Anche chi non è appassionato di scacchi ha almeno sentito nominare Magnus Carlsen, il 'Mozart degli scacchi', come viene spesso chiamato, una delle menti più brillanti che la disciplina abbia mai visto, considerato che ha difeso per dieci anni il titolo di campione mondiale.
Magnus Carlsen è da qualche settimana un membro del Team Liquid, una delle più grosse organizzazioni esportive al mondo. A fargli compagnia con la stessa maglietta c'è Fabiano Caruana, quattro volte campione d'America di scacchi. Il Team Vitality (una delle organizzazioni di maggior successo d'Europa), invece, ha assunto il gran maestro Maxime 'MVL' Vachier-Lagrave e il Team Falcons (il più grosso del Medioriente) ha sotto la sua ala il numero due al mondo, Hikaru Nakamura.
Il motivo di questa primavera di nuovi contratti è da ritrovarsi nel fatto che non solo gli scacchi sono da diversi anni un vero e proprio esport, ma che da pochissimo sono diventati parte di una nuova competizione, la Esports World Cup, che mette in palio montepremi troppo sostanziosi da poter essere ignorati, non importa quanto sia ricca un'organizzazione.
Breve cronistoria degli scacchi
Gli scacchi sono uno dei giochi più antichi del mondo. Arrivati in Europa grazie agli arabi nell'anno 1000 (probabilmente la loro origine è indiana) si sono diffusi a macchia d'olio in tutta Europa, in particolare in Spagna e in Italia nel corso del Medioevo per poi diventare un passatempo globale in età moderna. Diventato un vero e proprio fenomeno in Francia tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, il gioco inizia qui a venire codificato e studiato con rigore e scientificità.
Il periodo che va dalla seconda metà dell'Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale è quello che ha trasformato gli scacchi da semplice gioco in vero e proprio sport. In questo periodo nascono i tornei organizzati, il sistema di valutazione dei giocatori e gli organi di governo incaricati di organizzare le competizioni di altissimo livello, tra cui i campionati del mondo.
Dopo la Seconda guerra mondiale, con il dominio russo della disciplina, è iniziata la spettacolarizzazione degli scacchi con la trasmissione delle partite alla radio prima, in televisione poi, la diffusione delle riviste specializzate e un'importanza capitale data alla disciplina come forma di orgoglio nazionale, l'atmosfera che si respira nella serie Netflix della Regina degli Scacchi per intenderci.
A partire già dagli anni '70, però, la digitalizzazione degli scacchi inizia un percorso che da primi tentativi abbozzati arriva a Deep Blue, il famoso super computer della IBM che nel 1997 ha battuto per la prima volta il campione del mondo in carica Garry Kasparov. Negli anni '90, però, viene piantato il seme da cui nasce questa storia: vengono disputati i primi tornei online di scacchi cambiando per sempre l'ecosistema competitivo.
L’era di Chess.com
Non è un segreto che la pandemia abbia cambiato radicalmente il mondo dei videogiochi, ma forse non tutti sanno che i lockdown sono stati il catalizzatore della trasformazione degli scacchi non da gioco a videogioco, ma da sport a esport. L'allinearsi della quarantena, dell'uscita della Regina degli Scacchi e del debutto di diversi gran maestri su Twitch (Magnus Carlsen e Hikaru Nakamura in primis), ha reso gli scacchi popolari come non lo erano dagli anni '70.
Tra il 2019 e il 2021, gli spettatori medi giornalieri degli scacchi su Twitch sono passati da meno di 1000 a più di 15.000. Ora la cifra è più moderata, oscilla tra i 5 e i 6 mila, ma è comunque abbastanza grossa da alimentare un vero e proprio ecosistema competitivo online. Il 'Chess Boom' della pandemia ha visto anche un'importante crescita nel numero di giocatrici (+5%) su tutte le piattaforme, una crescita che, nei dati che abbiamo a disposizione, non si è mai registrata in così poco tempo.
Naturalmente, essendo in digitale, non ci è voluto molto tempo prima di veder emergere i cheater su quella che è diventata la piattaforma di default per la competizione scacchistica online: Chess.com. Fortunatamente il periodo è durato poco perché, non diversamente da come fa Activision con Call of Duty o Respawn con Apex Legends, anche Chess.com si è dotato di un team di cacciatori di imbroglioni e di un ban hammer impietoso nei loro confronti. Nel 2020 il sito ha dichiarato di stare bannando circa 500 account al giorno per cheating.
Chess.com non è l'unico sito o l'unica app per smartphone dove si gioca a scacchi in digitale, ma è la piattaforma più popolare e quella che, più di tutte le altre, ha abbracciato l'ascesa in popolarità degli scacchi. Ha 100 milioni di utenti registrati, 11 milioni di utenti giornalieri e organizza diverse leghe competitive che vanno da tornei settimanali aperti a tutti alle Olympiad (gli scacchi sono riconosciuti come sport dal Comitato Olimpico Internazionale ma non hanno mai fatto parte delle Olimpiadi) delle competizioni di altissimo livello.
La Esports World Cup e gli scacchi
La Esports World Cup è una competizione multidisciplinare che contiene più di venti videogiochi (Overwatch, CS 2, Apex Legends, League of Legends, DOTA 2, PUBG Mobile solo per citarne alcuni) organizzata per la prima volta a Riyadh, in Arabia Saudita, nel 2024. L'organizzazione responsabile dell'evento ha firmato lo scorso autunno un contratto pluriennale con Chess.com per averlo come disciplina ufficiale e ha annunciato un montepremi da 1,5 milioni di dollari.
L'incentivo alle organizzazioni esportive a investire nella disciplina, però, non risiede solo nel suo singolo montepremi. La competizione, oltre ai tornei di altissimo livello di ogni videogioco, ha anche una sorta di mondiale per club (vinto dal Team Falcons l'anno scorso) che mette le varie organizzazioni l'una contro l'altra in base ai risultati ottenuti in ciascun videogioco. Il montepremi di questa competizione è di venti milioni di dollari e funziona un po' come il medagliere olimpico quando si fanno i paragoni tra nazioni.
Vincere il titolo di campione della Esports World Cup in un determinato gioco fornisce un certo numero di punti, arrivare secondi un po' meno, terzi ancora meno e così via. Più titoli un'organizzazione esportiva riesce a coprire nell'evento, maggiori sono le sue probabilità di portare a casa la competizione per club, ed ecco che gli scacchi sono un modo relativamente economico di alzare queste probabilità perché costano certamente meno di una squadra da cinque professionisti, con tanto di allenatore e staff da supporto, per un MOBA o uno sparatutto a squadre.
Se a questo aggiungiamo il fatto che le firme di alto profilo portano a una crescita delle visualizzazioni e della popolarità dell'organizzazione, aumentando il suo potere contrattuale con nuovi e vecchi sponsor, ecco che il cerchio si chiude e abbiamo un'immagine coerente del perché così tanti investimenti sono arrivati negli scacchi videogiocati.
Le ragioni che hanno portato l'Arabia Saudita a investire così tanto negli esport sono le stesse che l'hanno vista investire fortissimo negli sport tradizionali: diversificare la sua economia oltre i combustibili fossili e fare del sano sports-washing ovvero distogliere l'attenzione del pubblico internazionale dalle sue politiche interne ed estere facendolo concentrare su competizioni tradizionali e digitali.