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The Princess Guide per Switch, la recensione

Nonostante le originali premesse, il nuovo titolo Nippon Ichi non è riuscito a convincerci. La recensione di The Princess Guide.

RECENSIONE di Christian Colli   —   09/04/2019

Nippon Ichi è diventata famosa per alcuni piccoli capolavori che ha sviluppato o anche soltanto pubblicato nel corso di varie generazioni, tra i quali spiccano sicuramente i titoli strategici appartenenti alla linea Disgaea, ormai usciti su praticamente qualunque piattaforma. Nippon Ichi, però, ha non pochi scheletri nell'armadio: giochi decisamente mediocri, a volte davvero pessimi, che spesso sono passati in sordina e che pochi conoscono o ricordano. The Princess Guide non è uno di essi, vogliamo premetterlo, ma non rappresenta neppure il livello qualitativo che ha reso popolare la compagnia giapponese, anche se rientra perfettamente nelle corde sperimentali che l'hanno contraddistinta per anni, specialmente nell'ambito dei titoli strategici. Nella nostra recensione vi spiegheremo cosa ci ha convinto e cosa no in questo strano gioco di ruolo ibrido.

Quattro principesse in cerca di guai

The Princess Guide racconta la storia di quattro principesse che regnano su un mondo incantato diviso in quattro regioni. All'inizio del gioco, dopo aver creato il nostro alter ego tramite un semplicissimo editor, dovremo scegliere con quale principessa cominciare l'avventura; in seguito, completata la prima sottotrama, potremo giocare anche le altre e infine seguire un filone narrativo principale che intreccia le storie delle principesse. Non aspettatevi granché, tuttavia. The Princess Guide racconta una storiella fantasy senza troppe pretese, incentrata soprattutto sulle strampalate personalità delle quattro giovani: Liliartie, per esempio, è una combattiva guerriera che vuole sconfiggere il drago che terrorizza il suo regno... e papparselo.

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Il nostro compito, nei panni di un mentore, sarà quello di prepararle alla corona rimproverandole oppure elogiandole. La scelta, che si verifica ogni tanto durante i buffi dialoghi doppiati in giapponese e sottotitolati in inglese, non influenza la storia, ma soltanto le caratteristiche della principessa: coraggio, saggezza, fede e così via. Il problema è che questa è soltanto una delle numerose meccaniche che The Princess Guide spiega soltanto sommariamente. A che cosa servano queste caratteristiche non è chiaro: sappiamo solo che, aumentandole, la principessa guadagna dei bonus, ma non sappiamo in che modo esse influenzino il rendimento in battaglia. Gran parte della progressione, in The Princess Guide, si fonda sul cosiddetto "trial and error". In effetti possiamo anche rimproverare o elogiare le principesse durante i combattimenti, per un massimo di tre volte a missione, ma solo facendolo scopriremo quale delle due azioni la guarirà e quale invece le conferirà un bonus all'attacco oppure alla difesa.

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Strategia o azione?

The Princess Guide è un gioco nebuloso sotto molti punti di vista. A una prima occhiata, la mappa del mondo - una rete suddivisa in nodi che rappresentano le varie località - ricorda quelle dei titoli strategici. Una volta selezionata una destinazione, l'unità prescelta si sposterà sul posto mentre le unità nemiche gironzolano per conto loro e, ovviamente, incrociandole inizia lo scontro. I combattimenti si svolgono in tempo reale dentro minuscoli dungeon generati casualmente. Il giocatore controlla il comandante - che può essere il suo alter ego, una principessa o una serie di mercenari anonimi - mentre l'intelligenza artificiale si occupa dei suoi soldati, un massimo di tre unità. A questo punto, The Princess Guide incastra l'une dentro le altre diverse meccaniche di gameplay che spiegare nel dettaglio è assai complicato.

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Le modalità di controllo del comandante sono essenzialmente due. La modalità Battle lo slega dai suoi seguaci, conferendogli la possibilità di usare alcuni attacchi in più rispetto ai soliti, mentre i soldati gironzolano per conto loro e attaccano i nemici che preferiscono. La modalità Commander, invece, mantiene le unità incollate al comandante: quest'ultimo non può usare certi colpi, ma può ordinare alle sue unità di attaccare quando vuole. Raggiunto un certo livello di Dominance - una percentuale che il gioco non spiega come aumentare, tra l'altro - si possono scegliere tra diversi tipi di formazioni che garantiscono alla squadra vari bonus all'attacco o alla difesa. Una relazione in stile morra cinese governa l'efficacia di certe unità contro dati nemici e viceversa, quindi la componente strategica risiede nella preparazione delle squadre prima di affrontare le varie missioni.

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Queste - suddivise in principali e secondarie, come sempre - diventano più complesse man mano che si completa la campagna. Spesso richiedono di difendere un certo nodo della mappa dalle unità nemiche, intercettandole prima che lo raggiungano, e qualche volta bisognerà schierare diverse formazioni per impedire a più nemici di raggiungere diverse località. Come abbiamo detto, lo spostamento sulla mappa si svolge in tempo reale, e una volta schierata una formazione non si può ritoccare a meno che non la si richiami alla base, dopodiché dovremo attendere un certo numero di ore fittizie prima di poterla schierare nuovamente. Si tratta di un meccanismo sostanzialmente inutile, dato che il giocatore può velocizzare lo scorrere del tempo tenendo premuto un tasto, che serve soltanto a rallentare la progressione e a penalizzare una scelta poco oculata. Fortunatamente non esiste un vero e proprio game over e si possono ripetere le missioni subito dopo averle fallite.

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Cute but deadly

La curva di difficoltà è piuttosto ripida non solo a causa delle molteplice meccaniche a incastro che il gioco spiega abbastanza male, ma anche perché i nemici diventano sempre più forti nel giro di pochissime battute, costringendoci qualche volta a grindare missioni ripetibili o combattimenti casuali per cercare armi e migliorare i nostri comandanti. L'intelligenza artificiale delle unità di supporto che ci seguono è parecchio lacunosa e non si può contare davvero su di esse, specie quando gli avversari ci accerchiano da ogni lato: in questi casi, siamo spesso costretti a fuggire in giro per la mappa, cercando i momenti e le angolazioni migliori per attaccare i nemici prima di darcela di nuovo a gambe. Le principesse usano stili di combattimento leggermente diversi, ma alla fin fine gli scontri tendono a somigliarsi tutti e anche le Relic li influenzano soltanto relativamente.

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Le Relic sono congegni sparsi per la mappa che qualche volta garantiscono benefici a chi si trova nell'area di attivazione, ma più spesso sono vere e proprie trappole che potremo usare contro i nemici. Attivando le varie Relic nelle mappe si migliorano anche le competenze delle varie principesse, sbloccando bonus e altre abilità passive. Sotto questo aspetto, The Princess Guide cerca di somigliare a titoli in stile Diablo, riempiendo il giocatore di armi e oggetti con statistiche random che qualche volta conferiscono nuovi attacchi ai comandanti, ma più spesso il tutto si traduce in una pioggia di bottini inutili che peraltro è difficile gestire a causa dell'inventario poco chiaro. The Princess Guide sembra proprio un gioco più curato sul fronte dell'aspetto, piuttosto che della sostanza. La grafica 2D è coloratissima, gli sprite definiti, l'interfaccia ha uno stile frizzante e innovativo, ma alla fine i combattimenti si traducono in un'orgia di pixel che brulicano per lo schermo, riempiendolo di effetti speciali ed esplosioni che soffocano ogni pretesa di strategia.

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Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
5.5
Lettori
ND
Il tuo voto

The Princess Guide è un titolo difficile da consigliare a prezzo pieno. All'inizio sembra divertente e discretamente tattico, ma nel giro di poche missioni, quando la faccenda si complica, subentra non poca frustrazione. L'azione diventa sempre meno chiara, la ripetitività inevitabile, e dopo qualche ora ci si rende conto che The Princess Guide somiglia più a un titolo low budget che a un esperimento in cui Nippon Ichi credeva davvero. Peccato.

PRO

  • L'idea è originale
  • Buon mix di azione e strategia
  • 2D delizioso

CONTRO

  • Poca varietà di missioni e obiettivi
  • Estremamente ripetitivo
  • Meccaniche poco chiare che si incastrano in combattimenti caotici e sconclusionati