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Android e app spia: il 98% delle applicazioni colpevoli sono state cancellate dal Google Play Store

Google comunica la cancellazione del 98% delle app che rubavano dati agli utenti raccogliendo informazioni da chiamate e messaggi testuali dal Play Store, secondo il nuovo regolamento introdotto.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   17/02/2020

Google ha annunciato di aver cancellato dal Play Store il 98% delle app spia colpevoli di rubare dati agli utenti per quanto riguarda i contenuti delle chiamate e dei messaggi testuali, almeno per quanto riguarda il 2019, dimostrando un notevole impegno nella lotta a questo problema.

In una direttiva risalente all'ottobre 2018 e inviata agli sviluppatori di software per Android, Google annunciava l'intenzione di rimuovere le app dal Play Store nel caso in cui queste fossero scoperte a raccogliere informazioni da messaggi testuali e chiamate vocali senza una ragione evidentemente collegata alla loro stessa funzione. La compagnia ha concesso un periodo di 90 giorni per l'eventuale adeguamento delle app alla nuova politica, per poi passare all'azione.

Come risultato, Google ha proceduto con la rimozione di una notevole quantità di app dal Play Store ufficiale, con il risultato di eliminare il 98% delle app che erano state riconosciute come colpevoli di spiare gli utenti, raccogliendo informazioni da messaggi testuali e chiamate per motivi che evidentemente risultano occulti agli utenti.

A quanto pare, alcune delle app hanno invece ottenuto degli aggiornamenti che non le rendono più in grado di effettuare tale tipo di raccolta di informazioni, almeno non senza un consenso esplicito da parte degli utenti per motivazioni evidenti. In questi ultimi casi rientrano quel 2% di app che sono invece rimaste al loro posto dopo il cambio di politica, proprio perché la loro funzione primaria, e dunque esplicitamente accettata dagli utenti, riguarda la raccolta di informazione da chiamate e messaggi testuali.

Questo significa che la stragrande maggioranza delle app colpite dal nuovo regolamento di fatto rubavano informazioni agli utenti ignari per diffondere dati personali o effettuare ricerche per pubblicità ad hoc e simili. Nonostante queste nuove regole, continuano a emergere casi simili come le recenti 9 app da eliminare perché in grado di rubare dati, o i malware riconosciuti che possono accedere agli account Facebook e Google.