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Ubisoft racconta la sua visione nel futuro del gaming

L'otto settembre siamo volati a Parigi per assistere a una conferenza stampa di Ubisoft, dove diverse figure di spicco hanno illustrato il futuro dell'azienda.

SPECIALE di Giordana Moroni   —   10/09/2022

"Dire che quella dei videogiochi è un'industria in rapida evoluzione è un'affermazione riduttiva". Così Yves Guillemot, co-fondatore e CEO di Ubisoft, ha aperto l'evento stampa del'otto settembre, al quale abbiamo partecipato dal vivo a Parigi. Per l'occasione, alcune tra le più alte cariche dell'azienda hanno raccontato alla stampa la loro visione per il futuro dell'azienda.

Un progetto che abbiamo trovato estremamente consapevole, focalizzato e anche un po' ambizioso. Ve lo raccontiamo in questo speciale dedicato al futuro di Ubisoft.

Tra ambizione e concretezza

Yves Guillemot, co-fondatore e CEO di Ubisoft
Yves Guillemot, co-fondatore e CEO di Ubisoft

Per Ubisoft, il mercato del gaming è un segmento in rapida crescita nell'industria dell'intrattenimento che, secondo le stime del publisher, raggiungerà un valore annuo di 300 miliardi di dollari nel 2030, coinvolgendo circa 5 miliardi di giocatori entro il 2028.

Un risultato ottenibile, secondo Guillemot, attraverso la crescente democratizzazione del videogioco, raggiungibile grazie all'ampia scelta di piattaforme su cui poter giocare, a modelli di business per tutte le tasche e un significativo avanzamento tecnologico del cloud computing. Ma il mondo del videogioco è creato da e per le persone e rivolgere un occhio di riguardo a chi sviluppa e chi gioca è altrettanto importante. Con questi concetti ben in mente, Ubisoft porta avanti una visione molto ambiziosa e proiettata nel futuro: "O stai al passo con questi cambiamenti e sei fuori." dice Guillemot, non con fare aggressivo alla Shar kTank, ma con un sorriso morbido e rassicurante impresso sul volto. "È un viaggio emozionante e credo fermamente che Ubisoft abbia ciò che serve per cavalcare questo slancio, per modellare la nostra industria".

Gestione dei brand

Sandrine Caloiaro, Chief Brand & Portfolio Officer di Ubisoft
Sandrine Caloiaro, Chief Brand & Portfolio Officer di Ubisoft

All'atto pratico tutto parte dalla vasta offerta di Ubisoft, che conta circa 35 giochi attivi. A gestire al meglio il catalogo e creare le strategie più efficaci c'è il BPM team di Ubisoft, ovvero il Brand Portfolio Management, capitanato da Sandrine Caloiaro, Chief Portfolio Officer. L'obiettivo di questo gruppo interno è intercettare contemporaneamente le aspettative del pubblico e la direzione del mercato, per creare prodotti capaci di soddisfare l'audience più vasta possibile. Per questo motivo il publisher cerca di offrire esperienze e tipologie di giochi sempre più diversificate, dalle avventure single player alle esperienze multiplayer, premium o free to play.

Un'operazione che investe tanto il portfolio in generale quanto i singoli franchise, come dimostra la direzione intrapresa dai giochi appartenenti alla famiglia di Tom Clancy, o al nuovo corso previsto per Assassin's Creed. L'obiettivo è portare sempre idee fresche all'interno di un genere specifico, sperimentando formule e strutture in grado di cambiare i paradigmi a cui siamo abituati; un proposito mutuato anche dall'osservazione dello sviluppo indipendente, che ha portato diverse gioie al publisher francese nel corso degli anni (Valiant Hearts e Eagle Flight quelli citati), così come alla costruzione di ponti con altri universi creativi, come il gemellaggio tra i Rabbids e Mario.

La proprietà intellettuale di Tom Clancy offre numerosi giochi, tutti diversi tra loro
La proprietà intellettuale di Tom Clancy offre numerosi giochi, tutti diversi tra loro

Una differenziazione che nasce anche dall'esigenza di tenere sempre coinvolte le community, mai come in questi anni affamate di nuovi contenuti. A placare la fame, ma anche a stuzzicare l'appetito di chi non ha mai partecipato al buffet, c'è inoltre la forte volontà da parte di Ubisoft di creare prodotti d'intrattenimento cross-mediali, per permettere ai giocatori di godere dei loro brand preferiti in modi che travalichino la semplice esperienza videoludica. Parliamo di serie TV, fumetti, racconti, perché secondo Caloiaro "i videogiochi sono diventati il principale traino della cultura pop contemporanea, e vogliamo che in nostri marchi principali acquistino una rilevanza ancor più grande nell'intrattenimento moderno".

Qualità del prodotto

Fawzi Mesmar, VP Editorial in Ubisoft
Fawzi Mesmar, VP Editorial in Ubisoft

Ovviamente l'aspettativa del pubblico va soddisfatta anche e soprattutto con prodotti dall'alto valore qualitativo. Fawzi Mesmar, VP Editorial, ha spiegato durante la presentazione alcuni dei processi interni che Ubisoft ha iniziato ad adottare per alzare l'asticella della qualità dei suoi prodotti. Il team Editorial è composto da esperti del settore che analizzano prima, durante e a posteriori i giochi prodotti, per valutarne la qualità e fornire una doppia prospettiva al team di sviluppo: quella interna all'azienda e quella del pubblico.

Per questo il team editoriale valuta e recensisce internamente i giochi prodotti, crea analisi e post mortem, si avvale della competenza anche di altri sviluppatori e figure specializzate dell'azienda per valutare singoli elementi costitutivi dei giochi. "Ogni ora di gioco del nostro pubblico deve essere significativa, e non possiamo pretendere che ciò accada senza offrire loro la massima esperienza possibile".

Rider Republic è un gioco fortemente votato all'esperienza community
Rider Republic è un gioco fortemente votato all'esperienza community

L'impatto che un videogioco può avere, sia sul singolo che sulla massa, è significante e per questo il publisher francese è convinto che un prodotto di qualità sia anche un prodotto con una sua rilevanza culturale. Mesmar non fa riferimento solo alla corretta rappresentazione di aspetti culturali e di genere, essenziali e parte integrante della filosofia dell'azienda, ma anche al potere dei videogiochi di creare momenti di condivisione e di scambio d'idee. Più volte durante l'evento è stata menzionata la capacità aggregante del gaming, che ogni giorno crea community e gruppi di giocatori in tutto il mondo. Questo però, osserva Mesmar, ha anche un impatto nella vita di tutti i giorni e Ubisoft sente la responsabilità di creare contenuti che non siano solo divertenti e basta, ma che portino a riflessioni e sensibilizzino il suo pubblico. Un esempio significativo è Riders Republic Rebirth, un evento in-game nel quale i giocatori hanno partecipato ad attività virtuali di re-forestazione e alla prima climate march videoludica.

Tecnologia e servizi

Ubisoft Scalar è stato il grande protagonista della parte tech della conferenza
Ubisoft Scalar è stato il grande protagonista della parte tech della conferenza

Avere buone idee e intenzioni è importante, ma non basta per creare un videogioco: bisogna avere solidi e validi strumenti per trasformare la creatività in un prodotto tangibile. Ciò che abbiamo trovato davvero interessante, forse una delle parti più stimolanti dell'intero evento, è l'aver appreso come per Ubisoft aspetto creativo e tecnologico siano i due binari paralleli e portanti di tutta la locomotiva del publisher. Rispetto a tanti altri concorrenti che si affidano a motori di sviluppo e tecnologie terze parti, Ubisoft fa tutto in casa e questo è motivo di orgoglio per l'azienda francese. Anvill e Snowdrop, i due motori principali utilizzati per sviluppare i giochi Ubisoft, sono cruciali nell'economia produttiva e Guillemot sottolinea in modo importante questo aspetto, perché essere i diretti artefici degli strumenti tecnici attraverso cui Ubisoft sviluppa non è limitante, ma il contrario. Per questo, una generosa parte della forza lavoro del publisher è rivolta verso il continuo perfezionamento delle tecnologie a disposizione di Ubisoft, e il progetto La Forge, un team di ricerca e sviluppo composto da figure provenienti sia dal mondo accademico che professionale, è sicuramente molto importante.

Il motore di gioco Anvill ha ridefinito  il genere open-world
Il motore di gioco Anvill ha ridefinito il genere open-world

Ma il fiore all'occhiello di Ubisoft in termini di tecnologia è Scalar, il motore in cloud annunciato proprio quest'anno. Abbiamo già dedicato un approfondito speciale a questa nuova tecnologia (che potete leggere a questo link) ma, per fornire il giusto contesto, Ubisoft Scalar è un motore di sviluppo basato sul cloud computing: questo significa che la potenza di elaborazione di un gioco non è legata a una singola macchina, ma a un sistema di calcolo decentralizzato. L'elaborazione avviene nel cloud, un processo che elimina i limiti dell'hardware locale per i giocatori, migliora la qualità dei giochi e apre nuove possibilità per gli sviluppatori. Ad esempio, il non dover pubblicare patch per de-buggare problemi tecnici o cambiare alcuni parametri, perché tutti i cambiamenti fatti nel motore sono automaticamente fruibili da tutti non appena le modifiche diventano effettive. Lo ammettiamo: ci siamo fatti sedurre dal racconto appassionato di questa nuova tecnologia e il motivo è probabilmente da ricercare nella genuina passione e fiducia che tutti in Ubisoft ripongono in Scalar.

Poi veniamo richiamati alla realtà dalla storia di Crackdown 3 o dall'incredibile mole di dati consumati da un titolo come Flight Simulator, che si avvale di una tecnologia simile. Quella democratizzazione del videogioco menzionata in apertura articolo però, è la filosofia fondante di un progetto come Ubisoft Scalar, che eliminerebbe le limitazioni hardware, permettendo la realizzazione di videogiochi di alta qualità, cross-play e cross-platform con la massima resa su tutte le piattaforme.

Ubisoft+ aggiunge indi e terze parti all'offerta
Ubisoft+ aggiunge indi e terze parti all'offerta

Più concreta la panoramica dei servizi offerti da Ubisoft, dove al centro svetta il network Ubisoft Connect, un po' hub community e un po' ponte tra i giocatori e gli sviluppatori. Per giocare a un qualsiasi titolo Ubisoft è ormai necessaria l'iscrizione a questo servizio, disponibile su PC, console, piattaforme di gioco cloud, mobile e web. A questo si affianca Ubisoft+, il servizio ad abbonamento mensile che dà accesso alle nuove uscite disponibili al day one e oltre 100 giochi per PC. Ubisoft+ include season pass, premi mensili e una collezione di giochi in continua crescita a cui si aggiungono, novità svelata durante il recente Ubisoft Forward, alcuni titoli indipendenti e terze parti.

Il valore delle persone

Marie-sophie De WaubertSenior Vice President, Studios Operations
Marie-sophie De WaubertSenior Vice President, Studios Operations

Ci sono le idee, ci sono gli strumenti, mancano le persone capaci di mettere tutto insieme. E all'interno di Ubisoft lavorano davvero tante persone. I team interni al publisher sono 45 e tutti con storie e capacità differenti. La reale valorizzazione di questi studi però arriva quando le loro competenze vengono messe a servizio dei loro colleghi. La rete di scambio reciproco tra gli sviluppatori Ubisoft è fitta e corre lungo rapporti che toccano le aree più remote del mondo. In tal senso, il progetto di Mario + Rabbids: Sparks of Hope è il gioiello della corona di Ubisoft, visto che il gioco è co-creato e diretto dagli studi di Parigi e Milano, con il supporto di Pune e Chengdu. A dirigere le Studio Operation è Marie-Sophie De Waubert, con la quale abbiamo anche potuto parlare di persona. "Ubisoft è da sempre stata un'azienda decentralizzata e il mio compito primario, prima ancora di mettere in comunicazione i diversi team, è quello di preservare l'identità degli stessi, perché non è l'omologazione che noi cerchiamo in azienda. Conoscendo il potenziale e le competenze di ogni team, lo Studio Operation ha poi il compito di guidare ognuno di loro verso il massimo risultato raggiungibile ed eventualmente affiancarli a colleghi che possono aiutarli in questo percorso di continuo miglioramento. Non esiste un protocollo interno valido per tutti, ma è un processo che richiede un continuo dialogo con tutte le parti interessate".

In questo si potrebbe pensare che la pandemia abbia giocato un ruolo cruciale, ma De Waubert ci dice che in realtà Ubisoft non ha mai rivoluzionato internamente la sua organizzazione, semplicemente sono cambiati i metodi lavorativi. Ora Ubisoft abbraccia appieno il sistema di lavoro ibrido, coniugando la presenza in ufficio con il telelavoro, e la natura decentralizzata dell'azienda ha permesso a tutti i dipendenti di accusare, lavorativamente parlando, molto meno il colpo. "Eravamo già abituati a lavorare molto da remoto, per via della distanza che separa tutti noi. La pandemia è stato sicuramente un evento che ci ha spinto a imparare ancor di più da questo punto di vista. Noi ci fidiamo dei nostri dipendenti e sappiamo che tutti i nostri team sanno gestire al meglio le loro necessità, fornendo al tempo stesso la massima resa professionale". Volendolo dire fuori dai denti: se vuoi mantenere la sede in Francia ma avere al tempo stesso studi di sviluppo in tutto il mondo, devi fidarti delle persone che lavorano per te, e a quanto pare Ubisoft mette la fiducia al centro della sua esperienza lavorativa.

Mario + Rabbids: Sparks of Hope raccoglie l'esperienza di diversi team di Ubisoft
Mario + Rabbids: Sparks of Hope raccoglie l'esperienza di diversi team di Ubisoft

L'impatto culturale menzionato nei paragrafi precedenti investe anche l'ambito lavorativo, perché se è vero che l'identità di ogni team di sviluppo di Ubisoft è ciò che li rende unici e preziosi, è altrettanto vero che la comunicazione tra persone di paesi e culture diverse deve essere un minimo mutuata. "In Ubisoft coesistono 90 culture diverse, e la sfida non è da affrontare solo sul profilo linguistico, ma soprattutto rispetto alle sfumature culturali. All'interno dell'azienda ci sono numerose figure che svolgono il ruolo di mediazione culturale e che facilitano il più possibile la condivisione d'informazioni tra i team" ci dice De Waubert.

La condivisione è un valore che lega non solo i diversi team ma anche i singoli individui all'interno del medesimo studio, in particolare nell'aspetto formativo. "I giovani sviluppatori che arrivano in Ubisoft portano con sé i loro titoli accademici e tanta voglia di fare, ma a indirizzarli sulla giusta strada sono i veterani dello studio. La condivisione delle conoscenze, non solo tecniche e professionali ma anche umane di questo mestiere, sono parte del DNA di Ubisoft".

Arrivati a questo punto, volendo concludere questo lungo excursus all'interno di Ubisoft, possiamo affermare che il publisher francese sembra davvero molto concentrato sull'obiettivo, ma non solo. Non è possibile prefiggersi un obiettivo senza essere consapevole delle tue capacità, e in Ubisoft sembrano tutti molto consapevoli, non solo delle potenzialità che studi di sviluppo e proprietà intellettuali possiedono, ma anche dei propri punti deboli. Guillemot ha ammesso senza giri di parole di essere conscio di alcune criticità, ma questa lucidità serve a tutti per poter migliorare, come dipendenti, come team, come azienda. Noi abbiamo avuto la sensazione di aver assistito a un momento molto importante per Ubisoft: abbiamo visto esporre da tutti gli speaker i migliori intenti, non vediamo l'ora di vedere i risultati.