Bungie si trova ora sotto accusa. Il team di Destiny è stato citato in giudizio per ritorsione e licenziamento illegittimo da un'ex responsabile delle risorse umane - Ingrid Alm - la quale afferma di essere stata licenziata quando ha sottolineato una potenziale discriminazione razziale interna al team.
Alm spiega di essere entrata a far parte del team di Bungie nel maggio 2022 come responsabile delle risorse umane. Precisiamo che la donna ha dieci anni di esperienza del settore e che Bungie tramite dei report risalenti al 2021 è stata accusata da 25 dipendenti di cultura tossica, compresi pregiudizi razziali e di genere. In precedenza, membri delle risorse umane avevano spiegato che le segnalazioni venivano respinte e rivoltate contro di loro e lo stesso pare essere successo ad Alm. Bungie ha più volte assunto dipendenti nel reparto HR per lavorare sulla questione, anche sotto pressioni di Sony, che è ora la sua compagnia madre.
La donna spiega che dopo pochi mesi di lavoro le è stato detto di indagare sulle prestazioni di un dipendente che viene chiamato semplicemente "James Smith" (per proteggerne la privacy). Il dipendente ha però fatto notare di essere l'unico di colore in un team di 50 persone e ha affermato di essere stato preso di mira dal suo supervisore solo per il colore della sua pelle.
Alm ha condiviso queste informazioni col supervisore e ha suggerito al supervisore di Smith di seguire una formazione sulla diversità. La sua raccomandazione è stata accolta con "ostilità e rifiuto". La donna afferma di essersi sentita dire che le persone a cui raccomandava di seguire la formazione "erano lì da molto tempo" e "sono molto stimate", e la sua raccomandazione è stata rifiutata. Nel corso di una discussione successiva sull'incidente, Alm si è sentita dire dal suo supervisore che "non voleva toccare quelle conversazioni con un palo di tre metri".
Bungie ha poi raccomandato il licenziamento di Smith, ma Alm ha affermato di non essere d'accordo. Si è quindi rivolta al direttore dell'equità e dell'inclusione di Bungie, il dottor Courtney Benjam, che ha suggerito di non licenziare Smith perché sarebbe stato "troppo rischioso viste le prove" e ha consigliato di dare a Smith un avvertimento scritto.
Tuttavia, Alm ha spiegato che il suo supervisore si è "estremamente arrabbiato" con lei per aver contattato Benjamin e le ha dato un avvertimento scritto via e-mail. Il supervisore di Alm ha anche chiamato Benjamin per scusarsi del fatto che Alm l'avesse contattata, dicendo presumibilmente a Benjamin che "non voleva che pensasse che lei fosse razzista". Più tardi, a settembre, Alm sostiene di essere stata classificata nella categoria "da migliorare" durante una valutazione, nonostante in precedenza avesse ricevuto ottime recensioni sia dai colleghi che dai clienti, e le è stato detto dal suo supervisore di cercare una "via di fuga", cioè un'uscita dal lavoro. Poco dopo, Alm racconta di essersi vista tagliare l'accesso alla sua e-mail e alla piattaforma Bungie senza alcuna spiegazione e, nonostante i molteplici tentativi di contattare il suo supervisore, non ha ricevuto alcuna risposta per diversi giorni.
Alla fine di settembre, Alm è stata informata che le sue dimissioni erano state accettate, nonostante avesse insistito sul fatto che non intendeva dimettersi e voleva mantenere il suo lavoro. La donna afferma di aver rifiutato di firmare un documento che le chiedeva di voler abbandonare spontaneamente il proprio lavoro e che un'e-mail inviata a Holly Barbacovi, responsabile del personale dell'azienda, per spiegare la situazione è rimasta senza risposta.
Alm ha fatto causa a Bungie per ritorsione e licenziamento illegittimo e chiede di essere risarcita sotto forma di salari passati e futuri persi, danni per stress emotivo e spese legali. Il processo con giuria è fissato per il 22 gennaio 2024.
La risposta di Bungie
La risposta di Bungie alla denuncia di Alm è breve e non include una narrazione alternativa degli eventi per contrastare la sua. Bungie invece o nega categoricamente quasi tutte le parti del racconto di Alm senza ulteriori contesti, o le nega con l'affermazione che Bungie "non ha conoscenze o informazioni sufficienti per formarsi una convinzione sulla verità o falsità delle accuse".
Bungie è rappresentata in questo caso da Mary DePaolo Haddad, un avvocato della Fox Rothchild che si professa esperta nel far archiviare le cause per licenziamento illegittimo e nello sviluppare "strategie che servano gli obiettivi finanziari dei miei clienti e minimizzino i costi" quando il contenzioso è inevitabile.