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Blizzard: il crunch non è sostenibile ma è alla base del suo successo

Mike Morhaime ha sentimenti contrastanti sul crunch applicato allo sviluppo, perché si rende conto come non sia sostenibile ma anche del fatto che senza averlo fatto Blizzard non avrebbe raggiunto la sua posizione attuale.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   27/06/2019

Mike Morhaime di Blizzard ha parlato dell'argomento crunch nel corso di una discussione durante il GameLab di Barcellona, spiegando come sia una pratica insostenibile al livello regolare anche per la salute dei dipendenti ma ammettendo anche che la compagnia ha di fatto utilizzato sistematicamente tale pratica per raggiungere il successo.

"Blizzard si è sicuramente evoluta sul crunch", ha spiegato Morhaime, "I primi tempi lavoravamo una quantità di ore folle per concludere i giochi, penso che se ci si trovi all'interno di un piccolo studio e si sia nella condizione di dover puntare tutto sul successo di un prodotto sia necessario raggiungere una sorta di sforzo sovrumano, o almeno questo è quello che facemmo noi". Morhaime ovviamente non vuole giustificare il crunch ma riporta sinceramente quello che è successo in Blizzard soprattutto nei primi tempi, quando il ricorso ai turni di lavoro massacranti era praticamente uno standard: "Non voglio parlare per altre compagnie e sono sicuro che ci siano modi migliori di fare le cose, ma per quanto riguarda noi, non credo che avremmo raggiunto questo successo se non avessimo investito tutto quello che avevamo, in termini di risorse ed energie".

Quella di Morhaime suona come una giustificazione dell'utilizzo sistematico del crunch e non è chiaro se sia una pratica adottata abitualmente ancora da Blizzard, ma il ricorso al superlavoro nei primi tempi e quando lo studio è ancora piccolo è probabilmente una condizione quasi obbligata per molti studi di sviluppo e evidentemente secondo il fondatore di Blizzard è stato fondamentale per raggiungere la posizione attuale della compagnia.

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