PS Now ha cambiato volto, in particolare negli ultimi mesi, puntando a diventare l'Xbox Game Pass dell'utenza Sony.
Un obiettivo che probabilmente ha preso forma solo in tempi recenti, quando il servizio in abbonamento Microsoft ha cominciato a macinare numeri importanti, senza peraltro cannibalizzare le vendite effettive dei giochi più importanti, a dispetto di qualsiasi previsione. I presupposti iniziali erano però altri.
Lanciato negli Stati Uniti nel gennaio 2014, PlayStation Now è nato dall'esigenza di esplorare una tecnologia molto promettente in ottica futura, il cloud gaming.
Non disponendo di una divisione creata ad hoc per perseguire tali obiettivi, la casa giapponese ha compiuto nel 2012 l'acquisizione di Gaikai, un'azienda californiana che è stata fra le prime a sperimentare nell'ottica dello streaming, dando vita a una piattaforma online che consentiva appunto agli utenti di giocare con una selezione di titoli (inizialmente Dead Space 3, Mass Effect 2, Spore e The Sims 3) da remoto, senza necessità di download.
Questa operazione ha consentito a Sony di entrare in possesso delle conoscenze e delle soluzioni tecniche necessarie a implementare questo tipo di contenuti sulle proprie piattaforme e non solo, aprendo le porte anche all'utenza PC.
Dallo streaming al download
Dopo i primi mesi, PlayStation Now è approdato in pianta stabile su PS4 per offrire una feature di cui la console Sony era ancora sprovvista: la retrocompatibilità con i giochi per PlayStation 3, implementata appunto via streaming piuttosto che come vera e propria emulazione. Questa particolare connotazione, di concerto con una politica prezzi non propriamente accessibile, ha reso la piattaforma un servizio di nicchia, dedicato esclusivamente agli utenti che desideravano recuperare o rigiocare determinati titoli, e anche in Italia pochi la guardavano con un certo interesse.
Lo scorso anno, tuttavia, qualcosa è cambiato profondamente, quando PS Now ha cominciato a consentire ai giocatori di effettuare il tradizionale download dei giochi per PlayStation 4 e PlayStation 2, con la possibilità di installarli in locale come qualsiasi prodotto digitale acquistato su PlayStation Store, eliminando così qualsiasi limite legato alla fruizione via cloud.
Al suo debutto in Italia, lo scorso marzo, PlayStation Now si è dunque presentato come una piattaforma dai due volti: da una lato consente di utilizzare il suo intero catalogo via streaming, in maniera terribilmente immediata, sia da PS4 che da PC; dall'altro permette ai possessori della console ammiraglia Sony di scaricare e installare i titoli che desiderano al prezzo del solo abbonamento mensile, esattamente come succede con Xbox Game Pass.
Quest'ultima feature, complice l'inevitabile digital divide riguardante le infrastrutture di rete, è stata particolarmente enfatizzata negli ultimi mesi, a giudicare da aggiornamenti che vedevano quasi sempre la presenza di numerosi titoli per PS4, affiancati solo da qualche classico utilizzabile unicamente in streaming. Tale opzione è stata quindi relegata a un ruolo secondario, per consentire magari di provare un gioco prima di scaricarlo.
Il passo successivo
A partire dal 1 ottobre, Sony ha fatto compiere a PlayStation Now un sostanziale passo in avanti, introducendo due importanti novità. La prima riguarda il prezzo dell'abbonamento, calato da 14,99 a 9,99 euro per il mensile e addirittura da 99,99 a 59,99 per l'annuale, con l'arrivo anche di un trimestrale da 24,99 euro. La seconda riguarda l'inserimento di giochi tripla A per PS4 a scadenza, disponibili per tre mesi, nell'ottica di aggiornamenti focalizzati su poche uscite ma di grande rilevanza.
La prima tranche ha visto l'arrivo di God of War, Grand Theft Auto V, Uncharted 4: Fine di un Ladro e inFAMOUS: Second Son, ovverosia uno straordinario mix di qualità che include non solo importanti esclusive per PlayStation 4 ma anche il titolo third party di maggior successo di sempre. A novembre hanno invece fatto il proprio debutto Persona 5, La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra e Hollow Knight, quest'ultimo senza data di scadenza.
I risultati del cambio di rotta si sono visti rapidamente: PlayStation Now ha superato il milione di abbonati e punta a una crescita più rapida rispetto al passato; del resto il terreno da recuperare rispetto ai 9,5 milioni di utenti di Xbox Game Pass (per quanto i dati non siano ufficiali) è ancora parecchio e non mancheranno ulteriori correzioni di rotta perché ci si possa avvicinare il più possibile a quelle cifre.
Bisogna tuttavia considerare anche il quadro generale: Sony opera in una situazione di leadership e non ha bisogno di effettuare manovre clamorose come quella di inserire i propri titoli first party dal day one su PlayStation Now. Per il momento, insomma, la casa giapponese può gestire la progressione di questo servizio con calma, affiancando comodamente download e streaming, e preparandosi per quando quest'ultima tecnologia avrà bisogno di fare il salto di qualità. Magari in concomitanza con il lancio di PS5?