Stando a un nuovo resoconto del Guardian, Siri, l'assistente vocale di Apple, non può utilizzare la parola femminismo, come confermerebbe un documento interno della società.
Chiedendo a Siri se è femminista, la risposta che si ottiene recita più o meno: 'Credo nell'uguaglianza e nel trattare le persone con rispetto."
Apple ha motivato questa scelta parlando di inclusività: sostanzialmente Siri non deve offrire opinioni sull'argomento, rimanendo il più neutrale che sia possibile.
Si tratta di una piccolezza, a ben vedere, ma è solo l'ennesimo caso delle distorsioni che ci sono dietro a questi assistenti vocali. Proprio su Siri recentemente sono usciti dei numeri impressionanti, con Apple che prevedeva di ascoltare almeno 42 milioni di conversazioni di utenti privati per migliorarla. Fortunatamente l'emersione dello scandalo, con tanto di momenti intimi registrati e ascoltati dagli addetti incaricati dalle società legate ad Apple, ha fermato la violazione indiscriminata della privacy degli utenti, che ora devono dare il loro consenso per essere registrati e ascoltati mentre parlano con Siri.