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The Chinese Room si separa da Sumo Digital e torna indipendente

I componenti di The Chinese Room hanno effettuato un'acquisizione interna per separarsi da Sumo Digital e far tornare indipendente lo studio britannico.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   21/07/2025
L'artwork di Still Wakes the Deep

The Chinese Room si è separata da Sumo Digital ed è tornata indipendente grazie al completamento di un management buyout, ovverosia un'acquisizione interna da parte dei dirigenti che ha consentito allo studio britannico di interrompere ogni rapporto con la sua ormai ex società madre.

La decisione è stata presa alla luce delle voci sempre più insistenti circa la possibilità che il team di sviluppo venisse venduto a un fondo o a una società straniera, come del resto accaduto alla stessa Sumo Digital che nel 2018 è stata acquisita dal colosso cinese Tencent.

Non solo: dopo mesi di incertezza, che hanno portato anche a diversi licenziamenti, Sumo aveva annunciato un cambiamento strategico che avrebbe costretto The Chinese Room a focalizzarsi esclusivamente su lavori di supporto esterno, accantonando la creazione di proprietà intellettuali originali.

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A tal proposito, lo studio ha annunciato di aver messo in cantiere due nuove IP, a cui tuttavia si dedicherà solo dopo aver completato la realizzazione di Vampire: The Masquerade - Bloodlines 2 per Paradox Interactive.

Le parole dei dirigenti

Mentre dunque restiamo in attesa dell'uscita di Vampire: the Masquerade - Bloodlines 2, prevista per ottobre, The Chinese Room ha cambiato le carte in tavola e, grazie a un accordo stipulato con Hiro Capital, è tornata indipendente.

"Questo management buyout ci permette di soddisfare il nostro bisogno creativo di continuare a lavorare su nuove proprietà intellettuali originali, ma anche di collaborare con altri studi su progetti in linea con la nostra visione creativa", ha dichiarato lo studio director Ed Daly. "È ciò che vogliamo fare e siamo felici di poter continuare su questa strada."

"The Chinese Room è una grande storia di successo britannica, riconosciuta a livello mondiale come forza creativa unica. Hanno assunto talenti locali, creato giochi ambientati nel Regno Unito e ora tornano padroni del proprio destino, restando britannici", ha detto invece Spike Laurie, partner di Hiro Capital.

"Rischiamo di trascurare queste gemme creative e lasciarle in mano a corporation estere. Sarebbe un grave errore per l'industria videoludica britannica, che vale 5,5 miliardi di dollari. Dobbiamo tutelare questo talento e sostenerlo nei momenti difficili: è una delle nostre esportazioni creative più preziose."