Torna il nostro cacciatori di mostri preferito, torna Geralt di Rivia, ma non l'eroe del clamoroso gioco CD Projekt bensì la versione reinventata da Netflix. Per il debutto della seconda stagione di The Witcher, disponibile dal 17 dicembre, il gigante dello streaming ha organizzato le cose in grande, invitando a quest'ultima edizione di Lucca Comics & Games parte del cast, oltre che a permetterci di guardare in anteprima le prime due puntate di questa nuova e attesa stagione.
Un cast di prim’ordine
L'intensa giornata è iniziata con una presentazione perla stampa, moderata dal giornalista Gianmaria Tammaro, alla quale erano presenti la showrunner Lauren Schmidt, la costumista Lucinda Wright e il production designer Andrew Laws, oltre che Joey Batey e Kim Bodnia, i due attori che interpretano rispettivamente Ranuncolo (o se preferite Jesker, Dandelion o Principe Usignolo) e l'epico Vesemir.
Tutti gli occhi non potevano che essere puntati proprio su quest'ultimo: Vesemir è una delle grandi novità delle nuove otto puntate all'orizzonte e la scelta di un attore come Kim Bodnia, dotato di una presenza scenica eccezionale, sembra avere accontentato tutti. Dietro Vesemir sembra anche esserci un grande cambio di direzione, con un casting che forse per la prima volta non si allontana dagli stilemi proposti dal videogioco proponendo un volto straordinariamente simile a quello del personaggio visto in The Witcher 3: Wild Hunt.
Armature e mascherine
È durante la conferenza stampa che Lauren Schmidt ha spiegato le grandi difficoltà di tornare a lavorare dopo il grande stop imposto dal Covid. La costumista Lucinda Wright confessa di aver spesso lavorato proprio attorno all'esigenza di utilizzare le mascherine di sicurezza sul set, spesso prese come ispirazione per creare nuove armature e nuovi costumi che fossero funzionali all'ambientazione, ma garantissero allo stesso tempo maggiore sicurezza agli attori. Un modo non solo per aggirare il problema pandemia, ma addirittura sfruttarlo per creare stili completamente nuovi per la serie, come nuove saranno le regioni che i nostri eroi andranno ad esplorare. Si prevede insomma un cambio di rotta netto rispetto al lavoro svolto nei primi otto episodi da Tim Aslam che ha svolto un lavoro buono ma, ammettiamolo, non proprio eccezionale.
Un fantasy più ricco
Dal pubblico presente è emersa anche qualche critica all'ordine cronologico imposto da Lauren Schmidt alla prima stagione, caratterizzata da salti temporali che hanno confuso parte del pubblico rendendo forse un po' troppo difficile seguire gli eventi narrati. Alle critiche, la showrunner ha reagito con un grande sorriso, seguito da un "forse era chiaro solo nella mia testa?", e infine rivelando che questa nuova stagione sarà più lineare della prima, ma non totalmente priva di sorprese. Più in generale, dalle parole del cast come anche dalla visione delle prime due puntate, si intuisce che questa volta i soldi a disposizione della produzione sono stati molti di più, e questo ha permesso di esplorare meglio la geografia dei luoghi e di proporre situazioni che nella prima stagione non avrebbero mai potuti essere realizzati. Sempre la Schmidt conferma che la serie è stata girata interamente in Inghilterra, utilizzando scenografie ricostruite in studio come molte più scene in esterna rispetto al passato, scelta che garantirà allo spettatore maggiore varietà degli ambienti e riprese ben più spettacolari e ad ampio respiro di quelle offerte nel 2019.
Netflix chiama, CD Projekt risponde
Dopo la conferenza stampa, il cast si è spostato sul rooftop del Grand Hotel del Giglio, nella piazza omonima di Lucca, dove i più fortunati hanno potuto raggiungerli per una roundtable più esclusiva. Su una terrazza che s'affaccia tra le colline toscane e volteggia tra i tetti degli antichi palazzi della città fortezza, abbracciati da un sole raro ma, a tutta forza, ci siamo seduti per continuare a discutere di questa nuova attesa stagione di The Witcher. Anche qui, è sempre la Schmidt la mattatrice del gruppo, colei che tira innegabilmente le fila dirigendo il cast dentro e fuori al set; una donna di ferro che scopriremo aver lavorato anche alla meravigliosa West Wing, oltre che per The Umbrella Academy e la meno riuscita serie dedicata a Daredevil del 2016.
Dopo aver sentito più volte in passato la produzione prendere le distanze dal gioco, per allinearsi con maggior veemenza alla visione originale dell'autore Andrzej Sapkowski, ci ha oltremodo sorpreso apprendere che per questa seconda stagione la collaborazione con CD Projekt si è fatta via via più stretta, in certi momento addirittura quotidiana. Una collaborazione che ha permesso ai due medium di avviare uno scambio di idee e di stili che hanno influenzato profondamente l'aspetto di questa nuova stagione e, a quanto ci è sembrato di origliare, potrebbe aver influito anche sullo sviluppo della riedizione "next gen" del The Witcher videogioco (scoop o abbaglio? Lo scopriremo tra qualche mese, quando avremo a disposizione entrambi i prodotti).
Un Vesemir da urlo
Prende infine la parola Kim Bodnia che inizia a descrivere il suo Vesemir, un padre, ma anche un fratello per i suoi witcher, figura drammatica, ma non del tutto, perché la serie ha scelto una strada che non abbandona mai del tutto una certa rassicurante leggerezza; segue una straordinaria sequela di aggettivi di rispetto nei confronti di Henry Cavill con il quale ha inevitabilmente allacciato uno strettissimo rapporto di amicizia da set.
L'incontro si è chiuso con una riflessione, una domanda e una risposta che potrebbe interessarvi come ha interessato noi: da grandi amanti dei libri e dei videogiochi, ultimamente abbiamo iniziato a pensare ai personaggi di The Witcher non più con i volti del gioco, ma con quelli della serie tv, e proprio al nostro bardo medievale, il Dandelion interpretato da Joey Batey, abbiamo chiesto se fosse interessato a prestare il suo volto al prossimo videogioco di CD Projekt. La risposta?
Se pagassero il giusto, nessun problema!