I progressi nella grafica tridimensionale e nella potenza hardware stavano trasformando il modo in cui le persone giocavano, e SEGA era tra i protagonisti dell'epoca. Nel 1994, la compagnia decise di entrare a capofitto in questa nuova era con il lancio del suo Saturn, una console che avrebbe segnato un importante capitolo nella storia del gaming. In questa retrospettiva esploreremo le origini, la storia, l'hardware e alcune curiosità su questa affascinante (e amatissima) console.
Le origini della console
Dopo il successo di Mega Drive/Genesis SEGA cercava una nuova piattaforma che potesse competere nella generazione successiva di console, consapevoli della concorrenza spietata di Nintendo e del fatto che Sony stesse progettando una sua macchina. All'inizio degli anni '90, l'azienda era leader incontrastata del mercato arcade, e con esso del dominio tecnologico in ambito 3D. Nel 1992 iniziò a lavorare su un progetto top-secret chiamato "Project Saturn" con l'obiettivo di creare una console potente che sfruttasse la tecnologia 32-bit e fosse capace di gestire giochi graficamente complessi, inseguendo la supremazia ottenuta in sala giochi.
SEGA Saturn fu lanciato in Giappone il 22 novembre 1994, con un'enorme attesa da parte dei fan. L'uscita in Nord America avvenne cinque mesi prima della data inizialmente pianificata: l'11 maggio 1995 i giocatori americani avevano già in mano la console, una mossa strategica che avrebbe avuto un impatto sulla sua performance a lungo termine, anticipando Sony. Tuttavia, come vedremo, le cose non andarono esattamente come sperato.
Il fascino della sua complessità
L'hardware Saturn era impressionante per l'epoca, ma anche incredibilmente complesso da sfruttare appieno per gli sviluppatori. La console montava due CPU Hitachi SH-2 a 28.6 MHz e un processore grafico VDP1 per il rendering degli oggetti, accompagnato dal VDP2 per gli sfondi e la gestione dei livelli grafici. Sulla carta era capace di muovere mezzo milione di poligoni grezzi, e circa 200.000 con texture. Questa architettura multi-processore era stata progettata per offrire una potenza superiore nei giochi 2D, pur "mostrando il fianco" nei giochi 3D più impegnativi.
La complessità del sistema rendeva molto difficile per gli sviluppatori ottenere prestazioni ottimali, rendendo più complicate del previsto certi tipi di operazioni (pensiamo alle trasparenze, per esempio). Solo un manipolo di virtuose software house riuscì a sfruttare al 100% le sue potenzialità, generando veri e propri capolavori che tutt'oggi rimangono impressi per qualità e programmazione.
Molti sviluppatori, a causa di queste difficoltà, preferirono quindi lavorare sulla neonata piattaforma Sony che permetteva di ottenere risultati con uno sforzo più contenuto. Tuttavia, la supremazia tecnica rimase fortemente dicotomizzata tra la grafica 3D di Playstation e le conversioni arcade perfect 2D di Saturn, coadiuvato dalla successiva e miracolosa espansione RAM di 4 MB. Questo aspetto, vissuto proprio nel periodo di massima espansione dell'utilizzo 3D nei videogiochi, appariva tuttavia anacronistico rispetto alle tendenze emergenti del mercato, risultando uno dei motivi del limitato successo commerciale della console.
La (pesante) eredità di Mega Drive
Dopo il clamoroso successo del Mega Drive/Genesis, SEGA era una potenza nel mercato dei videogiochi, e la fiducia in un futuro brillante era palpabile. Tuttavia, alcune sue caratteristiche e scelte commerciali non ne fecero mai decollare le vendite in modo massiccio. Prima di tutte, il continuo supporto alla precedente console a 16bit che dimostrava quanto SEGA non volesse staccarsene, complice la grande base installata in tutto il mondo. La continua uscita di add-on come 32X, arrivato addirittura dopo il Saturn, gettarono i fan in confusione a causa dell'anomalo supporto hardware della precedente generazione. Senza contare la console "ibrida" del Mega CD. 32X si rivelò un fallimento costoso, sottraendo risorse preziose che avrebbero potuto essere impiegate per migliorare il lancio della Saturn.
All'epoca persisteva all'interno della divisione giapponese e americana di SEGA una certa tensione dovuta a differenti visioni strategiche. Mentre a Tokyo ci si voleva concentrare immediatamente sullo sviluppo di Saturn, gli Stati Uniti erano maggiormente preoccupati di proteggere la quota di mercato ottenuta con il Mega Drive. Questa dissonanza interna contribuì al caos nella gestione della strategia complessiva dell'azienda.
Il Lancio all'E3 1995
Uno dei momenti più emblematici della storia di questa console avvenne durante l'E3 di Los Angeles del 1995, storica edizione della fiera che ne decretò la definitiva consacrazione, con personaggi come Michael Jackson, Prince e Steven Spielberg a girellare tra gli stand. In quell'occasione, Tom Kalinske, presidente di SEGA of America, annunciò a sorpresa che Saturn era già disponibile sugli scaffali, addirittura cinque mesi prima rispetto alla data di lancio inizialmente prevista. L'idea era quella di rompere le uova nel paniere a Sony, che stava preparando il lancio autunnale della PlayStation negli States. Tuttavia, questa mossa non ebbe i risultati sperati.
Molti negozianti rimasero esclusi dal lancio anticipato, generando malcontento e creando confusione. Inoltre, le scorte erano all'osso generando una reazione negativa dei fan, che non potevano contare nemmeno su una lineup di primo livello. Ma il vero coup de theatre arrivò durante lo stesso E3 quando Steve Race, rappresentante di Sony, salì sul palco e con un discorso di soli due secondi annunciò il prezzo di PlayStation: 299 dollari (disse solo: two nine nine), solo tre parole per indicare un prezzo inferiore di 100 dollari rispetto alla concorrenza di SEGA. Questo annuncio segnò un punto fondamentale di svolta nella console war appena nata.
I migliori giochi
Saturn ha lasciato un segno indelebile nella storia dei videogiochi grazie a un catalogo ricco di titoli innovativi e memorabili, circa un migliaio usciti durante il suo ciclo di vita durato dal 1994 al 2000. La maggior parte però si riferiva al mercato nipponico, mentre il software americano ed europeo fu abbandonato nel 1998. Nonostante il suo destino commerciale sia stato schiacciato tra Playstation e Nintendo 64, molti dei giochi usciti seppero sfruttare al meglio l'hardware complesso della console, offrendo esperienze uniche e ancora ricordate con grande amore dai fan. Pensiamo alle conversioni di Sega Rally e Daytona USA, Burning Rangers, Guardian Heroes e tutta la serie "Virtua" con Virtua Cop, Virtua Fighter e House of the Dead.
Tra i titoli più amati si distingue anche Panzer Dragoon Saga, un gioco di ruolo che ha spinto al massimo le potenzialità della console. Combinando esplorazione su draghi volanti e un sistema di combattimento a turni, il gioco ha offerto una narrazione di qualità assoluta e un'ambientazione unica che ancora oggi viene ricordata. La sua edizione occidentale, peraltro, è una delle più rare e ricercate.
Un altro titolo iconico della console è Nights into Dreams, ideato da Yuji Naka (creatore di Sonic): un gioco rivoluzionario per il suo design visivo e per l'esperienza di volo innovativa, che regalava ai giocatori una sensazione di libertà mai provata prima. Nights è stato anche uno dei primi giochi a supportare il controller analogico, sottolineando l'attenzione di SEGA per le nuove tecnologie di input. Il 3D Control Pad (che ha preceduto di due settimane il controller di N64), era stato soprannominato internamente lo "Spielberg Controller", in quanto il noto regista, entusiasta, fu il primo a testarlo durante una visita in Giappone al Sonic Team.
Oltre a tutti questi favolosi titoli 3D, Saturn eccelleva nella gestione dei giochi in 2D, fattore che la rese anche la piattaforma ideale per titoli come Radiant Silvergun, i picchiaduro della serie Street Fighter, Dungeons & Dragons, Thunder Force V e altre decine e decine di picchiaduro e shoot'em up, consolidando la sua fama (e successo) tra gli appassionati del genere.
Le sue edizioni limitate
La versione iniziale della console, conosciuta come Model 1, si distingueva per il design con i pulsanti ovali e una costruzione robusta, mentre la successiva, Model 2, era più economica da produrre, con alcune piccole modifiche estetiche e funzionali come i pulsanti circolari. Le sue edizioni limitate sono state progettate per appassionati e collezionisti, e includono varianti con colori differenti o con loghi di marchi famosi.
Ad esempio, la Derby Stallion Edition, ispirata al popolare gioco di cavalli, aveva un caratteristico design bianco e oro. Un'altra versione iconica è la Skeleton Saturn, con la sua scocca trasparente che permetteva di vedere l'hardware al suo interno: un tocco estetico molto particolare (ripreso poi parzialmente dall'edizione crystal della prima Xbox Microsoft) che ha catturato l'immaginazione dei fan e ha reso questa versione particolarmente ricercata sul mercato del collezionismo.
E le versioni di terze parti
Oltre alle edizioni standard e alle edizioni limitate prodotte direttamente dalla compagnia, esiste anche una versione speciale di Sega Saturn realizzata esternamente da JVC (che forniva i lettori CD a tutti i Saturn) e chiamata V-Saturn. Del resto la compagnia aveva già prodotto il mitologico WonderMega proprio per SEGA, qualche anno prima.
La console di Victor aveva un design leggermente diverso rispetto al modello originale. A livello estetico, il logo "V-Saturn" era stampato sulla console e lo chassis aveva un colore più scuro. Anche l'intro animata all'accensione era diversa. Nonostante queste differenze, internamente era praticamente identico alle altre versioni del Saturn, con la stessa architettura e compatibilità con i giochi. In Giappone, la distribuzione di queste varianti prodotte da terzi vide protagoniste anche Hitachi con il suo Hi-Saturn (era il fornitore del processore Saturn) e il Samsung Saturn, in quanto la compagnia sud coreana forniva le memorie, era piuttosto comune e faceva parte della strategia di Sega per espandere la sua presenza sul mercato senza dover produrre ogni unità internamente.
Il declino e l'immortalità
Nonostante il buon avvio in Giappone, SEGA Saturn non riuscì mai a recuperare terreno negli Stati Uniti e in Europa, dove ormai PlayStation dominava incontrastata. La complessità dell'hardware, l'assenza di titoli chiave al lancio e il supporto limitato da parte degli sviluppatori di terze parti portarono a un progressivo abbandono della piattaforma.
SEGA, incapace di invertire la rotta, iniziò a concentrare le proprie risorse sullo sviluppo di Dreamcast, lasciando Saturn al suo destino e all'immortalità dell'amore dei suoi fan.