C'era una volta una giovane strega dai capelli scuri che viveva in un'elegante appartamento ancorato a un asteroide, imprigionata ormai da secoli ai margini del cosmo. Il suo crimine? La veggente, specializzata nella lettura dei tarocchi, avrebbe predetto la fine della sua congrega, gettando nel panico le consorelle e convincendo Aedana, la leader del gruppo, a condannarla a un intero millennio d'esilio. Privata delle preziose carte con cui veicolava il proprio potere, Fortuna sopravvive ormai isolata da duecento anni, e in preda alla rabbia compie un pericolosissimo rituale d'evocazione: il suo bersaglio è Àbramar, un Behemoth più antico dell'universo stesso, una creatura che - dietro il pagamento di un carissimo prezzo - promette di conferirle un potere senza precedenti.
È così che si apre The Cosmic Wheel Sisterhood, la nuova opera di Deconstructeam, piccolo studio indipendente salito agli onori della cronaca in seguito alla ventiseiesima edizione della celebre game jam Ludum Dare, evento che ha segnato l'inizio di una proficua collaborazione con Devolver Digital. Dopo aver pubblicato il punta e clicca Gods Will Be Watching e l'avventura cyberpunk The Red Strings Club, i ragazzi della bottega spagnola ci hanno accompagnato lungo i primi passi della loro prossima opera, nel cuore di un universo sospeso a metà tra fantascienza e stregoneria che imbocca un sentiero di gameplay mai incontrato in passato.
Capita molto raramente, nel sottobosco dei videogiochi, d'incontrare qualcosa che sia veramente nuovo e originale. Eppure è proprio ciò che è successo non appena abbiamo preso controllo della strega Fortuna, osservando i piccoli dettagli che impreziosivano il suo appartamento in pixel art, trascinati dalla martellante colonna sonora ambient, ascoltando le parole dell'inquietante e al tempo stesso affascinante Behemoth Àbramar, avviluppato come una lucertola attorno alla casetta fluttuante e pronto a condividere i misteri del cosmo.
Un videogioco senza un genere, un'esperienza che ha il profumo di un trip psichedelico, un racconto introspettivo che accende i riflettori sui lati oscuri di chiunque stia impugnando il controller. Queste, e molte altre, sono le sensazioni che hanno accompagnato l'incipit di The Cosmic Wheel Sisterhood di Deconstructeam, l'opera in equilibrio tra fantascienza e superstizione che abbiamo provato a Parigi rispondendo all'invito di Devolver Digital.
Streghe, mostri, persone
Sola, spogliata dei suoi tarocchi e abbandonata ai margini del cosmo, la strega Fortuna risveglia il Behemoth Àbramar, creatura che mescola i tratti estetici degli idoli induisti con quelli dell'orrore di lovecraftiana memoria, un essere onnisciente che non vede l'ora di addestrare la sua nuova padrona. Il rituale consiste nel profondo studio dei quattro sigilli alla base dell'io umano - l'aria, l'acqua, la terra e il fuoco - sfruttati come espedienti per riesumare il passato della protagonista, per ripercorrere tutti i passi che ha mosso e soprattutto per tratteggiare le note di colore del suo carattere, strettamente legate alle scelte compiute dal giocatore. "Come vuoi essere percepita?", domanderà Àbramar, e la risposta fornita da Fortuna cambierà profondamente ciascuna interazione con altri personaggi. "Voglio essere temuta", abbiamo affermato, per poi vedere tale timore trasformarsi in una realtà più che mai concreta nei rapporti con i comprimari.
Il racconto procede lungo strati differenti, esplorando momenti della passata vita mortale di Fortuna, mettendo in scena gli attimi della sua prigionia, dipingendo l'incontro con Àbramar e tutto ciò che ne consegue. Si tratta di un'esperienza fortemente radicata nel dialogo e soprattutto nell'ascolto - per certi versi vicina alle atmosfere di Citizen Sleeper - che vuole conferire enorme peso ad ogni scelta e a ciascuna delle interazioni, senza sacrificare la profondità del complesso mondo che circonda la protagonista; congreghe galattiche, streghe immortali, antichi Behemoth e templi sulle superfici di pianeti sconosciuti sono un costante sottofondo che non abbandona mai la componente narrativa.
Capita di lasciare temporaneamente il claustrofobico appartamento nello spazio per partire lungo il fiume dei ricordi, a bordo di un food truck con le amiche Eva e Patrice, scoprendo lati sorprendenti della caratterizzazione di Fortuna, legati a problemi e dinamiche decisamente più umane. Preparando una pizza per le compagne di viaggio, nell'attesa di osservare le stelle cadenti, c'è occasione di riflettere sui sogni e sulle ambizioni di tre giovani completamente diverse l'una dall'altra, ancora del tutto ignare delle creature e delle società nascoste nel cosmo al di sopra le loro teste.
Mentre Àbramar chiede a Fortuna quale sia il pesantissimo sacrificio che ha scelto di compiere in cambio del potere, l'Arbitro Thea - incaricata di dirimere le controversie fra streghe - indaga sulla punizione inflitta alla protagonista, e sembra più che mai bendisposta nei confronti della veggente. Ma ormai è troppo tardi: Fortuna ha già evocato un Behemoth, ha già ottenuto il potere promesso, ha da tempo iniziato a creare dal nulla un nuovo mazzo di tarocchi, pronti a piegarsi alle sue decisioni. Questo è quanto accade nei primi battiti dell'opera, a brevissima distanza dall'istante in cui si fa conoscenza della strega.
Come si gioca?
Il potere conferito a Fortuna da Àbramar le consente di sfruttare un Tokonoma cerimoniale al fine di creare delle carte dei tarocchi uniche e personali con cui sostituire il ben più classico mazzo che le è stato sottratto. The Cosmic Wheel Sisterhood è infatti un deck-builder, ma non nel senso tradizionale del termine: anziché collezionare delle carte con le quali combattere una serie di avversari, la protagonista deve realizzare artigianalmente degli Arcani che le consentano di analizzare minuziosamente il destino dei vari interlocutori, secondo una formula interamente votata al dialogo e alla narrativa.
Interagendo con il Tokonoma è possibile accedere al menù delle carte al fine di personalizzare la natura filosofica dei tarocchi ma soprattutto la componente estetica, al punto che ciascuno di essi diventa una vera e propria opera d'arte realizzata dal giocatore. Dopo aver scelto, ridimensionato e riposizionato accuratamente uno sfondo, tocca selezionare l'arcano principale cui affiancare un accessorio magico e una serie di dettagli per arricchire il quadro. Durante il processo di creazione, è possibile rimuovere e aggiungere elementi, ruotare le figure a disposizione, sovrapporle, ingrandirle, ridurle e intrecciarle al fine di dar vita a composizioni uniche. L'unico requisito per poter creare un tarocco risiede nelle risorse necessarie: ciascuno dei tre elementi che costituiscono una carta ha infatti un determinato costo in unità d'aria, acqua, terra e fuoco che dev'essere soddisfatto prima di poter interagire con il Tokonoma.
I tarocchi, una volta realizzati, fanno proprio quello che ci si aspetterebbe: consentono a Fortuna di leggere dettagliatamente il futuro di chi le sta attorno. Imbattendosi nei comprimari, fra cui lo stesso Àbramar, capita di dover mescolare il mazzo ed estrarre una carta: a quel punto la giovane strega potrà posizionarla sul tavolo - accanto a un dato argomento - per conoscere il destino dei suoi interlocutori, scegliendo cosa comunicargli sulla base della carta pescata, influenzando le loro azioni, la percezione del mondo e quella che hanno del proprio io.
Le possibilità in termini di creazione dei tarocchi sono praticamente illimitate, perché ciascuna combinazione di fondale, arcano e dettaglio dà vita a varianti uniche, più o meno radicate in un dato elemento. L'aria rappresenta ciò che ci circonda, l'acqua è una metafora del nostro io, la terra simboleggia la forza, mentre il fuoco non è altro che il conflitto: la prevalenza di un sigillo sugli altri cambia profondamente l'esito di ciascuna lettura, pertanto porta determinanti effetti collaterali anche sul piano del racconto. Mescolando ad esempio il fondale della carovana volante con l'arcano dell'arpia, e chiudendo la ricetta con l'incantesimo del volo, si può dar vita al tarocco "Inno alla Fortuna", strettamente legato all'elemento dell'aria e dunque alla percezione degli altri.
Dal momento che le combinazioni possibili sono pressoché infinite, ciascuna regala forma a un tarocco unico, pertanto il comparto della narrativa assume una struttura modulare fatta di opzioni di dialogo che diventano anch'esse estremamente varie, specialmente se si tiene in considerazione l'elemento legato al caso. Le carte che vengono pescate durante la lettura sono infatti totalmente casuali, di conseguenza la medesima interazione sarà diversa per due giocatori distinti, anche se paradossalmente questi dovessero avere le medesime carte a disposizione, cosa che già di per sé sarebbe davvero improbabile.
Tutte queste meccaniche si mettono al servizio di un'esperienza puramente narrativa nella quale sono le azioni compiute da Fortuna a tessere il canovaccio del racconto, perché ciascuna scelta compiuta - per quanto apparentemente trascurabile - porta diverse conseguenze concrete nell'incedere della trama e nella struttura dei dialoghi successivi. Quanto tempo servirebbe per poter vedere effettivamente tutte le possibilità racchiuse da The Cosmic Wheel Sisterhood? "È letteralmente impossibile che ciò accada", ha voluto sottolineare Jordi De Paco, che rappresenta un terzo del nucleo centrale di Deconstructeam.
Atmosfera unica
The Cosmic Wheel Sisterhood muta profondamente le caratteristiche della classica avventura narrativa, assumendo contorni estremamente complessi da inquadrare in maniera chiara. Risulta quasi difficile comprendere come faccia l'opera a funzionare, a modulare la sua narrativa, dal momento che nella pur breve sezione affrontata si potevano notare differenze sostanziali fra una partita e l'altra. Forse questo rappresenta parte dello scopo di Deconstructeam, che parlando di streghe cosmiche mira invece a trattare tematiche decisamente più umane, con particolare attenzione verso legami e rapporti interpersonali, che non si possono ridurre a una semplice linea retta.
L'atmosfera che si respira nei primi battiti dell'avventura è quella di un lungo e malinconico viaggio nel quale scendere lentamente a patti con le proprie scelte, tratteggiando il destino della protagonista e dei comprimari ancor prima di conoscerne il carattere e il passato. Ed è un'atmosfera che si riflette nei bassi della colonna sonora, sospesa a metà fra le tonalità ambient e quelle della musica elettronica, un sottofondo estremamente azzeccato per musicare tanto i sinuosi movimenti di Àbramar quanto i flashback ripercorsi da Fortuna.
La pixel art che ne tratteggia le forme assume un ruolo ancor più importante, perché uno degli elementi più soddisfacenti emersi dalla prova risiede nella creazione dei tarocchi. Si corre molto di frequente il rischio di perdersi per svariati minuti nella costruzione degli arcani, giocando con gli sfondi e con i protagonisti della composizione, mescolando creature, accessori e luoghi magici al fine di confezionare piccoli capolavori. Il che non ha alcuna importanza, perché la bellezza dei tarocchi non ha alcuna influenza sull'incedere del viaggio, eppure si tratta di un procedimento estremamente soddisfacente nella sua candida semplicità. Inoltre, ciascun elemento alla base dei tarocchi - ad esempio un tempio cosmico da sfruttare come fondale - è arricchito da una descrizione volta ad alimentare l'immancabile "lore", regalando una forma concreta a svariati concetti che s'incontrano in fase di dialogo.
Staccarsi dopo aver vissuto l'incipit della storia di Fortuna è stato un po' come risvegliarsi da un trip psichedelico del quale si conservano nitidi ricordi mitigati da una fitta coltre di confusione. The Cosmic Wheel Sisterhood si è infatti presentato come un'opera indecifrabile, un piccolo trucco d'illusionismo del quale non si riesce a cogliere il segreto, e più d'ogni altra cosa come un'approccio inedito alla formula narrativa. Saranno proprio il racconto, la profondità dei personaggi e quella delle interazioni a decretarne o meno il successo, e per quanto sia evidentemente indirizzato a una nicchia l'ultimo lavoro di Deconstructeam poggia su fondamenta che meriterebbero grande attenzione.
Diverso, difficile da leggere, psichedelico: The Cosmic Wheel Sisterhood è un attacco alle avventure narrative che punta su armi non convenzionali, approcciando il racconto da angolazioni difficilmente incontrate altrove. Nel corso dei primi momenti di gioco abbiamo scoperto un'opera che sfrutta streghe, congreghe cosmiche e antichi demoni come espedienti per trattare l'umanità e soprattutto gli esseri umani, pescando tarocchi per aprire spiragli su questioni capaci di parlare a chiunque. Si tratta di un deck-builder nel quale le carte si mettono esclusivamente al servizio della narrativa, in cui lo stesso procedimento di creazione degli arcani diventa parte integrante dell'esperienza. Il prossimo lavoro di Deconstructeam, d'altra parte, si potrà leggere con cognizione di causa solo dopo aver saggiato la scrittura, dal momento che le meccaniche e l'anima stessa dell'opera sembrano risedere unicamente nel racconto.
CERTEZZE
- Creare tarocchi dà assuefazione
- Un modo inedito di raccontare una storia
- Colonna sonora e scene da trip psichedelico
DUBBI
- La qualità della narrativa sarà importantissima
- Qualche meccanica in più non guasterebbe
- Cura estetica a volte inferiore a The Red Strings Club