Epiloghi raffazzonati e senza mordente, che ci hanno lasciato davanti allo schermo con l'espressione di chi ha appena scoperto tre righe sulla fiancata della propria macchina.
Per la serie "al peggio non c'è mai fine, o meglio: finale", ecco la seconda parte della nostra lista dedicata ai peggiori finali dei videogiochi. Siete pronti per un nuovo viaggio nell'insoddisfazione videoludica a colpi di spoiler? Prima di cominciare, avete visto il nostro speciale coi finali più deludenti della storia dei videogiochi?
Resistance 2
La narrativa di Resistance 2 già di per sé non è che brilli di luce propria, complici anche dei protagonisti carismatici come una credenza, ma il finale supera davvero ogni più triste aspettativa. L'avventura di Insomniac Games del 2008 ci scaraventa ancora una volta nell'acceso conflitto contro i ributtanti Chimera dopo il successo riscosso da Resistance: Fall of Man, gioco di lancio di Playstation 3.
Stavolta la battaglia è su scala mondiale, e nel corso dei sette capitoli che compongono la campagna si tocca il suolo di città come San Francisco e Chicago, della Lousiana ma anche della fredda Islanda. Il protagonista, Nathan Hale, membro del gruppo denominato Sentinelle, tra una sparatoria e l'altra ha il compito di trovare una cura per il virus alieno che alberga nel suo corpo.
Aspettarsi di trovare un antidoto è quindi più che lecito, ma, dopo scontri epici e sacrifici immani, nel finale il nostro eroe cede definitivamente alla malattia, sedotto dal richiamo dei Chimera, svolta che costringe il suo compagno d'armi a puntargli una pistola alla testa e a fare fuoco. Perfetto, problema risolto.
Borderlands
Tesori inimmaginabili, ricchezze straordinarie... ecco, in Borderlands non troverete niente di tutto questo, o meglio, di sicuro non nella Cripta di Pandora, bunker alieno che si dice contenga segreti dal valore inestimabile.
Una frottola sufficiente a farci fare armi e bagagli e partire alla volta dell'ambita caverna, se non fosse che all'interno troviamo nientepopodimeno che il Distruttore, antica creatura mostruosa proveniente da un'altra dimensione che su Pandora sta tranquillamente trascorrendo la sua rilassante prigionia.
Al termine dello scontro, l'Angelo Custode ci appare come in un videoclip di Madonna e ci dice che no, in effetti nella Cripta non c'era niente di prezioso, solo questo abominio ributtante, scherzetto! Una cosa tipo "Scusa ma mi servivi per far fuori questo essere immondo, io non sapevo come fare. Va be', grazie, quando ripassi da queste parti si prende un caffè insieme". Fine. E ora invidiamo tutti insieme la faccia tosta degli sceneggiatori, forza.
Ghostbusters (1984)
Inserire il videogioco dedicato ai Ghostbusters datato 1984 in questa lista ha un che di spietato e vagamente sadico, lo ammettiamo.
Com'è naturale, da un prodotto che ha visto la luce nella prima metà degli anni '80, nella preistoria del gaming quindi, è impossibile aspettarsi un finale pirotecnico, tuttavia il gioco sviluppato da Activision, e convertito per tutte le console dell'epoca, riesce in un'impresa impossibile da ignorare.
Dopo aver preso a pedate Gozer in una battaglia prettamente sparatutto, nella versione per NES compare un triste cartello con tanto di errori di battitura in cui gli sviluppatori si conglaturano - sì, avete letto bene: conglaturano - con noi per aver "portato a termine un grande gioco" (be', parliamone) e "per aver dimostrato la giustizia della nostra cultura".
Eh? Ehi Trump, esci da questo videogioco!
Alone in the Dark: Inferno
Come fai, sbagli. Non sappiamo se l'investigatore dell'incubo protagonista della serie Alone in the Dark, Edward Carnby, abbia pensato questo alla fine del capitolo del 2008, ma sicuramente l'hanno pensato i poveri utenti dopo la seconda run.
Nell'avventura pubblicata da Atari e ambientata in una New York deturpata da entità malefiche, Carnby e la sua partner Sarah Flores raggiungono nientemeno che la Porta di Lucifero; l'investigatore si prepara ad affrontare il nemico con la pietra utilizzata per aprire il portale, ma il signore del male prova a reincarnarsi nel nostro eroe proprio attraverso l'artefatto.
A questo punto Sarah afferra l'oggetto venendo tentata a sua volta dal maligno e così siamo di fronte a una scelta: uccidere la donna o risparmiarle la vita? Ma il bello - o il brutto - è che qualsiasi decisione scegliamo di prendere il risultato non cambia: se uccidiamo Sarah, Lucifero si reincarnerà nello stesso Carnby; se invece la salveremo, sarà lei a ospitare lo spirito del principe delle tenebre.
Tanta fatica per nulla. Bah.
Bioshock
Non crediamo di esagerare se affermiamo che il colloquio con Andrew Ryan in Bioshock porta con sé uno dei migliori colpi di scena di sempre.
Tuttavia, il titolo targato Irrational Games sbaglia il tipico rigore a porta vuota per quanto riguarda il finale, scegliendo di prolungare l'esperienza fino a una boss fight tutto sommato dimenticabile e alla possibilità di due epiloghi piuttosto sbrigativi.
Quella che segue il confronto a colpi di mazza da golf sulla testa del fondatore di Rapture è tutti gli effetti la parte più debole dell'avventura, che si trascina verso una conclusione che non riesce a reggere il paragone con i momenti passati al cospetto del folle magnate degli affari. Se Bioshock si fosse chiuso con Andrew Ryan avremmo avuto un finale da urlo, e invece...
Assassin's Creed III
Fra sacrificarvi per salvare l'umanità da una tempesta solare e lasciar morire la maggior parte degli uomini per poi diventare una sorta di messia i cui dettami verranno usati per giustificare il male, voi cosa scegliereste? Ehm, no, ok, sapevamo che ci avreste deluso con la risposta. Ecco, forse il punto è: davanti a due scelte come queste, ma quale volete che prenda il protagonista di un videogioco?
Al termine di Assassin's Creed III, Desmond Miles viene messo di fronte a questo bivio e, per quanto possa tentennare, il giocatore non ha alcun dubbio su cosa deciderà, specie perché l'opzione numero due è fondamentalmente a un passo dall'idiozia.
Il nostro eroe attiva così la macchina che genera un campo difensivo attorno alla Terra, pagando però il suo gesto con la vita. Un epilogo frettoloso e prevedibile, che lascia nella bocca del giocatore un sapore abbastanza scontato.
Baldo: The Guardian Owls
È difficile giudicare a parole il finale di Baldo: The Guardian Owls, semplicemente perché di parole adatte per descrivere l'espediente adottato da NAPS Team non ne hanno ancora inventate.
Nella prima parte di questo nostro speciale abbiamo biasimato la scelta degli autori di Super Mario Bros. 2 di chiudere la vicenda con un sogno di Mario; ecco, Baldo utilizza più o meno lo stesso escamotage ma c'è una piccolissima differenza: Super Mario è un titolo del 1988, Baldo del 2021.
Il nostro eroe sembra avere la peggio durante lo scontro con il boss finale; la situazione si fa disperata, quando il suono di quella che sembra essere una campanella irrompe nella scena e... bam, di colpo siamo a scuola, con il protagonista che si sveglia alzando la testa dal banco, deriso dai compagni e sotto l'occhio inquisitore dell'insegnante. Fine. Stendiamo un velo pietoso. Ma che sia bello grosso.
E voi? Vi vengono in mente altri finali deludenti? Diteci la vostra nei commenti