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Perché il videogioco cinese Revenge on Gold Diggers è stato accusato di sessismo e misoginia

In Cina è un argomento caldo il successo di Revenge on Gold Diggers, un videogioco che, secondo molti, alimenta sessismo e misoginia dipingendo le donne come manipolatrici.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   03/09/2025
Il successo di Revenge On Gold Diggers ha acceso un forte dibattito in tutto il mondo

"Per sapere se un uomo ti ama, basta vedere quanto spende per te". È una delle frasi con cui si apre Revenge on Gold Diggers, videogioco realizzato da Qianfang Studio e balzato in quattro e quattr'otto in cima alle classifiche di vendita di Steam in Cina. Per darvi un'idea del successo pazzesco che questo controverso videogioco ha avuto, vi basti sapere che per un certo periodo ha superato fenomeni come Baldur's Gate 3 e Black Myth: Wukong, anch'esso, tra l'altro, non di certo esente da controversie al momento della sua uscita. In Revenge on Gold Diggers si ricopre il ruolo di un imprenditore che sventa delle truffe legate alle cosiddette "cacciatrici di dote", donne che sarebbero alla ricerca di uomini ricchi e potenti da sfruttare per migliorare il loro status.

Revenge on Gold Diggers è un videogioco FMV, in pratica un film interattivo nel quale il giocatore deve prendere delle scelte che lo porteranno a uno dei 38 finali disponibili. Segue la scia dei tanti titoli orientali nati dopo il grande successo di Love is All Around, uscito nel 2023, con una formula molto simile (si parla di relazioni sentimentali, sempre con un approccio da film interattivo), e che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Revenge on Gold Diggers conta ben 8 ore di filmati recitati da attori professionisti. Il giocatore veste i panni di Wu Yulun, un ex fattorino che, dopo essersi innamorato di una streamer cinese, viene truffato dalla stessa, che poi sparisce dalla sua vita. Da quel momento, diventato (un po' per magia) un ricco imprenditore, Wu Yulun decide di prendersi una vendetta sulle donne che ingannano uomini come lui, dando loro la "caccia" e smascherando le loro bugie.

Wu Yulun vuole 'vendicarsi' delle donne illudendole e poi smascherando i loro inganni
Wu Yulun vuole "vendicarsi" delle donne illudendole e poi smascherando i loro inganni

Il videogioco è stato al centro di un'enorme polemica sin dal momento della sua uscita, perché in molti lo hanno accusato di alimentare uno stereotipo misogino e sessista secondo cui le donne cinesi siano, per l'appunto, "gold diggers". Nel gioco, questo ruolo controverso è affidato solo alle protagoniste femminili, mentre tutti gli uomini interpretano personaggi positivi: vittime, o come - nel caso del protagonista - coraggiosi imprenditori che vogliono smascherare truffe e prendersi una vendetta, facendo innamorare di sé le ragazze per poi incastrarle. Revenge on Gold Diggers si è inserito in maniera piuttosto ingombrante in una serie di questioni in Cina che riguardano proprio i giovani uomini cinesi e la loro frustrazione, che deriva dall'elevato costo della vita, dalle pressioni familiari, dal fallimento del mercato del lavoro, e in qualche modo è sembrato voler titillare certe emozioni negative per stimolare una reazione ben precisa.

Dati alla mano, c'è sicuramente riuscito, dal momento che ha avuto grande successo e grande rilevanza, ma allo stesso tempo è stato una pietra dello scandalo, anche solo per il titolo scelto. Tanto che, il giorno dopo l'uscita, il team lo ha ribattezzato Emotional Fraud Simulator, pur lasciando al suo interno tutte le controversie che gli sono state contestate.

Tratto da una falsa storia vera

Qianfang Studio si è affrettato a specificare che non aveva alcuna intenzione di alimentare un sentimento antifemminile, perché il termine "gold diggers", viene utilizzato indistintamente sia per gli uomini che per le donne. E, dal momento che il numero di truffe online riguardanti relazioni sentimentali e sesso è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni (tanto da aver coniato un termine per definirle: "pig butchering"), il gioco vuole solo mettere gli utenti in guardia da questi imbrogli.

Nonostante Qianfang Studio abbia dichiarato che il termine 'gold diggers' possa riferirsi a entrambi i sessi, nel gioco lo si usa solo per i personaggi femminili
Nonostante Qianfang Studio abbia dichiarato che il termine "gold diggers" possa riferirsi a entrambi i sessi, nel gioco lo si usa solo per i personaggi femminili

In molti hanno però fatto notare che nel videogioco ci si riferisce con questo termine solo al genere femminile e che lo si fa chiamando in causa, tra l'altro, un triste caso di cronaca avvenuto l'11 aprile 2024: il suicidio dello streamer Liu Je, un ragazzo cinese di vent'anni, noto online come Pangmao, che si è gettato da un ponte di Chongqing. A seguito del gesto, in Cina è partita una campagna diffamatoria nei confronti dell'ex fidanzata di Pangmao, accusata di essere una sfruttatrice finanziaria, una "gold digger". La campagna di diffamazione online è stata molto feroce e cruda, fino a quando le indagini della polizia non hanno reso noto che non esistevano prove di ingenti scambi finanziari a senso unico nella relazione, e che questa ondata di cyberbullismo era in realtà alimentata dalla sorella di Pangmao, che aveva anche indebitamente condiviso online informazioni private, sollecitando gli utenti a molestare la ragazza.

Ecco, in Revenge on Gold Diggers, è come se quest'ultima parte della storia non fosse mai esistita: il videogioco inizia con un uomo disperato che sta per gettarsi di sotto dal tetto di un grattacielo dopo essere stato lasciato dalla fidanzata che, a detta sua, lo ha truffato e gli ha rubato tutti i risparmi. Il protagonista del gioco (il cui pseudonimo online è Benmao, molto simile a Pangmao) lo salva. Poco prima vediamo una serie di titoli di giornali fittizi, di uomini truffati da donne tipo: "La moglie che ha chiesto 10 milioni di yuan, ha costretto il marito al suicidio", oppure, "Un uomo ha lavorato fino a consumarsi per pagare le spese della sua ragazza".

Il videogioco è disponibile solo in mandarino, ma visto il successo che ha avuto, non ci sorprenderebbe una traduzione imminente
Il videogioco è disponibile solo in mandarino, ma visto il successo che ha avuto, non ci sorprenderebbe una traduzione imminente

È chiaro il ruolo che il videogioco intende attribuire ai due generi: gli uomini romantici e creduloni, le donne senza scrupoli e manipolatrici. Alcuni utenti hanno inoltre scoperto che i caratteri iniziali dei sei capitoli del gioco nascondono un messaggio segreto: "Che il mondo non conosca un altro Pangmao".

Buona madre e moglie

Oltre a riaprire questa parentesi d'odio ignorando la verità, il videogioco alimenta, secondo una fonte intervistata da Li Yuan del New York Times, una situazione di frizione molto delicata in Cina, dal momento che la questione della parità di genere è particolarmente sentita in questi anni. Le norme di genere in vigore vedono ancora le donne cinesi legate all'ambiente domestico, mentre gli uomini ricoprono il ruolo di capofamiglia. O almeno dovrebbero: è proprio il fatto che questi ruoli vengano disattesi per colpa delle condizioni socioeconomiche a creare la frustrazione generazionale in atto. Lo stesso presidente Xi Jinping promuove norme sociali che vedono la donna ricoprire esclusivamente il ruolo di "buona madre e moglie", incentivando le donne ad anteporre il matrimonio al proprio successo personale e professionale. Invece, in Cina, il numero di matrimoni è in fortissimo calo da quasi un decennio. Nel 2024, si è registrato il minimo storico. Sempre secondo il New York Times, l'anno scorso si sono celebrati meno della metà dei matrimoni rispetto al 2013.

Nonostante Xi Jinping promuova il matrimonio come la scelta giusta per i giovani cinesi, il numero di matrimoni in Cina è dimezzato rispetto a dieci anni fa
Nonostante Xi Jinping promuova il matrimonio come la scelta giusta per i giovani cinesi, il numero di matrimoni in Cina è dimezzato rispetto a dieci anni fa

Secondo diverse fonti intervistate dalla BBC, una così forte reazione a quello che alcuni considerano "solo un videogioco" è dovuta soprattutto alla guerra tra sessi che è in atto in Cina, specialmente sulla rete. Qui, giovani uomini e donne si sentono entrambi svantaggiati: in trappola, gli uni, nel ruolo che non riescono più a incarnare; frustrate le altre, per non riuscire a ottenere una parità di genere che, anzi, viene fortemente contestata dal Partito Comunista Cinese. Divenne famoso il caso delle "Feminist Five" che, nel 2015, alla vigilia della Giornata internazionale della donna, protestarono a favore delle vittime di molestie sessuali sui trasporti pubblici e furono arrestate e incarcerate per più di un mese dal Partito.

Un videogioco educativo?

Il dibattito su Revenge on Gold Diggers è vivo da mesi, anche perché alcuni organi di stampa cinesi si sono invece schierati a favore del videogioco. Il Beijing Youth Daily, per esempio, lo ha recensito positivamente definendolo: "un ottimo modo creativo per insegnare ai giovani a evitare le truffe amorose online". Sempre lo stesso giornale afferma che nel 2023 frodi di questo tipo hanno sottratto circa 2 miliardi di yuan (circa 275 milioni di dollari) alle vittime. L'articolo sostiene inoltre che il videogioco sia in linea con le comunicazioni della Cyberspace Administration of China (CAC) e che, dal momento che questi imbrogli sono sempre più sofisticati e complessi da sventare, la narrazione interattiva può insegnare ai giovani come evitare di essere manipolati. Secondo questa fonte, Revenge on Gold Diggers è una vera e propria lezione anti-frode, che parla lo stesso linguaggio dei giovani.

Il gioco ha ben 38 finali e 8 ore di filmati
Il gioco ha ben 38 finali e 8 ore di filmati

Proprio i giovani hanno risposto numerosi al videogioco, specialmente su Steam, dove il titolo conta oggi più di quarantamila recensioni. Il videogioco al momento supporta solo il mandarino, e le recensioni sono perlopiù in cinese, ma molte sono state scritte in inglese per permettere al pubblico internazionale di leggere l'opinione degli utenti. I commenti sono in gran parte positivi, e molti sono stati scritti da uomini che sono d'accordo con la visione degli autori del videogioco: "Una storia che sembra assurda ma che in realtà è vera"; "Questo gioco riflette davvero la situazione attuale della maggior parte delle donne cinesi"; "Gioco piuttosto accurato nel descrivere come le ragazze online truffino gli uomini per soldi." Tra i commenti è possibile anche trovare utenti delusi da un messaggio che gli sviluppatori hanno lasciato per ringraziare le donne cinesi che hanno apprezzato il videogioco: "Gli sviluppatori ringraziano il sostegno delle donne... ma che diavolo? Siamo noi fratelli uomini che sosteniamo questo gioco."

Il New York Times riporta alcuni commenti che sintetizzano bene il senso di cameratismo che si è instaurato tra gli utenti maschi nella sezione commenti: "Questo gioco è un'elegia della nostra generazione di uomini cinesi", e anche, "Siamo capaci di sostenere una lotta all'ultimo sangue." Secondo le fonti del New York Times, Revenge on Gold Diggers sfrutta l'antagonismo di genere che sta dilagando nella società cinese, con i giovani uomini che incolpano le donne per i loro fallimenti sentimentali, e che tendono a essere economicamente emarginati e socialmente isolati. Per questi soggetti, il videogioco diventa una storia nella quale possono interpretare un uomo che "mette al loro posto" le donne in una lotta - per l'appunto - "all'ultimo sangue".

Revenge On Gold Diggers ha contribuito a esasperare un contesto già teso
Revenge On Gold Diggers ha contribuito a esasperare un contesto già teso

Per chiudere, vogliamo tornare alla definizione che Beijing Youth Daily - il giornale che ha recensito positivamente il videogioco - dà del titolo: "Un passo cruciale per navigare nella nebbia della rete e costruire una moderna civiltà del matrimonio e dell'amore". Una definizione fin troppo ottimista per un videogioco che, in realtà, ha contribuito a esasperare un contesto già profondamente teso, generando forti polemiche. Paradossalmente, a sentirsi più colpiti da questa visione sono stati proprio quei giovani che il gioco dovrebbe "educare": una generazione accusata di essere mossa soltanto da interessi materiali, come denaro e successo, e ridotta allo stereotipo della cacciatrice di dote.