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Soulslike, una piccola guida per chi non li ha mai giocati

In questo pezzo riassumiamo le caratteristiche distintive dei videogiochi appartenenti al filone Soulslike. Non avete mai avuto occasione di provarne uno ma vorreste farlo? Ecco cosa vi aspetta.

SPECIALE di Davide Spotti   —   09/04/2019

Come sono nati i Soulslike?

Con il termine Soulslike si intende comunemente quell'insieme di videogiochi che per caratteristiche trae diretta ispirazione dai Souls. Quasi un decennio fa From Software è stata pioniera di un nuovo modo di approcciare la categoria action RPG; da questa sperimentazione è nato Demon's Souls, primo esponente di un nuovo sottogenere, nonché opera di culto agli occhi di una ristretta cerchia di giocatori forgiata dal fuoco di mille game over. Un diamante grezzo, perla di inestimabile valore per gli appassionati della prima ora, sulle cui fondamenta si è eretto il successo mediatico raggiunto in seguito dalla trilogia di Dark Souls. È stato proprio a partire dalla seconda incarnazione del filone dei Souls che questo singolare approccio al gameplay ha iniziato ad essere conosciuto e apprezzato da una porzione più vasta di giocatori, complice la natura multipiattaforma del brand. Al segmento dei Soulslike sono dunque ascrivibili tutti quei titoli che, in un modo o nell'altro, condividono elementi e scopi dei Souls, pur non appartenendovi in senso stretto. Restando in tema di giochi From Software, la massima espressione della declinazione Soulslike va senz'altro identificata in Bloodborne.

Dark Souls Trilogy 5

Liberamente ispirata ai racconti di H.P. Lovecraft, la tormentata avventura partorita dalla mente di Hidetaka Miyazaki viene da molti ricordata come il punto più alto raggiunto finora dalla categoria. Un primato ottenuto in virtù di un combat system di spessore, un level design sopraffino e una realizzazione artistica e visiva che - al netto delle incertezze tecniche - ha davvero pochi altri eguali nella storia dei videogiochi. Bloodborne non è però l'unico esempio virtuoso. Tra le esperienze di maggiore successo vale senz'altro la pena ricordare l'ottimo Nioh di Team Ninja - di cui attendiamo con un certo interesse il sequel - come pure l'oscura esperienza a due dimensioni offerta da Salt and Sanctuary. Senz'altro meno efficace il tentativo compiuto da Deck 13 con la pubblicazione di Lords of the Fallen, troppo simile a Dark Souls e sprovvisto delle qualità sufficienti per costituire un'alternativa credibile. Va detto peraltro che la casa tedesca non si è affatto persa d'animo e ha provato a evolvere la sua proposta con la successiva pubblicazione di The Surge, che poi è anche il primo Soulslike ad essere stato ambientato in un universo di gioco sci-fi.

Combat system, nemici e statistiche

Per essere definito a tutti gli effetti un Soulslike, un titolo deve disporre di alcune caratteristiche circostanziate. La parte ruolistica si lega alla presenza di statistiche associate al personaggio, unitamente alla possibilità di impostare le proprie abilità personalizzando la progressione sulla base di una gamma di preferenze. Come avviene in altri titoli il sistema di combattimento prevede di selezionare i singoli nemici cosicché l'inquadratura rimanga costantemente orientata verso il bersaglio, ma in questo caso specifico viene riposta particolare attenzione anche nella capacità di padroneggiare le mosse associate a ciascuna arma. Allo stesso tempo si rende necessario memorizzare i pattern di attacco delle nutrite schiere di avversari con cui bisogna incrociare spade, martelli e quant'altro lungo il cammino. La lettura di questi comportamenti, unita alla capacità di apprendere in modo efficace come disinnescare ogni minaccia, è decisamente tra i fattori più stimolanti che caratterizzano questa categoria di titoli: se c'è una cosa in cui solitamente i Soulslike danno il meglio di sé è proprio nella capacità di stimolare il fruitore a migliorarsi sulla base dell'esperienza accumulata attivamente sul campo, fornendogli tutti gli strumenti utili a dedurre come sia meglio approcciarsi a ciascuna situazione di gioco che gli si presenta dinanzi.

Soulslike, una piccola guida per chi non li ha mai giocati

Altre variabili tipiche prevedono la necessità di gestire i propri attacchi attraverso una barra della stamina di estensione variabile, così come l'opportunità di alternare l'utilizzo della parata e/o della schivata allo scopo di eludere le incursioni dei nemici. Non va dimenticata nemmeno l'eventualità di avvicinarsi di soppiatto alle spalle degli avversari ignari per effettuare un "backstab", ovvero un potente attacco caricato che con un solo colpo è in grado di levare una fetta considerevole di punti salute al malcapitato di turno. Passando in rassegna i tratti caratterizzanti della categoria non si può fare a meno di citare la presenza di una penalità da fronteggiare in caso di morte. L'uccisione dei nemici consente di accumulare un quantitativo di punti da riscattare ogni qual volta si giunga nei pressi di una zona di salvataggio: morire senza aver fatto ritorno in una di queste aree non determina la perdita immediata delle risorse incamerate, ma costringe il giocatore a ripartire dal falò/santuario più vicino nel tentativo di tornare sul luogo della caduta per recuperare i punti lasciati sul terreno. In questi casi diventa di capitale importanza non cadere di nuovo sotto ai colpi dei nemici, per lo meno non prima di aver recuperato con successo l'intero malloppo. Fallire significa perdere in modo definitivo tutte le risorse accumulate nel frattempo. A questo scopo è consigliabile riuscire a individuare i punti della mappa nei quali concentrare l'attività di farming, così da ottimizzare il tempo di raccolta e ridurre i rischi derivati dalla perdita dei progressi. Tra le colonne portanti di qualsiasi Soulslike che si rispetti non possono mancare nemmeno gli avvincenti scontri con i possenti boss che popolano il mondo di gioco. In questo senso le fasi di preparazione, pianificazione e studio assumono una valenza fondamentale per l'intero arco narrativo, fungendo da stimolo per potenziare il proprio alter ego virtuale attraverso l'acquisto di nuovi oggetti e la gestione delle ricompense lasciate a terra dagli avversari sconfitti.

Soulslike: sinonimo di pazienza e metodo

Uno degli scogli più grossi per chi si avvicina per la prima volta a un Soulslike è la necessità di comprenderne fondamenti e struttura senza lasciarsi sopraffare dal senso di frustrazione. Spesso si è fatto un gran parlare del notevole livello di sfida correlato a questo genere di titoli, anche se obiettivamente per superare ogni ostacolo non servono abilità fuori portata ma soprattutto un pizzico di pazienza, del tempo a disposizione e un buon metodo. Diversamente da quanto accade in un gioco action tradizionale, dove la progressione degli equipaggiamenti e l'attivazione di nuove combo non viene sostenuta dal livellamento del personaggio, nei Soulslike è necessario ritagliarsi uno spazio proprio per migliorare esponenzialmente le statistiche di cui gode il protagonista. Così facendo, uno scontro a prima vista invalicabile può essere reso progressivamente più malleabile con un attento lavoro di affinamento. Come detto serve una buona dose di lungimiranza per cercare di limitare per quanto possibile le perdite di tempo causate da una cattiva pianificazione della propria strategia. Insomma, chi non si è mai avvicinato a un Soulslike deve essere conscio che questo tipo di gioco non è adatto per sessioni brevi e va maneggiato con cura, avendo l'accortezza di studiare quella miriade di dettagli e sfumature che lo rendono speciale. Il meccanismo trial & error è alla base della filosofia di gioco e stimola ad accumulare esperienza non soltanto in termini di statistiche, ma anche in concreto attraverso l'interazione ambientale, l'ingaggio dei nemici e le altre situazioni ludiche che si configurano durante la progressione. La capacità di adattarsi a situazioni difficoltose per superarle con brillantezza è senza dubbio un plus non indifferente se si intende portare a termine l'esperienza con successo, ma anche un appassionato con capacità nella media avrà modo di farsi valere se sostenuto dalla dovuta dose di perseveranza.

Soulslike, una piccola guida per chi non li ha mai giocati

Level design, narrazione e lore

Tutti i titoli appartenenti al sottogenere dei Soulslike pongono il giocatore in uno spazio ampiamente esplorabile, ricco di interconnessioni e scorciatoie che devono essere individuate e aperte per agevolare il passaggio verso le aree successive. La necessità di apprendere la struttura dei livelli - come pure di acquisire punti di riferimento e memorizzare il posizionamento dei nemici - è di capitale importanza dato che ad ogni nuovo salvataggio si riacquisterà la salute ma si riporteranno in vita gli avversari abbattuti in quel lasso di tempo. Inizialmente il giocatore alle prime armi potrebbe avere la sensazione di trovarsi davanti a una sorta di tela di Penelope videoludica, un incessante valzer di uccisioni che non conduce da nessuna parte, ma dando tempo al tempo ci si accorgerà che con qualche piccola accortezza si può proseguire abbastanza spediti sfruttando al meglio le caratteristiche di design offerte dal gioco stesso. Quasi senza rendersene conto si inizierà a sedimentare percorsi, trucchetti e specifiche situazioni di gioco, apprezzando le continue sorprese che si paleseranno dopo aver superato lo scoglio iniziale. From Software è indubitabilmente maestra in termini di level design, perciò difficilmente si riuscirà a ricevere più soddisfazione di quella provata nell'esplorare le aree di gioco di un Dark Souls o di un Bloodborne. Restando in quest'ambito, un altro dei tratti tipici di qualsiasi Soulslike è legato alla necessità di svelare la mappa un passo alla volta.

Soulslike, una piccola guida per chi non li ha mai giocati

Una volta giunti nei pressi di un passaggio il cui accesso è precluso non bisogna far altro che aggirarlo attraversando un percorso irto di insidie, per poi giungere dall'altra parte della barricata e aprire una scorciatoia che renderà l'avanzata meno dolorosa; d'altra parte, sebbene i salvataggi determinino il respawn dei nemici, le altre interazioni che avvengono nel mondo di gioco non vengono affatto ripristinate. I tratti caratteristici dei Soulslike abbracciano anche la storia, spesso fondata su un tipo di narrazione poco articolata e per lo più implicita, con un'accentuata mitologia a stagliarsi in sottofondo. Anche in questo caso From Software ha fatto scuola, costruendo parte del proprio successo su quell'aura di mistero che stimola una fetta della community a interrogarsi e a ricercare risposte attraverso un'intensa attività di interpretazione e deduzione logica. Da ultimo vale la pena citare la presenza del New Game Plus. Considerato l'ampio utilizzo che ne viene fatto oggigiorno in molti altri prodotti non si tratta di una caratteristica distintiva del genere, ciò nondimeno si può considerare un elemento imprescindibile ai fini della longevità di ogni singola opera, in quanto permette di ricominciare l'avventura dall'inizio usufruendo di un livello di difficoltà ancora maggiore e dell'opportunità di conservare gli equipaggiamenti e i progressi ottenuti nella prima run.

Soulslike, una piccola guida per chi non li ha mai giocati

Da quale iniziare?

Ecco, questa è una domanda alla quale risulta difficile dare una risposta univoca. A giudizio di chi vi scrive l'esperienza di gioco offerta da Bloodborne è eccezionale sotto vari punti di vista, probabilmente la migliore dell'intera categoria. Nioh potrebbe però essere il miglior compromesso per avvicinarsi al genere e provare a capire se questo tipo di meccaniche faccia al caso vostro oppure no. Il titolo realizzato dal Team Ninja vanta numerose analogie con i lavori di From Software, offrendo per di più un combat system sopraffino basato su tre differenti posture e un affascinante ambientazione giapponese. È un vero toccasana per i puristi dell'azione, senza comunque obbligare il fruitore a tecnicismi spinti per pensare di portarlo in fondo. Da tenere senz'altro presente anche la struttura chiusa e più ridotta delle mappe, che potrebbe risultare più comprensibile e meno dispersiva rispetto a quella dei giochi firmati From Software. The Surge resta indubbiamente un gradino indietro rispetto alle altre due proposte, ma potrebbe essere appetibile soprattutto per chi voglia lanciarsi in un mondo di gioco dal sapore sci-fi con l'interessante variante delle componenti da aggiungere al proprio esoscheletro. Il fatto stesso che il gioco sia disponibile tra i titoli gratuiti di PlayStation Plus di questo mese può essere un ottimo pretesto per dargli una possibilità.