Electronic Arts ha presentato Battlefield 2042 con uno spettacolare trailer pieno di sparatorie, uccisioni e poco altro di interessante. Come annunciato, il gioco è diventato un live service puro, con buona pace di quelli che speravano nel mantenimento di un'offerta simile a quella degli ultimi episodi, che comprendesse cioè anche una modalità single player.
Poco male, verrebbe da dire, visto che la serie nacque in tempi non sospetti come solo online. Il tutto starà nel vedere come saranno gestite le solite, immancabili, microtransazioni e se anche i Battlefield diventeranno semplicemente un surrogato della fashion week, in cui i modelli sfoggiano le loro skin e ogni tanto si sparano addosso per ricordarsi come si fa. Ma in fondo questo è il linguaggio moderno dei videogiochi e dei videogiocatori e ci si può fare poco, visti i numeri che girano e che danno sempre ragione agli ometti in giacca e cravatta che decidono dove investire e cosa deve piacerci se vogliamo rimanere nel club.
Quindi aspettiamoci un supporto programmato per molti anni, rinnovabile all'infinito in caso di successo, e aspettiamoci la solita pletora di iniziative e aggiornamenti che caratterizzano i live service, tra stagioni a pagamento, skin, emote e quant'altro.
Tutto è talmente normale che viene quasi da sbadigliare solo a pensarci. Riflettendo un potrebbe scrivere di questa roba anche solo conoscendo il modello economico adottato, visto che ci sono alcune ricette che vengono semplicemente copiate di gioco in gioco, perché evidentemente funzionanti nel convincere i giocatori a pagare qualcosa per skin e affini.
Alle presentazioni di questi videogiochi, decisamente mastodontici, manca sempre più spesso il fattore sorpresa, ossia ormai sappiamo più o meno cosa attenderci e ci limitiamo ad annuire, facendo finta di essere sconvolti da questo o da quello, quando in realtà non ce ne importa poi molto. Del resto torniamo sul trailer ammucchiata: come già detto è spettacolare, ma allo stesso tempo è assolutamente identico (o meglio, molto simile) nella forma e nei contenuti a tanti trailer di altri sparatutto militari. Quindi viene sottolineato il fatto che si gioca in tanti perché è online e vogliamo farvi dimenticare per un momento Call of Duty: Warzone, dandovi però qualcosa che possiate riconoscere. Viene messa in bella mostra un po' di violenza gratuita, così i dodicenni (fuori, ma anche dentro) si possono sentire più adulti nel trovarsi già a desiderare un gioco di cui non hanno ancora visto nulla. Vengono mostrate le varie ambientazioni per dare un senso di diversificazione. Insomma, c'è tutto quello deve esserci, e non poteva esserci di meno. Manca solo un po' di sogno.