Free Lives è uno studio di sviluppo decisamente sopra le righe e capace di proporre titoli molto differenti tra loro, ma sempre caratterizzati da un forte spirito anarchico e ribelle. Il suo gioco più famoso è sicuramente il platform in pixel art Broforce, cui sono seguiti un simulatore di gladiatori per visori VR chiamato Gorn e uno strano adventure party game con protagonisti degli organi riproduttivi maschili, chiamato Genital Jousting.
Per proseguire la tradizione di non lanciare mai un gioco uguale al precedente, ora è il turno di un gestionale al contrario, come gli sviluppatori stessi amano definirlo, in cui il giocatore non deve fare altro che ridare vita a un pianeta distrutto dai suoi antenati, ripristinando i vari ecosistemi e andando via dopo essere riuscito nell'impresa, riciclando però tutte le strutture costruite per l'occasione.
Incuriositi dalla premessa, abbiamo provato Terra Nil, grazie a una demo che ci ha consentito di scoprire un titolo decisamente interessante.
La demo
La demo, disponibile per tutti sulla pagina Steam di Terra Nil, consente di provare un singolo scenario. Come già detto, l'obiettivo non è colonizzare, ma rivivificare delle terre brulle e inospitali, distrutte dall'intervento dell'uomo. La prima cosa da fare è portare l'energia elettrica costruendo delle pale eoliche su delle rocce. A queste si potranno collegare i vari macchinari disponibili, tutti selezionabili da un menù di scelta rapida, posizionato nella parte bassa dello schermo. Le azioni preliminari da compiere sono abbastanza lineari: bisogna preparare il terreno, in modo da renderlo fertile, quindi bisogna far crescere la prima vegetazione. Dove presenti, è possibile anche ricreare dei fiumi dentro dei canaloni. Questi ultimi avranno una funzione importantissima nella fase finale della missione, perché consentiranno di recuperare i materiali delle strutture da riciclare.
Comunque sia, rinverdita la maggior parte del terreno (c'è un obiettivo specifico da raggiungere), si può passare alla fase successiva, che consiste nel diversificare i biomi. Ad esempio si possono creare incendi controllati per avere l'humus giusto per costruire delle foreste, oppure si può concentrare l'umidità per avere delle aree più fertili.
In caso di necessità si possono anche creare nuove rocce, su cui posizionare altre pale eoliche, o scavare nuovi canali, per creare nuovi fiumi. Quando si sono raggiunti tutti gli obiettivi fissati dallo scenario è anche il momento di andare via. Inizia quindi la fase di riciclaggio, che è quella che sovverte molti dei canoni del genere. Il territorio non ha più bisogno della nostra presenza, quindi non resta che usare dei centri di riciclaggio per distruggere gli edifici presenti e usare i materiali per costruire un aeronave con cui passare al territorio successivo.
Di fatto Terra Nil ci chiede di fare l'esatto opposto di ciò che si fa solitamente in titoli simili: invece di stare lì a rimirare quanto siamo cresciuti e diventati potenti, dobbiamo eclissarci e lasciare che la natura faccia il suo corso. Se vogliamo è un punto di vista interessante, quantomeno originale, sul genere, che ci pone in una posizione critica su quelli che solitamente sono gli obiettivi che perseguiamo, nonché sul modello di società rappresentato di solito da questi giochi, che magnifica la "crescita infinita" propugnata dal capitalismo senza mostrarne i limiti e i rischi concreti.
Comunque sia, la demo non dura moltissimo (si finisce in circa mezz'ora), quindi è presto per tirare conclusioni, anche solo sulla visione del mondo che muove il gioco. Complessivamente ci è piaciuta, ma è tutto da verificare se certe meccaniche renderanno bene in un contesto più ampio o se diventeranno dei colli di bottiglia per l'esperienza, rendendola molto ripetitiva.
Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte a un titolo molto semplice: il mondo di gioco è diviso in caselle che cambiano aspetto a seconda del bioma ricreato. Quando la vegetazione diventa predominante, tra le piante appaiono anche degli animaletti, come orsi, cervi, rane, volatili e quant'altro, che rendono decisamente vivo l'ambiente. Nonostante il motore grafico non faccia niente di incredibile, vedere il territorio ristorato fa un certo effetto. Non aspettatevi nulla che metta sotto torchio le schede grafiche, comunque, anche perché non è sicuramente questo l'obiettivo di Terra Nil.
La demo di Terra Nil dura troppo poco per consentirci di dare dei giudizi precisi. Diciamo che le premesse sono decisamente interessanti, ma bisognerà vedere se reggeranno in un titolo completo, dato che il rischio ripetitività è dietro l'angolo. Nella versione finale ci aspettiamo di trovare più biomi da rigenerare, più strutture da costruire e riciclare e maggiori difficoltà nel raggiungere gli obiettivi. Staremo a vedere.
CERTEZZE
- Le premesse sono ottime
- Ridare vita al pianeta regala una certa soddifazione
DUBBI
- Le meccaniche reggeranno in un gioco completo?