Siamo oramai alla fine del 2017 e pensavamo che certe questioni fossero per lo più un ricordo del passato, visto il denaro che l'industria videoludica muove ogni anno nel mondo, fattore che soprattutto agli occhi di un osservatore inesperto dovrebbbe suggerire qualcosa. Invece no, basta un articolo, in questo caso a opera del tabloid inglese The Mail, per piombare nuovamente in un'oscurità fatta di luoghi comuni e tanta ignoranza.
Il caso, come avrete certamente letto, riguarda l'ultimo trailer di Detroit: Become Human, l'avventura a base narrativa di Quantic Dream che utilizza un sistema di scelte e bivi per raccontare le vicende di tre androidi e il loro rapporto con gli esseri umani, sullo sfondo di una Detroit molto diversa da quella che conosciamo.
Nel video, che vede per protagonista la ginoide Kara, viene dimostrata per l'appunto la soluzione adottata dal team di sviluppo per creare una serie di diramazioni, chiedendo al giocatore di volta in volta come desidera procedere e traducendo ogni scelta in una specifica conseguenza. In un caso si assiste alla morte di una bambina per mano del padre violento, ma è proprio il timore di un epilogo del genere a spingere Kara a comportarsi diversamente e a proteggere la piccola.
Il messaggio è insomma positivo: non parliamo di androidi mossi da intenzioni violente, bensì l'opposto; nella cornice di una storia adulta, dal taglio cinematografico, che arriverà nei negozi con tanto di classificazione PEGI 18, dunque un'opera destinata a un pubblico maggiorenne. Eppure secondo alcune associazioni non è possibile mostrare una scena del genere in un videogioco, quali che siano le sue caratteristiche, le sue ambizioni narrative o il suo target di riferimento.
La speranza è che né Sony né Quantic Dream diano peso a polemiche del genere, e che l'intera questione venga bollata come insensata e anacronistica anche dagli stessi lettori del Mail. È così che andranno le cose?