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Steam e la costante supremazia della piattaforma targata Valve

Steam non sarà la piattaforma digitale perfetta, ma rispetto alla concorrenza è senza dubbio il miglior modo per vivere il mondo dei videogiochi su PC.

SPECIALE di Luca Mazzocco   —   10/02/2025
Il logo di Steam che sovrasta un'infinita quantità di videogiochi

Lanciato nel settembre del 2003, Steam nasce per mantenere aggiornati i vari titoli sviluppati da Valve, aprendosi a produzioni di terze parti solamente due anni dopo. Da allora l'impero di Gabe Newell e di Mike Harrington non ha fatto che crescere. Vi basti pensare che nel 2019 Steam contava ben 33 milioni di utenti attivi al giorno, mentre solo due anni dopo il numero è salito a 69 milioni. Al giorno d'oggi è impossibile pensare al mercato PC senza Steam. Un mercato in costante espansione e che trova nella piattaforma Valve il suo principale accesso.

Eppure non è tutto oro quel che luccica. Steam presenta ancora diversi elementi migliorabili, come la gestione di alcune ricompense (in primis le carte collezionabili) e la scarsa personalizzazione della modalità Big Picture. Per non parlare dell'interfaccia generale, ancora parzialmente caotica e ancorata a un design respingente per chiunque arrivi dal mercato console. Nonostante questi difetti, Steam rimane la piattaforma più fruibile, completa e soddisfacente del settore, soprattutto se paragonata alla concorrenza.

Non siete d'accordo? Scopriamo insieme perché gli altri Launcher non riescono a tenere il passo con la piattaforma Valve.

Un negozio tutt'altro che... epico

Uno dei primi "rivali" di Steam a venire in mente è senza dubbio l'Epic Games Store. Distribuita nel dicembre del 2018, la piattaforma targata Epic offre fondamentalmente gli stessi servizi della concorrenza, ma attraverso un'interfaccia ben peggiore. Ne sono un esempio i giochi presenti sulla colonna di sinistra. Cliccare su di essi non vi darà accesso alla loro scheda principale, bensì vi permetterà di avviare istantaneamente il titolo con il quale avete interagito. Utile? Poco. Intuitivo? Per nulla. Seguendo la strada tracciata da Microsoft e Valve, anche Epic ha introdotto gli Achievement nel 2020, facendo però un lavoro a dir poco pessimo. Al giorno d'oggi ancora molti titoli non offrono questa funzionalità, mentre in altri risulta male implementata (come nelle varie raccolte di Kingdom Hearts).

Da anni i giocatori tentano di sistemare l'interfaccia dell'Epic Games Store, come ci dimostra il lavoro svolto dall'utente Reddit DeanEncoded
Da anni i giocatori tentano di sistemare l'interfaccia dell'Epic Games Store, come ci dimostra il lavoro svolto dall'utente Reddit DeanEncoded

La più grande lacuna dell'Epic Games Store non è però l'interfaccia o l'assenza del supporto alla realtà virtuale, ma è la mancanza di una vera e propria community di giocatori. Questa caratteristica è evidente sia dalla pessima gestione delle recensioni, che dalla necessità di "aprire un ticket" nel caso vogliate chiedere delucidazioni sul gioco. La comunicazione di Epic Games è frammentata e insoddisfacente, disincentivando alla lunga l'interazione da parte del pubblico. Pubblico che, inevitabilmente, non si trova invogliato a rimanere all'interno dell'ecosistema di Epic.

Poco importa se dal 2019 l'azienda americana abbia deciso di regalare un gioco alla settimana ai suoi utenti e se alcuni titoli (come Alan Wake 2) sono arrivati in esclusiva su questa piattaforma. Per rivaleggiare con Steam, Epic dovrebbe ricordarsi che i videogiochi sono importanti, ma che i videogiocatori lo sono ancora di più.

Preservazione culturale

Preservare i titoli del passato e metterli in vendita senza limitarsi a cedere la licenza d'uso è senza dubbio uno dei motivi per cui GOG (Good Old Games) è tanto apprezzato al giorno d'oggi. Nessuno vuole mettere in dubbio la bontà di quanto fatto da questa azienda sussidiaria di CD Projekt, lo studio polacco di The Witcher, ma è innegabile che ci sia ancora molta strada da fare per quanto riguarda la comodità di GOG Galaxy, l'applicazione in stile Steam utile per lanciare tutti i propri acquisti digitali (anche quelli provenienti da altre piattaforme). GOG Galaxy è uscito in beta nel luglio del 2015, per poi venire lentamente perfezionato e raggiungendo la sua forma definitiva nel maggio del 2019. Una forma che, però, rimane ancorata al passato.

GOG ha il potenziale per diventare un vero 'rivale' di Steam, ma sembra incapace di conquistare il pubblico mainstream
GOG ha il potenziale per diventare un vero "rivale" di Steam, ma sembra incapace di conquistare il pubblico mainstream

Basta cliccare sull'icona di GOG per trovarsi di fronte a un'interfaccia che ricorda più un browser, che un'applicazione per lanciare i giochi. La colonna sulla sinistra, a distanza di anni, risulta ancora tradotta solo in parte, mescolando termini inglesi con altri italiani. Una volta aperta la scheda di un gioco, si rischia poi di venire travolti dalla quantità di informazioni buttate in modo disordinato sullo schermo. Informazioni che ancora non sono tradotte in tutte le lingue e che non riescono a porre l'attenzione su tutti i pregi della versione GOG dei vari giochi, tra i quali ci spiccano contenuti extra e, per alcuni titoli, un lavoro di restauro tutt'altro che trascurabile. Per non parlare del fatto che le schede dei giochi presenti nella libreria del giocatore risultano differenti da quelle del negozio, mancando di informazioni basilari come la compatibilità con i controller o le varie lingue presenti nel titolo.

Ancora una volta gli Achievement sono stati inseriti solo in alcuni titoli, lasciando orfani i collezionisti di trofei digitali amanti della politica DRM-Free di GOG. Infine manca del tutto una qualsivoglia forma di Gamification che permetta al giocatore di costruirsi una sorta di profilo personale e di essere stimolato a continuare a giocare tramite questa piattaforma. Insomma: siamo certi che con i giusti accorgimenti GOG Galaxy avrebbe il potenziale per poter conquistare il pubblico di tutto il mondo, ma fino a quando non deciderà di aggiornarsi rimarrà un'applicazione a uso e consumo di una nicchia di giocatori.

Microsoft è intelligente, ma non si applica

Nonostante non riesca a raggiungere la qualità di Steam, il Launcher di Xbox si merita senza dubbio il secondo posto nel podio delle applicazioni da gaming per PC. Una volta raggiunta la Home, ci si trova davanti a tutte le informazioni necessarie, distribuite persino in modo leggibile. A differenza di Epic, infatti, la parte inferiore della colonna sulla sinistra permette di cliccare sui giochi installati o su quelli avviati di recente. Se si clicca sull'artwork, il gioco si avvia come nell'Epic Games Store, mentre se si clicca sul nome e sui punti accumulati si apre la scheda prodotto, in modo da visionare tutte le informazioni necessarie. In alto a sinistra trovano spazio le sezioni principali dell'applicazione e il proprio profilo, che è possibile visionare ed editare comodamente. Non si tratta della sezione più "ricca" del mondo, ma sicuramente meglio di quanto (non) visto all'interno di GOG.

Nonostante non sia perfetta, l'applicazione di Xbox ha fatto passi da gigante negli ultimi anni
Nonostante non sia perfetta, l'applicazione di Xbox ha fatto passi da gigante negli ultimi anni

In ogni caso, non siamo di fronte a un piattaforma perfetta. Questo perché le appena citate sezioni principali, una volta aperte, non forniscono le informazioni nel modo più chiaro possibile. Vi basta cliccare su "Game Pass" per trovarvi di fronte a una distribuzione caotica dei contenuti. Se in alto potete trovare i titoli aggiunti di recente, per scoprire quelli in arrivo nei prossimi mesi dovete scorrere più in basso, superando sezioni come "Sopravvivenza", "Primi in classifica" e "Scelti per te". Una logica insensata, dato che capire quali siano i nuovi giochi in arrivo dovrebbe avere la massima priorità per un abbonato al Game Pass.

Lo stesso si può dire della sezione "La mia raccolta", che ci costringe ad attivare il pulsante "Installato" ad ogni avvio per capire quali siano i titoli della nostra libreria a essere già installati sul PC.

Per non parlare dei piccoli bug che questa applicazione si porta dietro da ormai diversi anni. Talvolta veniamo mandati fuori dal nostro account e ci viene chiesto il fare il login anche se il nostro nome risulta già registrato nella piattaforma. Altre volte, invece, i giochi vanno in crash e ci costringono a un riavvio forzato. Insomma: si può fare di meglio, ma la strada intrapresa da Microsoft e i numerosi cambiamenti apportati all'applicazione ci fanno ben sperare per il futuro.

EA Play e Ubisoft Connect, due grandi realtà con enormi lacune

Ammettiamolo: in quanti avviano EA Play di propria spontanea volontà? L'applicazione di Electronic Arts, un tempo nota come Origin, si è integrata da diverso tempo con gli altri Launcher presenti su PC. Che si tratti di Steam o di Xbox, quando viene avviato un titolo pubblicato da EA si apre questa piattaforma, che funge anche da raccoglitore per i succitati titoli dell'azienda americana.

In fondo è molto probabile che coloro che usano EA Play siano gli abbonati alla versione Ultimate del Game Pass
In fondo è molto probabile che coloro che usano EA Play siano gli abbonati alla versione Ultimate del Game Pass

A un primo colpo d'occhio può sembrare che EA Play non sia affatto strutturata male, ma ancora una volta ci troviamo di fronte a una piattaforma che pecca di lungimiranza. Gli Achievement ci sono, ma è possibile consultarli solamente aprendo il gioco in questione. Questo ci porta a una totale mancanza di personalizzazione del profilo e in una scarsa interazione con gli altri giocatori. Due "dettagli" che, visto il parco titoli di EA, dovrebbero avere la massima priorità nella stesura dell'applicazione. La verità è che, alla fine, il giocatore non prova alcun interesse a voler rimanere all'interno dell'ecosistema di EA. Un ecosistema spoglio, freddo e rapidamente dimenticabile.

Eppure, nonostante le critiche mosse a Electronic Arts, EA Play risulta un gioiello in confronto a Ubisoft Connect. Anche in questo caso stiamo parlando di una piattaforma che si attiva quando vengono avviati titoli Ubisoft provenienti anche da altri Launcher, risultando quindi un fastidio per tutti coloro che vorrebbero solamente giocare al proprio Assassin's Creed preferito.

In ogni caso, Ubisoft Connect soffre non solo di crash ripetuti e della pessima implementazione di qualsiasi elemento di Gamification, ma si rivela scomodo anche per coloro che sono abbonati a Ubisoft+. L'interfaccia utente è poco leggibile, risultando sgradevole da esplorare. Coloro che sono iscritti al programma di Ubisoft (che permette di giocare praticamente a tutti i titoli dell'azienda francese) possono però ottenere alcune speciali Ricompense. Peccato che queste ricompense, tanto valorizzate dall'interfaccia utente, non siano altro che dei bonus in-game per i giochi di punta dell'azienda. Un premio che che risulta spesso poco interessante o che, quantomeno, non merita tutta l'attenzione datagli all'interno dell'applicazione.

Ubisoft Connect è partita come una piattaforma con delle buone idee, ma non è mai riuscita a decollare realmente
Ubisoft Connect è partita come una piattaforma con delle buone idee, ma non è mai riuscita a decollare realmente

La percezione che il giocatore medio ha di EA Play e di Ubisoft Connect è quella di una sorta di ponte obbligatorio che l'utente deve attraversare per raggiungere il proprio titolo preferito. Un obbligo per nulla gradevole e del quale farebbero volentieri a meno. Un fastidio che, alla fine, rende impossibile apprezzare anche quanto di buono presente nelle due piattaforme.

La vittoria di Steam

Chiunque giochi su PC da diverso tempo si sarà reso conto del moltiplicarsi delle applicazioni per far partire i vari giochi. Quelle che trovate in questo articolo non sono nemmeno tutte, dato che mancano Launcher come il Battle.net di Blizzard o quello di Legacy Games, che gli abbonati ad Amazon Prime conosceranno ormai benissimo. Qualcuno potrebbe essere anche infastidito dalla quantità di queste barriere d'ingresso e siamo certi che molti rimangano su Steam anche per l'enorme semplicità di avere "tutto" a disposizione in un singolo posto.

La modalità Big Picture presenta ancora grandi limitazioni, come l'impossibilità di scorrere a destra e a sinistra nei menù con il mouse
La modalità Big Picture presenta ancora grandi limitazioni, come l'impossibilità di scorrere a destra e a sinistra nei menù con il mouse

Questo non deve però darci l'illusione che Steam sia la piattaforma perfetta. Il Launcher di Valve è senza dubbio il migliore all'interno dell'ecosistema PC, ma lo è anche per demerito altrui. Speriamo che il costante aumento dei giocatori su computer possa spingere Valve a rimettere mano a qualche dettaglio o, quantomeno, a sistemare la modalità Big Picture, al momento davvero troppo rozza e scomoda. Speriamo inoltre che le altre realtà decidano prima o poi di fare il grande passo, cercando di correggere i propri errori e dare finalmente a Steam ciò di cui necessita per migliorare: una sana concorrenza.