The Witcher 3: Wild Hunt e The Elder Scrolls V: Skyrim sono sicuramente tra i giochi di ruolo più famosi e amati della storia dei videogiochi, nonché i più acquistati e giocati. Vale sicuramente la pena di sottoporli a un confronto ideale non tanto per definire quale sia il migliore tra i due, ma per capirne le differenze nel design e in un certo senso come The Witcher 3 abbia provato a evolvere la formula di Skyrim e in cosa un approccio più tradizionale sia ancora da preferire a uno più moderno. Non aspettatevi comunque un duello tecnico, perché non avrebbe davvero senso visti gli anni che separano le date di uscita dei due titoli. Ma ora bando alle ciance e, armi in pugno, procediamo.
Storia principale
Qui The Witcher 3 vince senza problemi, non solo per la qualità della storia principale, ma soprattutto per come viene raccontata. Le vicende di Geralt contro la Caccia Selvaggia e la sua ricerca di Yennefer e Ciri si intrecciano con le molte storie in cui ci si imbatte visitando il mondo di gioco, creando così un tessuto formidabile e appassionante, arricchito da personaggi secondari interessanti e da un senso fortemente narrativo delle azioni del protagonista. Skyrm dal canto suo non offre una storia particolarmente intricata e, nonostante il tentativo di mescolare antichi culti, draghi e politica locale possa considerarsi riuscito, ha un approccio decisamente più lineare alla narrazione, con un contorno di personaggi secondari non molto intrigante. Insomma, lì dove in The Witcher 3 la quest principale è ritagliata sul protagonista ed entra nel particolare delle vicende della sua vita, approfondendole, in Skyrim è molto più generica e anonima. Se vogliamo uno dei punti di forza di avere un personaggio ben definito sul quale lavorare, invece di uno personalizzabile a piacere dal giocatore è anche questo: in The Witcher 3 è raccontata la storia di Geralt di Rivia, mentre in Skyrim una storia esterna a un personaggio senza nome e senza un passato.
Missioni secondarie
Qui Skyrim si fa più aggressivo, ma rimane sempre uno scalino sotto a The Witcher 3. Alcune missioni secondarie del titolo di Bethesda sono ben fatte. Anzi, come capita stesso nei giochi di ruolo dello studio americano, possono addirittura essere superiori alla storia principale. Basti pensare alle quest delle gilde per avere un esempio di ciò che affermiamo. The Witcher 3 però non solo offre quest secondarie ben scritte, ma anche meglio intrecciate con il mondo di gioco e con la quest principale. Per dire, anche attività standard e, se vogliamo banali come il lavoro di Geralt di cacciatore di mostri assumono un senso maggiore proprio perché ben contestualizzate all'interno di un quadro più grande e sfaccettato con cui sono in piena armonia. Per dire, in Skyrim si può assumere il comando di tutte le gilde contemporaneamente, comprese quelle in conflitto tra loro, e si possono risolvere missioni in contrasto con quello che è il comportamento tenuto nella storia principale, senza subire alcuna conseguenza reale e senza produrre effetti sostanziali sul mondo di gioco. In the Witcher 3, invece, Geralt risolve situazioni in linea con il suo status che producono risvolti in eventi successivi, sempre ben raccontati. Pensate ad esempio alla quest line del Barone Sanguinario o a quella molto più piccola di Lena a White Orchad, i cui risvolti si manifestano in una fase avanzata del gioco e in un luogo completamente diverso da dove si è svolta la missione.
Espansioni e DLC
Anche qui The Witcher 3 esce vincente. Skyrim di suo ha tre DLC maggiori, contro i due di The Witcher 3. Almeno due dei tre DLC di Skyrim sono sicuramente molto validi: pensiamo a Dawnguard, in cui si affrontano dei vampiri e ci si può trasformare in un di loro, e a Dragonborn, che aggiunge un luogo completamente nuovo, l'isola di Solstheim, e una campagna incentrata sulla storia dei Sangue di Drago. Seppur validi entrambi, si nota facilmente come siano concepiti in modo molto più limitato rispetto a quelli di The Witcher 3, in particolare a Blood and Wine, che aggiunge al gameplay una nuova storia principale molto lunga e articolata che si svolge su di una nuova mappa, Toussaint, caratterizzata in modo eccellente. In ultima analisi possiamo dire che mentre i DLC di Skyrim sembrano appiccicati al gioco e servono per accontentare questa o quella richiesta dei giocatori, quelli di The Witcher 3 sono in perfetta armonia con gli altri contenuti e offrono un approccio più moderno al concetto di espansione.
Gameplay e meccaniche di gioco
Qui il confronto si fa più arduo. Skyrim e The Witcher 3 sono due titoli molto diversi tra loro in termini di filosofia di design. Skyrim è più legato ai giochi di ruolo tradizionali e ha una storia lunghissima alle spalle, fatta di quattro predecessori, la cui eredità è inevitabilmente visibile nelle meccaniche e nel gameplay. The Witcher 3 invece è il culmine di una serie più recente che ha tentato sin da subito di legare azione e gioco di ruolo, cercando di fondarsi su di una formula più moderna e dinamica, ma che allo stesso tempo non sacrificasse alcuni degli elementi più amati dai giocatori hardcore. Il risultato è che Skyrim eccelle in tutti quegli aspetti che più lo avvicinano ai classici del genere, come il crafting, l'alchimia e la gestione delle abilità del protagonista, mentre The Witcher 3 risalta dal lato dell'azione, con dei combattimenti più dinamici e generalmente più appassionanti e dei movimenti più naturali e fluidi, sia a piedi, sia a cavallo. Preferire l'uno o l'altro è quindi una mera questione di gusti e molto dipende da ciò che si chiede a un gioco di ruolo e all'importanza che si dà alle diverse componenti.
Esplorazione e bottino
Qui la nostra preferenza va a Skyrim. Diciamo che The Witcher 3 da questo punto di vista ha un approccio sicuramente più moderno, ma troppo legato a una serie di caratteristiche derivate da altri open world, che vincolano eccessivamente il giocatore alle icone visibili sulla mappa. Skyrim invece premia un'esplorazione più libera, offrendo al giocatore dungeon più articolati e meno accessibili. In giro si trovano meno tesori e l'equipaggiamento è più definito e limitato, ma proprio per questo si percepiscono maggiormente i progressi compiuti, che appaiono invece molto più sfumati e, in un certo senso insignificanti, nel titolo di CD Projekt Red, dove l'abbondanza di oggetti magici rende spesso la loro ricerca superflua, quando non paradossale, premiando la quantità di forzieri aperti sulla qualità degli stessi. Se in un forziere nascosto sotto a un qualsiasi albero posso trovare un'arma più potente di una spada leggendaria tenuta tra i cimeli di famiglia di un'antica fortezza, è l'esplorazione stessa a perdere forza, perché diventa un'operazione meccanica, atta solo a cercare l'ennesimo contenitore da aprire sperando nella fortuna. In Skyrim, invece, arrivare in fondo a un dungeon premia sempre, perché si è certi che ci si troverà qualcosa di valore in proporzione alla sfida affrontata, magari un pezzo di equipaggiamento leggendario o qualche nuovo incantesimo.
Mondi a confronto
Fare un confronto grafico tra un gioco della generazione Xbox 360 / PS3 e uno di quella attuale ci sembra ingiusto. Di Skyrim esiste un'edizione rimasterizzata, ma è comunque stato pensato per sistemi meno potenti di quelli moderni e quindi è naturale che The Witcher 3 prevalga da questo punto di vista. Consideriamo invece più interessante confrontare la caratterizzazione delle varie mappe, ossia il modo in cui sono state concepite. In questo caso la nostra preferenza va senza esitazione a The Witcher 3 per un motivo molto semplice: Geralt si muove in mondo che sembra avere una sua storia, lì dove la regione di Skyrim sembra una collezione di cartoline di luoghi belli quanto si vuole, ma che sembrano quasi non avere alcuna relazione tra loro. Per capire quello che vogliamo dire pensate alla mappa di Velen e Novigrad di The Witcher 3 e di come sia stata costruita per raccontare della guerra in corso, oppure pensate a Touissant, la regione di Blood and Wine, e a come l'intero paesaggio sia in relazione con l'economia dell'area. Insomma, CD Projekt Red è riuscita a disegnare dei territori che non appaiono solo essere dei parchi giochi per Geralt, ma che sono in grado di raccontare la loro storia a chi li osserva senza bisogno di parole. Skyrim invece è pieno di luoghi caratteristici che convivono senza però incontrarsi mai.
Colonna sonora
Poco da dire: entrambi i titoli hanno delle colonne sonore eccellenti. Scegliere l'una o l'altra è davvero una questione di gusti.
Supporto per i modder
Qui Skyrim vince a mani basse. Il titolo di Bethesda è semplicemente uno dei più modificati della storia dei videogiochi, grazie anche all'ottimo supporto fornito dagli sviluppatori. Tra Nexus mod e Steam Workshop si possono scaricare letteralmente decine di migliaia di mod per espanderlo come si vuole. Per The Witcher 3 esistono delle mod, ma il supporto dato da CD Projekt Red è quasi nullo in tal senso e i modder sono costretti a lavorare senza tool ufficiali. Qualcosa riescono a fare, ma non possono andare in profondità quanto i modder di Skyrim. L'abbondanza di mod, del resto, è uno dei motivi che rende Skyrim giocatissimo e molto chiacchierato ancora oggi.