Nel caso venisse inventato, cosa se ne farebbe il genere umano del viaggio nel tempo? La società capitalista lo sfrutterebbe ovviamente per fare soldi. I più ricchi potrebbero quindi pagarsi dei viaggi nel passato per soddisfare le loro curiosità, oppure per rivivere dei momenti in cui erano particolarmente felici, oppure per modificare eventi nefasti. Certo, ci sarebbero delle regole da rispettare, come quella di non stravolgere il continuo spazio temporale andando ad agire su degli eventi chiave, ma per assicurarsi che tutto vada per il verso giusto ci sarebbero degli agenti designati, come Fia Quinn, che si occuperebbero di risolvere tutti i problemi, in un modo o in un altro.
Questo è, più o meno, il futuro preconizzato da Wadjet Eye Games, di cui abbiamo provato Old Skies, nuova avventura punta e clicca incredibilmente affascinante, in sviluppo per PC e Nintendo Switch.
Interfaccia
Old Skies è diviso in sette viaggi temporali. La demo che ci è stata fornita dal team di sviluppo ci ha permesso di provarne uno intero. Il gioco inizia con l'agente Quinn e un cliente della ChronoZen, l'agenzia per cui lavora, che arrivano nella New York contemporanea, in una zona molto importante per il passato dell'uomo. I due chiacchierano brevemente, permettendoci di comprendere molto dell'interfaccia utente già dalle prime battute: i dialoghi sono gestiti tramite un sistema a scelta multipla, le battute sono visualizzate in dei fumetti che appaiono in testa ai personaggi, quando il cursore passa su di un oggetto esaminabile, appare sullo schermo una scritta pop-up con la descrizione, mentre quando un oggetto è interattivo, l'icona del cursore cambia, a seconda del tipo di azione collegata.
Parte dell'interfaccia è nascosta nella porzione alta dello schermo. È lì che è possibile accedere all'inventario, chiamare un collega che agisce nel presente, dandoci informazioni e monitorando la situazione, e accedere a un database in cui fare ricerche su luoghi, oggetti e persone, che si rivelerà fondamentale per svolgere le indagini.
Gameplay
Il gameplay di Old Skies è quello classico del genere, in cui si scandagliano gli scenari alla ricerca di oggetti interattivi, si parla con i personaggi che si incontrano e, alla bisogna, si usano gli oggetti raccolti, o quelli ottenuti dall'agenzia. Ad esempio la Quinn dispone di un piccolo strumento multifunzione, una specie di coltellino svizzero fantascientifico, che le consente di forzare le serrature. Nel corso del caso riceverà anche un'arma, per motivi che non vi stiamo a specificare (tranquilli, non è uno sparatutto). In realtà la demo, durata circa un'ora, ci ha mostrato un gameplay incentrato più sulle indagini che sulla ricerca di oggetti. Quindi si parla molto, si perlustrano bene alcuni scenari per andare a caccia d'indizi, si leggono documenti, si violano computer e quant'altro, e di tanto in tanto si utilizzano gli oggetti, in modo oltretutto facilmente intuibile.
Difficile dire se varrà lo stesso anche per gli altri viaggi nel tempo, ma l'impressione che abbiamo avuto è che Dave Gilbert, l'autore del gioco, si sia concentrato come al solito più sulla parte narrativa che su quella dei puzzle, cercando di rendere l'esperienza del giocatore più fluida possibile. Del resto la demo ci ha mostrato una qualità di scrittura davvero elevata, con i toni dell'episodio che sfumano dalla commedia alla tragedia in modo naturale, ossia senza alcuna forzatura, consegnando al giocatore delle sensazioni contrastanti, che sfociano in un finale molto più duro di quanto ci saremmo attesi.
Idealmente viene subito messo in discussione il ruolo della Quinn e l'essenza del suo lavoro, tanto da far nascere nel giocatore alcune domande che diventano anche uno dei motivi per cui si vuole continuare a giocare. Cosa è permesso comprare con i soldi? Quand'è che la società capitalista ritiene accettabile alterare il passato? E nel caso farlo vada contro i suoi interessi? Quali misure può arrivare a prendere? Per discutere dei temi sollevati anche solo da questa prima storia di Old Skies, dovremmo raccontarvela più nel dettaglio. Naturalmente non lo faremo per non darvi anticipazioni che potrebbero rovinarvi l'esperienza. Sappiate solo che vale davvero la pena di viverla.
Direzione artistica
Dal punto di vista artistico/ tecnico, Old Skies è un deciso passo in avanti per le opere di Wadjet Eye Games, tra scenari disegnati a mano a 1080p (tre volte più grandi di quelli di Unavowed, una delle più celebrate avventure dello studio), personaggi molto grandi e animati fluidamente, doppiaggio completo (solo in lingue inglese) e quant'altro. L'impressione generale che ci ha fatto è stata complessivamente molto buona. Certo, non siamo stati in luoghi particolarmente d'effetto, ma alcuni sono realizzati nondimeno molto bene e rendono alla perfezione lo stile claustrofobico tanto amato da Gilbert e già visto in molte altre sue opere, tra locali frequentati da studenti, dormitori e uffici, che rappresentano l'ingresso nel quotidiano di una persona di cui si finisce per apprendere il lato più umano nel momento in cui si è costretti a un gesto estremo.
La demo di Old Skies ci ha lasciato con una grandissima voglia di continuare a giocare, per vedere dove i viaggi nel tempo porteranno la Quinn e i clienti dell'agenzia. Come avrete capito, ci è piaciuta moltissimo e, anche se è presto per dare giudizi definitivi, promette di essere uno dei migliori titoli dell'ultimo periodo, dal punto di vista narrativo. Del resto Gilbert è una garanzia, un autore vero che non tradisce mai le aspettative. Perché dovrebbe farlo questa volta?
CERTEZZE
- La scrittura sembra ottima
- Un deciso passo in avanti per Wadjet Eye Games dal punto di vista tecnico
- La prima storia ci è piaciuta molto
DUBBI
- Ci sono altre sei storie