'utenza nipponica pare essere sempre molto ricettiva nei confronti di iniziative del genere, dunque possiamo forse aspettarci ulteriori mini-console di fattura prettamente giapponese.

Breve storia

Il NES Mini
Il NES Mini

Al di là di iniziative non ufficiali e produzioni su licenza di livello non proprio eccelso, la vera e propria rievocazione recente delle console storiche possiamo farla risalire all'uscita del Nintendo Classic Mini: Nintendo Entertainment System, ovvero il NES miniaturizzato prodotto da Nintendo nel 2016 in occasione del trentesimo anniversario della macchina in questione. Stiamo parlando qui dei dispositivi ufficiali creati direttamente dai produttori storici, dunque non prendiamo in considerazione le altre iniziative - alcune delle quali anche molto lodevoli - che hanno riprodotto le console del passato attraverso emulazione o FPGA, come Analogue Pocket e simili. Superando ampiamente le aspettative di Nintendo, il NES Mini si rivelò un successo impressionante: 1,5 milioni di copie vendute alla fine del 2016 e console sparite nel giro di pochi giorni dal mercato, a causa anche di una tiratura decisamente limitata.

La grande richiesta da parte del pubblico spinse Nintendo a rivedere i piani di una produzione volutamente limitata, rilanciandolo sul mercato con una seconda mandata nel 2018, ma finendo comunque esaurita in pochi giorni nuovamente. Un anno dopo il NES Mini fu il turno del Nintendo Classic Mini: Super Nintendo Entertainment System, ovvero il Super Nintendo Mini, destinato anche questo a una situazione molto simile, nonostante una tiratura maggiore. È da queste due iniziative Nintendo che possiamo far partire il vero e proprio trend, che tra il 2018 e il 2020 ha portato all'arrivo sul mercato di un'ondata di dispositivi simili. Tra questi ricordiamo il Sega Mega Drive/Genesis Mini, il C64 Mini, il Neo Geo Mini, la PlayStation Classic, PC Engine/TurboGrafx-16 Mini di Konami e anche soluzioni più particolari come i controller/console arcade Capcom Home Arcade e NeoGeo Arcade Stick Pro. Altre soluzioni più recenti sono le nuove versioni dell'Astro City Mini di Sega e l'Amiga 500 Mini, in attesa di vedere se ci siano altri progetti per il 2023.

Caratteristiche del fenomeno

Il Mega Drive Mini
Il Mega Drive Mini

Viviamo in un periodo storico in cui l'emulazione ha fatto passi da gigante e ci sono a disposizione innumerevoli modi per poter fruire dei giochi del passato, almeno per quanto riguarda i più noti e diffusi, dunque quali sono i motivi del successo di queste riedizioni ufficiali? Indubbiamente c'è dietro un fattore estetico: le riproduzioni in piccolo sono generalmente molto ben fatte e fanno leva sul collezionismo, che in questo caso si interseca con la rievocazione nostalgica, ovvero un connubio esplosivo per quanto riguarda lo stimolare la spinta consumistica. Inoltre, la facilità con cui queste consentono di accedere subito a una buona libreria di classici può valere da sola l'acquisto, considerando che il fatto di smanettare tra emulatori e ROM (il cui traffico e utilizzo, ricordiamo, è quasi sempre considerato illegale) non è mai comodissimo.

Tuttavia, ci sono anche motivi più profondi e prettamente videoludici: molte delle mini console propongono un'emulazione convincente in termini di gestione del software e filtri video, trovando un buon compromesso tra la facilità d'uso di un dispositivo già dotato di uscita video HDMI e la fedeltà dell'esperienza originale, nonostante le ovvie distanze dall'uso dell'hardware/software originale o dall'emulazione di tipo FPGA di soluzioni più sofisticate come le console Analogue. Un elemento di grande importanza è inoltre dato dalla presenza di controller che riproducono precisamente gli originali, elemento fondamentale per garantire la replica del giusto feeling nell'uso dei giochi del passato appartenenti a specifiche macchine classiche. A tutto questo bisogna poi aggiungere ulteriori elementi: uno è il vertiginoso incremento dei prezzi che ha caratterizzato il retrogaming negli ultimi anni, con console e giochi originali diventati oggetti da collezione spesso difficilmente accessibili. L'altro, forse non ultimo, è il fatto che in molti casi le mini console hanno subito degli hacking piuttosto semplici, che hanno consentito di sfruttarle come macchine da emulazione con catalogo di giochi sconfinato.

A che punto siamo

La riedizione di console classiche è necessariamente un fenomeno di portata limitata: di fatto, una volta che sono esaurite le macchine meritevoli di tale iniziativa, questa si spegne in maniera naturale. La calma sopraggiunta dopo i primi 2-3 anni di intensa attività su questo fronte dipende soprattutto da questo fattore: abbiamo probabilmente raggiunto il limite delle possibili riedizioni in forma miniaturizzata, almeno considerando quelle che hanno veramente senso per un pubblico ampio. Gli unici sviluppi potrebbero essere sul fronte del software, essendo i cataloghi delle macchine lanciate finora piuttosto limitati e non espandibili. Da questo punto di vista, il Sega Mega Drive Mini 2 rappresenta un caso particolare perché ha dato modo alla compagnia di proporre ulteriori giochi esclusi dalla prima edizione ma con un elemento particolare: il fatto di comprendere anche parte del catalogo del Sega Mega CD, che non figurava nella prima versione.

C'è poi un altro limite per queste iniziative, una caratteristica che potrebbe essere soggettiva ma che ha effetti piuttosto innegabili: i giochi 2D invecchiano molto meglio di quelli 3D, cosa che rende molto più sensate le mini console che guardano agli 8 e 16-bit piuttosto che quelle successive. Il bitmap classico risulta ancora piacevole da vedere, o quantomeno ha in sé una potenza iconica che non trova eguali nelle prime produzioni in 3D, le quali appaiono oggi spesso grezze e sgraziate. Non è un discorso legato solamente al valore "auratico" di opere classiche più antiche, ma riguarda anche criteri estetici oggettivi ed è forse uno dei motivi che rende i produttori più cauti sull'eventuale lancio di mini console riferite a macchine più recenti. Il flop di PlayStation Mini sarà forse dovuto in gran parte a una selezione di giochi poco stimolante o a un'emulazione non proprio all'altezza, ma è probabilmente causato anche da questa difficoltà di rilanciare i giochi 3D dell'epoca 32-bit.

Prospettive future

Il Nintendo 64 sarà la prossima grande console miniaturizzata?
Il Nintendo 64 sarà la prossima grande console miniaturizzata?

Giunti a questo punto, con tutte le console significative dell'epoca 8 e 16-bit che hanno avuto la loro riedizione in forma miniaturizzata, diventa difficile prevedere gli sviluppi futuri di questa tendenza, nel caso ce ne siano. Per quanto riguarda i produttori attuali, è difficile che Sony abbia intenzione di ritentare un'operazione simile a PlayStation Mini, visto lo scarso successo ottenuto dall'iniziativa, mentre Microsoft sembra disinteressata alla cosa, anche perché la sua prima Xbox appartiene a un periodo difficilmente definibile come "classico" in termini storici. Nintendo è l'unica che potrebbe proseguire sulla strada che ha praticamente disegnato con il suo primo NES e, a questo punto, il prossimo passo potrebbe essere il Nintendo 64 Mini. Nonostante questo sia circolato nelle voci di corridoio degli ultimi anni, non sembra ci sia un reale interesse da parte della casa di Kyoto per il momento, forse anche per le difficoltà che comporterebbe un'emulazione ottimale.

D'altra parte, siamo giunti al limite che dicevamo in precedenza: ci si troverebbe al passaggio verso le generazioni successive ai 16-bit, che pongono quesiti per quel che riguarda la riproposizione dei primi giochi in 3D in maniera ottimale e godibile. Inoltre, queste iniziative hanno spesso a che fare con ricorrenze storiche particolari, dunque ci sarà probabilmente da aspettare qualche annivarsio per tornare a parlare di altre riedizioni, con il prossimo che potrebbe essere il 30° anniversario del Nintendo 64, nel 2026. Qualche nuova mini console particolare continuerà probabilmente ad essere lanciata in Giappone, dove questi prodotti riescono ancora ad avere un certo successo, dunque ci sarà da rivolgersi al mercato d'importazione per poter seguire gli ultimi sviluppi. Su questo fronte, è probabile che Sega prosegua la sua iniziativa degli Astro City Mini, riproduzioni anche molto valide dei suoi cabinati storici che hanno senso soprattutto sul mercato nipponico. Rispolverare la magia dei Coin-op anni '90 è probabilmente il modo migliore per presentare il 3D come classico da rievocare, e in questo senso probabilmente solo Sega può contare su titoli veramente iconici.

L'Analogue Pocket
L'Analogue Pocket

Per il resto, il recupero dei giochi classici è probabilmente affidato ormai a metodi e canali differenti dalla produzione di hardware dedicato, in particolare attraverso i servizi digitali e in streaming. Oltre a iniziative più specifiche come Antstream, Nintendo ormai sfrutta da tempo il suo catalogo del passato per arricchire l'offerta di Nintendo Switch Online, e di recente anche Sony ha adottato un sistema simile con l'inserimento dei giochi classici all'interno dell'abbonamento PlayStation Plus Premium.