Alex Hutchinson, il creative director di Assassin's Creed, non è uno che le manda a dire. Dopo aver affermato che la stampa videoludica è razzista verso i prodotti occidentali e condiscendente verso quelli orientali (link), ha voluto parlare un po' del brand Assassin's Creed, affermando che si tratta sostanzialmente del Call of Duty di Ubisoft.
Secondo lui i rilasci annuali non sono un problema e, anzi, dovrebbero far piacere ai fan. "Se i Radiohead pubblicassero un disco ogni sei mesi, sarei felice di acquistarne una copia ogni sei mesi" (be', se ci mettessero sempre le stesse canzoni leggermente riarrangiate non crediamo proprio NDR). Dopo aver provato a portare qualche tesi un po' tirata per i capelli a favore della serializzazione, Hutchinson ha centrato il nodo della questione con grande sincerità: la produzione di titoli tripla A richiede la serializzazione, che viene programmata in partenza, altrimenti non è più possibile realizzarne visti gli altissimi costi di produzione.
"Se la gente vuole avere i blockbuster tripla A, allora deve accettare il fatto che in qualche modo chi li produce debba rifarsi dei soldi. È raro che il primo capitolo di una serie rientri completamente dell'investimento."
Hutchinson ha anche rivelato che Assassin's Creed era nato come una trilogia, ma che poi si è evoluto, diventando un franchise come Mario o Resident Evil. La cosa ha i suoi pro e i suoi contro, ma è la maledizione del successo. Comunque Ubisoft ritiene di poter mantenere fresca la serie senza farle perdere qualità, un po' come fatto da Nintendo con i suoi franchise e da altri produttori giapponesi.
Fonte: Games Industry