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The Last of Us, il ritmo della seconda stagione è influenzato dai nemici

Rispetto alla prima stagione, i nuovi episodi di The Last of Us mostrano molta più azione sullo schermo e una maggior varietà di nemici, a tutto vantaggio del ritmo.

SPECIALE di Lorenzo Kobe Fazio   —   14/05/2025
Una foto tratta da una scena della seconda stagione di The Last of Us che ritrae un Bloater

La seconda stagione di The Last of Us si appresta a giungere al termine dopo la messa in onda della quinta puntata, sulle sette previste in totale. Nel corso degli episodi, gli showrunner Craig Mazin e Neil Druckmann hanno concretizzato la loro intenzione di effettuare piccoli e grandi cambiamenti rispetto al videogioco, non senza qualche inevitabile polemica e malumore da parte dello zoccolo duro dei fan più intransigenti e attenti alle sfumature che hanno reso l'avventura di Ellie e Abby tanto profonda e complessa sul piano psicologico.

Lo stesso aspetto estetico dell'appartenente alle WLF, più minuto e meno massiccio rispetto alla controparte digitale, da molti è stato visto come un tradimento dell'indole, determinata fino all'ossessione, di una donna che ha modellato il suo corpo con l'unico fine di trovare vendetta e farsi strada a tutti i costi in un mondo in cui la violenza è l'unica moneta di scambio per garantirsi la sopravvivenza.

Se abbiamo già cercato di comprendere le motivazioni di simili variazioni sul tema in un articolo dedicato, resta il fatto che rispetto al passato stiamo assistendo ad una stagione dai ritmi più elevati. Certo, gli eventi da condensare e riproporre sullo schermo sono maggiori rispetto a quelli che alimentavano il primo videogioco della serie, ma è palese la volontà degli sceneggiatori di mostrarci molta più azione e dinamismo, recuperando parte di quel gameplay, a metà tra lo stealth e il combattimento puro, che durante la prima stagione era stato messo in secondo piano.

L'attrice di Dina dice quando dovrebbe iniziare la produzione di The Last of Us Stagione 3 L'attrice di Dina dice quando dovrebbe iniziare la produzione di The Last of Us Stagione 3

Questo cambio di ritmo è anche diretta conseguenza di un ampliamento notevole della varietà di nemici che i protagonisti si ritrovano ad affrontare, caratteristica che in questo senso avvicina particolarmente la trasposizione alla sua opera ispiratrice.

Da World War Z ai filamenti miceliali

Nella prima stagione della serie, il Cordyceps viene presentato come una minaccia costante, per quanto quasi sempre sullo sfondo. Il numero di scene che coinvolgono gli infetti sono poche e spesso limitate nella messa in scena, quasi a voler sottolineare con maggior forza come sia l'essere umano, ancora una volta, il predatore più spietato e pericoloso presente anche in questo mondo post-apocalittico.

La scelta operata dagli showrunner ha concorso a distanziare l'opera dalla lunga lista di film e serie TV con protagonisti i più classici zombie, dando ampio spazio alla narrazione e al rapporto tra Ellie e Joel e alla sua evoluzione.

Il cambio di passo di questa seconda stagione è sensibile e lo si nota già dalla seconda puntata, nell'attacco all'avamposto di Jackson, quando assistiamo alla prima e vera orda di infetti che tenta, e riesce, a fare breccia nella cinta muraria a difesa del centro abitato. In quest'occasione, la quantità di polvere da sparo ed esplosivi utilizzati dai difensori è assolutamente notevole, in totale contrasto con l'idea di risparmio di proiettili e risorse che contraddistingue invece il videogioco. Non solo, in questa sequenza c'è anche un diretto richiamo al film World Word Z, dove la quantità di zombie sullo schermo, in assonanza al romanzo a cui si rifà, è davvero spropositata. Nel tentativo di superare il muro di cinta, infatti, gli infetti si ammassano, arrampicandosi sui cadaveri, arrivando a formare una momentanea torre di corpi che tende pericolosamente alla cima della fortificazione.

Anche Maria, la moglie di Tommy, si distingue in positivo durante l'assalto degli infetti a Jackson
Anche Maria, la moglie di Tommy, si distingue in positivo durante l'assalto degli infetti a Jackson

A rompere l'impasse, nonché a spezzare la momentanea vittoria degli abitanti di Jackson, la pronta apparizione di un Bloater, figura già nota agli spettatori della serie TV e protagonista di uno scontro memorabile contro le milizie di Kathleen. Se in quell'occasione Joel e Ellie riuscirono ad evitare la battaglia con il gigantesco avversario, in questo caso è toccato a Tommy stendere il mostro, in una sequenza da cardiopalma in cui il nostro sembra sul punto di soccombere.

L'intera scena è un diretto richiamo alla tradizione più classica dei film sugli zombie, con uno scontro su larga scala e un ampissimo numero di sopravvissuti e infetti coinvolti. A confronto, la già citata scena con le milizie di Kathleen della prima stagione sembra una baruffa di poco conto. Si tratta, senza mezzi termini, di una concessione della serie a chi chiedeva un po' di azione, ma che al contempo aiuta a contestualizzare meglio la minaccia del Cordyceps, ad ampliarne la portata persino mettendo in discussione la sopravvivenza di un avamposto ben armato e fortificato come Jackson. Il che, soprattutto per chi non si è goduto di due videogiochi, è utile a restituire la sensazione di rischio costante ed improvviso che si corre nel mondo post-apocalittico di The Last of Us.

La seconda puntata segna al momento l'apice per quanto riguarda la scena più movimentata e corale della serie
La seconda puntata segna al momento l'apice per quanto riguarda la scena più movimentata e corale della serie

C'è anche un altro dettaglio interessante, già ravvisabile nella stagione scorsa e assente nel videogioco, che rende ancora più pericoloso questa versione del Cordyceps. A richiamare l'orda nei pressi di Jackson, difatti, sono i filamenti miceliali che gli abitanti scovano nelle tubature che scorrono poco sotto la superficie dell'avamposto. Proprio questa fitta rete di funghi, che potremmo definire neurale, invisibile e onnipresente, rappresenta la minaccia più grande che i sopravvissuti devono costantemente contrastare, rendendo sostanzialmente ogni angolo del pianeta virtualmente raggiungibile e, quindi, contaminabile dal Cordyceps.

Da La notte dei morti viventi ad Apocalypse Now

Non è tutto, perché a questo proposito, si insinua un'altra minaccia del Cordyceps che non era stata considerata nella prima stagione. Nella quinta puntata viene (ri)abilitata l'esistenza delle spore, una delle minacce principali per quanto riguarda il potenziale contagio nel videogioco. Chi ha buona memoria, non faticherà a ricordarsi le sessioni di Joel munito di maschera anti-gas, proprio per prevenire l'inalazione del fungo che conduce alla trasformazione in Runner.

Ecco il momento in cui le spore fanno il loro esordio ufficiale nella serie TV
Ecco il momento in cui le spore fanno il loro esordio ufficiale nella serie TV

Nel dialogo che apre la puntata tra Hanrahan e Elise Park, entrambe membri del WLF, veniamo a conoscenza di un gruppo di militari che, rimasti bloccati in una struttura abbandonata da tempo, si trasformano proprio a causa dell'inalazione di spore. Dal dialogo, purtroppo, non è possibile capire con precisione se ciò rappresenti una novità assoluta nel mondo di The Last of Us, una potenziale mutazione relativamente recente del Cordyceps. In ogni caso le due donne, mentre raccontano e analizzano gli eventi accaduti, sembrano sufficientemente sconvolte da lasciare intendere che si tratti di un evento di per sé piuttosto raro e, ovviamente, dalle conseguenze potenzialmente devastanti.

In tutto questo, non va ovviamente dimenticato l'esordio nella serie degli Stalker, gli infetti che si nascondono prima lanciarsi in furiosi e rapidi attacchi. In questa stagione è possibile ammirarli in due diverse occasioni. Se l'attacco a Jackson avvicina The Last of Us a film più corali e d'impatto, come il già citato World War Z e L'Alba dei Morti Viventi, in questo caso il ritmo e le atmosfere richiamano film horror improntanti su tensione e spaventi, come possono esserlo Rec o La Notte dei Morti Viventi. Per quanto le sequenze che coinvolgono gli Stalker siano poche e piuttosto contenute in termini di minutaggio, l'inserimento di questa nuova tipologia di nemici ha consentito alla serie di variare ulteriormente il dinamismo del montaggio e di inspessire linguaggio e stile della messa in scena.

I filamenti sono presenti sin dalla prima stagione, quando pensavamo fosse l'unico modo del Cordyceps per infettare altri esseri viventi
I filamenti sono presenti sin dalla prima stagione, quando pensavamo fosse l'unico modo del Cordyceps per infettare altri esseri viventi

In ultima istanza non possiamo non tirare in ballo anche le presenze nemiche umane. Il gruppo armato di Kathleen è qui sostituito dalle WLF, ancora meglio armate, equipaggiate e numerose. Simbolica, oltre che d'impatto a livello visivo, la scena nella metropolitana abbandonata nella quarta puntata, dove i militari accendono i bengala, iniettando la scena di un rosso acceso che ci ha fatto tornare in mente alcune scene di Apocalypse Now.

Sempre richiamando in qualche modo il film di Francis Ford Coppola, viene naturale citare anche le Iene, i Serafiti, che in questa quinta puntata possiamo ammirare nel loro "habitat naturale", l'isola che presiedono e che viene brevemente esplorata da Ellie, giusto per il tempo di farsi catturare e fuggire gambe levate. Tra torce, fitta flora, ombre e oscurità totale, sembra quasi di rivedere il capitano Benjamin L. Willard mentre si aggira tra la fanghiglia e la bassa vegetazione.

I Serafiti saranno sicuramente protagonisti nella terza stagione
I Serafiti saranno sicuramente protagonisti nella terza stagione

Un bestiario più ampio, rispetto alla stagione passata, ha permesso a sceneggiatori e registi di dare forma ad un prodotto linguisticamente e stilisticamente più sfaccettato, capace di alternare scene d'azione rocambolesca e situazioni visivamente più ricercate e dai ritmi più compassati. Da questo punto di vista, il distacco con il videogioco è diminuito, dando modo sia alle psicologie dei personaggi di dispiegarsi, sia ai rapporti tra di essi di evolvere, sia alla messa in scena di farsi più variegata. Tutto questo, semplicemente, trasponendo intelligentemente le mostruosità e gli avversari visti nel videogioco, adattandoli alle modalità espressive e al linguaggio proprio di una serie TV.