Il fatto che The War Within esca lo stesso anno in cui World of Warcraft spegne venti candeline è significativo, perciò non dovrebbe stupire nessuno che Blizzard abbia annunciato una costosa Collector's Edition da 200 euro con tanto di statua, oltre ai soliti contenuti fisici e digitali. È un traguardo importantissimo che lo sviluppatore di Irvine intende superare con disinvoltura. Il MMORPG che ha cambiato tutto, quello che era il più giocato del mondo, oggi è molto meno giocato, ma macina ancora numeri enormi e, tra alti e bassi, resta un punto di riferimento per l'intero panorama videoludico.
Se Dragonflight, come espansione di transizione, ha cambiato molto l'approccio di Blizzard e degli stessi giocatori al mondo di Warcraft, inteso come gameplay e come narrativa, The War Within rappresenta un vero e proprio punto di ripartenza. È l'inizio di una nuova storia, di un nuovo modo di raccontarla e di farla vivere ai giocatori: un progetto ambizioso, annunciato sotto forma di non una, ma ben tre espansioni che si susseguiranno nel tempo, e in cui abbiamo mosso i primi passi grazie alla prima iterazione del client Alpha. Ne abbiamo parlato con la produttrice esecutiva Holly Longdale, che ha risposto alle nostre domande e ha approfondito quanto raccontato dal director Ion Hazzikostas in un recente WoWCast.
Conflitti interiori ed esteriori
Sappiamo che The War Within è l'inizio di quella che Blizzard chiama "saga dell'anima del mondo", una trilogia di espansioni che proseguirà in Midnight e The Last Titan, raccontando quella che Hazzikostas promette di essere la più grande battaglia per il destino di Azeroth. E considerando che in passato abbiamo affrontato e sconfitto dei antichi e legioni di demoni, viaggiatori del tempo e finanche la morte stessa, possiamo definirla un'affermazione preoccupante. Anche perché la guerra menzionata nel sottotitolo dell'espansione non sembrerebbe riferirsi solo all'interno del pianeta, dato che finiremo negli abissi sotterranei di Azeroth, ma anche ai conflitti interiori di personaggi come Anduin Wrynn e Alleria Ventolesto, due eroi che occuperanno il palcoscenico e che troveranno la redenzione e la speranza nel corso dell'avventura.
Abbiamo chiesto a Holly Longdale se gli scrittori punteranno i riflettori solo su di loro e su eventuali comprimari storici come Thrall e Jaina Marefiero o se dobbiamo aspettarci nuovi eroi da conoscere... e che magari non facciano la fine della povera Yrael, il cui potenziale è rimasto confinato alla timeline alternativa di Warlords of Draenor. La Longdale ci ha rassicurato che nel corso dell'espansione incontreremo tantissimi personaggi, come la nuova antagonista Xal'atath - sì, è l'entità che era prigioniera nel pugnale artefatto dei Sacerdoti in Legion e che poi abbiamo liberato - ma dovremo dire addio anche ad alcuni di essi.
D'altra parte, l'Alpha inizia di punto in bianco sulle coste dell'Isola di Dorn, in mezzo alle macerie di quella che sembrerebbe essere proprio Dalaran. Come succede spesso in queste fasi di test, Blizzard ha oscurato ogni cinematica per non rovinarci la sorpresa - anche perché molte non sono ancora pronte - e ha escluso l'intera missione introduttiva, scaricando i nostri personaggi nella prima mappa dell'espansione: la terra di Khaz Algar, patria dei Terrigeni, la nuova e per ora unica razza alleata, creata dai Titani in persona infondendo la pietra con l'Anima del Mondo. Abbiamo chiesto a Holly Longdale se dobbiamo aspettarci qualche collegamento con Mists of Pandaria, visto che l'isola di Dorn sorge al largo delle sue coste occidentali e Blizzard ha recentemente annunciato WoW Remix: Mists of Pandaria, un nuovo evento a tempo limitato in arrivo con l'aggiornamento 10.2.7, ma sembra che non ci sia alcun nesso tra le due cose.
Fin da subito è tutto nuovo e familiare al tempo stesso, una sensazione cui i giocatori di WoW dovrebbero ormai essere abituati: a questo punto, dopo vent'anni, non ha minimamente senso aspettarsi chissà quali novità in termini di gameplay, ma anche dal punto di vista contenutistico o tecnico. World of Warcraft migliora di espansione in espansione ma sono dettagli sottili che coglieranno solo gli sguardi più attenti, mentre a un'occhiata più superficiale resterà sempre lo stesso gioco di sempre.
Eppure... ci sono parecchie novità, in cantiere, che puntano a cambiare il modo di giocare il MMORPG targato Blizzard sotto diversi punti di vista. La più importante, quella su cui Blizzard si è molto concentrata in questi giorni densi di comunicati e approfondimenti, è la Brigata: un sistema che punta a migliorare la vita di quelli che definiamo simpaticamente altaholic, cioè i giocatori che crescono più personaggi secondari ("alt") e che magari non ne hanno uno preferito. Questo significa che spesso si disperdono le energie e le risorse tra molteplici toon, qualche volta costringendo i giocatori a ripetere le stesse attività per ogni personaggio, specie quelle rilevanti come può essere il miglioramento di una reputazione o la ricerca di oggetti e potenziamenti.
Rappresentata dalla nuova schermata di selezione del personaggio, che Blizzard ha dovuto rifare da zero, la Brigata sarà composta da un massimo di quattro personaggi preferiti, a prescindere dalla fazione cui appartengono o dal reame in cui sono stati creati. Questi personaggi condivideranno i progressi - anche retroattivamente, sebbene in parte - e potranno scambiarsi certi bottini, possedendo persino una banca comune che si potrà espandere pagando in oro: una forma di gold sink, finalmente, di cui peraltro abbiamo chiesto notizie alla Longdale dato che l'economia nel gioco è un po' fuori controllo.
Può sembrare poca roba, e Blizzard sta ancora rifinendo i dettagli - per esempio, sappiamo che all'inizio di The War Within avremo un solo possibile sfondo per la schermata della Brigata, ma altri ne arriveranno in seguito - tuttavia per i giocatori assidui di WoW questo passaggio da un'esperienza "personaggio-centrica" a un'esperienza "account-centrica", soprattutto ora che è così facile crescere i personaggi e prepararli all'endame, è una novità rivoluzionaria, anche perché avrà un impatto enormemente positivo sulla qualità della vita, sulla gestione dei tempi e sul consumo delle risorse.
È uno di quegli aspetti del WoW attuale che Blizzard ci teneva a migliorare, un problema da risolvere rispetto alla soddisfacente situazione di Dragonflight. L'altro è l'artigianato: la stessa Longdale ci ha spiegato che uno dei principali crucci del team di sviluppo è stato a lungo il sistema degli ordini pubblici, abbandonato in larga parte dai giocatori che preferiscono rivolgersi ad artigiani specifici oppure alle proprie gilde. In The War Within gli sviluppatori implementeranno un sistema grazie al quale i giocatori troveranno continuamente ordini pubblici da soddisfare, richiesti fantasiosamente dai personaggi che abitano il mondo di WoW. In questo modo, gli artigiani potranno sfruttarli per migliorare le loro competenze, mentre il mondo stesso sembrerà un po' più vivo e coinvolgente.
L'Alpha sarà aggiornata a spizzichi e bocconi ogni settimana nel corso dei prossimi mesi, con la Beta pensata per testare l'espansione nel suo complesso, la fase di crescita e, naturalmente, l'endgame. Difficile prevedere una data di uscita, per il momento, ma Blizzard sembra piuttosto avanti coi lavori e la Longdale ha affermato che internamente si sta già lavorando alle espansioni successive, che dovrebbero uscire a giro più stretto rispetto al passato. Una promessa che a Irvine hanno fatto più volte, senza mai mantenerla davvero, ma assestandosi su un ritmo di un'espansione ogni due anni circa.
Nonostante questo, è chiaro che ci siano parecchi contenuti sperimentali su cui il team dovrà lavorare alacremente nei prossimi mesi. Se la Brigata rappresenta una bella gatta da pelare più per i programmatori che per le menti dietro The War Within, gli Scavi sono un nuovo contenuto tutto da scoprire, come dei dungeon in miniatura da affrontare insieme a un seguace - una nuova dinamica di gioco introdotta con Dragonflight - che nella prima stagione sarà Bran Barbabronzea e in futuro... si vedrà. In un certo senso, gli Scavi ricordano un incrocio tra Torgast, la controversa istanza procedurale di Shadowlands, e gli scenari di Mists of Pandaria, ma non saranno casuali e, sebbene a difficoltà crescente, saranno pensati come un'attività estemporanea, pensata soprattutto per i giocatori meno assidui che amano i collezionabili, le Imprese e le ricompense speciali.
La faccenda dei seguaci è importantissima. Quello che ci accompagnerà negli Scavi aumenterà di livello, potrà essere equipaggiato e possiederà un albero di talenti tutto suo che potremo personalizzare e impostare alla bisogna, e ovviamente sarà in comune alla Brigata. Hazzikostas, tuttavia, punta tantissimo su questa funzionalità dei seguaci che, diciamolo con grande onestà, si ispira a Final Fantasy XIV, il quale a sua volta si è ispirato a Star Wars: The Old Republic. Al momento i seguaci in Dragonflight servono ad affrontare le spedizioni di basso livello, come personaggi utili a sostituire un vero e proprio gruppo di giocatori durante la fase di apprendimento.
Non ci sono piani per costruire un gruppo d'incursione di soli seguaci - anche se Longdale ha ammesso che in Blizzard stanno considerando la possibilità di usare come seguaci i personaggi nella Brigata - ma Hazzikostas ha svelato che sarà possibile giocare le spedizioni iniziali di The War Within fin da subito insieme ai seguaci. Questa soluzione permetterà a Blizzard di intrecciare meglio la narrativa con le spedizioni e ai giocatori di godersi le spedizioni con i loro tempi invece di inseguire i compagni di gruppo meno interessati a questo aspetto dell'esperienza. L'idea, insomma, è quella di pensare un po' a tutti e di far quadrare ogni cerchio.
Ora la sfida più difficile sarà bilanciare tutto questo nei prossimi mesi, soprattutto se si considera l'introduzione dei talenti eroici: un nuovo albero su cui distribuire i punti guadagnati da livello 71 a 80. Abbiamo chiesto a Longdale quale obiettivo si siano prefissati con questa funzionalità, che non è molto originale ma che comunque comporterà non pochi grattacapi ai livelli massimi (chi ha parlato di meta?). La produttrice esecutiva di The War Within è tornata sulla questione della cosiddetta "class fantasy", cioè di quell'insieme di caratteristiche che definiscono una classe e il suo ruolo nell'immaginario del giocatore. I talenti eroici non puntano, insomma, a cambiare il modo di giocare una classe o a rivoluzionarne il ruolo ma a rifinirlo meglio, magari spettacolarizzandolo o esasperandone i tratti caratteristici. Nell'Alpha ci è stato possibile sbloccare tutti i talenti eroici già pronti fin dall'inizio, pagando questa scelta con un depotenziamento generale del personaggio allo scopo di bilanciare il livello di sfida.
Ma come abbiamo detto, la versione di The War Within che abbiamo giocato è davvero molto acerba e ci riserviamo di commentarla in maniera più approfondita nelle prossime settimane. Per adesso ci siamo limitati a raggiungere il livello 73, esplorando la mappa disponibile e apprezzando i vari miglioramenti alla qualità della vita come le nuove icone distintive che segnalano i diversi tipi di incarichi e missioni o la nuova abilità che permette di scegliere tra il volo tradizionale e quello dinamico - e ormai irrinunciabile - di Dragonflight. Per adesso sono tutti questi piccoli cambiamenti all'esperienza generale e all'interfaccia, come per esempio le nuove schermate per il tomo degli incantesimi o per la scuderia del Cacciatore, che ci ricordano sempre la cura con cui Blizzard rimette mano al suo capolavoro consolidato ogni espansione che passa.