1999. Un millennio alle spalle e un altro alle porte. Il mondo cambia a ritmo incessante e non aspetta nessuno. Cresce alla velocità del fulmine e ai decibel del tuono. È un mondo arrabbiato, spaventato, appagato, iperstimolato. Una contraddizione vivente. Ciò lo mostra perfettamente la generazione di giovani che si forma a macchia d'olio in una società sempre più globalizzata, unita insieme dai cavi ottici e i circuiti chiusi. L'oceano si fa una pozzanghera da scavalcare mentre i giovani comunicano in P2P e gli sport estremi spopolano grazie alle prime piattaforme di condivisione video e alle neonate telecamere digitali adatte alle tasche di tutti (o quasi).
In mezzo a questo brodo culturale bolle in superficie un protagonista che contiene tutto ciò che sta smuovendo le acque mondiali alla fine di un secolo tra i più complessi e movimentati della storia: un videogioco, un mixtape, un grido di ribellione, un'icona culturale, sua maestà Tony Hawk's Pro Skater.
Cambiare le regole del gioco
Prima che Neversoft e Activision unissero le forze, molti altri provarono a realizzare un videogioco interamente incentrato sullo skateboard, ma senza grande successo. La colpa era quella di trattare lo skateboarding come qualcosa di superficiale, utile solo a vendere un gioco di corse senza cavalli vapore ai giovani affascinati dalla cultura di strada.
Alla fine degli anni '90, però, i tempi erano maturi per realizzare un videogioco cesellato da appassionati di skateboard per gli appassionati di skateboard. Così Activision decise di portare nelle case di milioni di giocatori un titolo che ben presto fu in grado di conquistare tutti, specie per il nome che portava, associato alla stella internazionale dello skateboard Tony Hawk.
Il matrimonio tra il nascente franchise e il campione e pioniere del "vert" (letteralmente skateboard verticale, quello caratterizzato da rampe e half-pipe) non poteva arrivare in un momento migliore. Infatti nel 1999, pochi mesi prima dell'uscita di Tony Hawk's Pro Skater, il campione era riuscito a chiudere il primo 900 della storia davanti al pubblico incredulo degli X-Games, trasmessi in diretta televisiva.
La risonanza dell'evento diede una certa spinta al gioco, che si rivelò non solo una grande esperienza, fedele alla disciplina pur non sacrificando la natura ludica, ma anche un immediato cult musicale tra le fila di una generazione di statunitensi giovani e giovanissimi, assetati di qualcosa che si allontanasse dall'ipersensazionalista e perbenista società a cavallo tra una Guerra del Golfo e l'altra.
Ciò non toglie che ebbe il suo impatto anche in Europa, portando molti a conoscere nomi che mai avrebbero potuto sentire alla radio e che, anche se con meno difficoltà grazie alle nuove possibilità offerte dalla rete, era complesso reperire.
Risveglio culturale
Gli anni Novanta e i primi 2000 sarebbero comunque passati alla storia come anni segnati dal grunge, dal thrash metal, dall'alternative, dallo ska punk e simili, ma è anche grazie a fenomeni come la serie Tony Hawk's Pro Skater che la generazione cresciuta in quel periodo ha avuto modo di conoscere tutta una serie di band e generi a esse associati.
Gruppi come i Dead Kennedys, i Primus, i The Suicide Machines e gli Speedealers videro la loro popolarità esplodere dopo la loro comparsa come tappeto sonoro per i livelli da ripetere e ripetere come folli in cerca della sessione perfetta. La scelta musicale fu un processo congiunto e abbastanza veloce, come hanno raccontato Tony Hawk e il produttore Scott Pease ai microfoni di Rolling Stone.
Avevano tutti più o meno in mente gli stessi artisti, data la loro base culturale comune, e chi si occupava della parte finanziaria acconsentì praticamente subito all'acquisto della licenza per i brani richiesti, merito della relativa disponibilità dei gruppi, bendisposti a mettere il proprio nome in un videogioco che aveva il potenziale di far schizzare i loro nomi alle stelle.
Complice anche il fatto che il progetto non poteva permettersi di includere un numero troppo elevato di tracce per via dei costi delle licenze, questa piccola colonna sonora divenne, assieme al videogioco, un successo planetario da 3.5 milioni di copie vendute in soli due anni, segnando l'inizio di una carriera di successo per molte band, come i Goldfinger, la cui canzone "Superman" divenne una sorta di tema principale del gioco; un inno per migliaia di giocatori ancora oggi.
Il passo più lungo della gamba
Tony Hawk's Pro Skater 2, con alle spalle la forza di un primo capitolo in grado di dimostrare il suo valore (specialmente commerciale), mise sul piatto una colonna sonora che vantava nomi più altisonanti, come i Public Enemy, i Rage Against the Machine e i Papa Roach, senza abbandonare i piccoli gruppi emergenti come gli svedesi Millencolin, che grazie alla loro "No Cigar" esplosero sulla scena statunitense, bissando quanto fatto dai Goldfinger grazie al primo Pro Skater.
Dopo il 2, però, la serie firmata Tony Hawk, almeno da un punto di vista musicale, non riuscì mai più a lasciare lo stesso segno.
Se si può incolpare qualcosa, forse è stata l'eccessiva varietà di canzoni, che di gioco in gioco si andavano a inserirsi nella playlist finendo per oscurarsi a vicenda, ad affossarne la rilevanza culturale.
La forza della musica dei primi due Pro Skater stava nella loro quantità: essendo una manciata di brani, veniva data una maggiore possibilità ai giocatori di memorizzarli e, considerando la natura "ripetitiva" del titolo, era molto facile che dopo qualche ora di gioco si fossero già impressi a caldo nella loro memoria.
Inoltre, più il tempo avanzava, più le piattaforme di streaming musicale si facevano largo, Youtube bussava alla porta, la pirateria diventava un hobby e la musica di strada aveva ormai conquistato le classifiche mondiali.
La fortuna (o il merito) di Pro Skater 1 e 2 è stata quella di aver aggredito il mercato al momento giusto, quando tutti gli astri erano in posizione per far diventare quegli artisti emergenti un successo commerciale, ma anche culturale e sociale, definendo l'infanzia di un'intera generazione di "degenerati su rotelle".
E voi vi ricordate quegli anni? E quella colonna sonora sregolata? Quanti ricordi si sono legati a quei suoni, a quelle partite, a quelle sfuriate. Sentiamoci vecchi tutti assieme nei commenti, vi va?