Il tasso di suicidi stranamente alto registrato all'interno di Call of Duty: Modern Warfare (suicidi nel gioco, ovviamente) sembra supportare l'idea che molti giocatori stiano sfruttando il sistema di matchmaking basato sull'abilità per cercare di avere vita più facile nei match multiplayer.
Il matchmaking utilizzato da Call of Duty: Modern Warfare analizza infatti i risultati ottenuti dai giocatori nelle ultime cinque partite per impostare le partite successive, in modo da non creare eccessivo dislivello tra i giocatori in base a quanto fatto in precedenza. Lo Skill-based matchmaking (SBMM), sebbene corretto come idea, è però diventato velocemente uno degli elementi maggiormente critici per il gioco Activision, con la community che continua a considerarlo uno dei punti da modificare con priorità.
Questo perché molti giocatori sembra che tendano a distorcerlo in modo da ottenere associazioni favorevoli con giocatori meno abili. Il sistema in questione si chiama "riverse boosting" e prevede sostanzialmente di fallire una serie di partite, perdendole apposta e in generale ottenendo risultati veramente pessimi, in modo da poter poi avere una striscia di partite sicuramente più abbordabili, nelle quali far emergere la propria vera abilità.
Si tratta di un metodo che non infrange ufficialmente alcun regolamento ma che risulta ovviamente scorretto, perché consente a giocatori di livello più alto di fare massacri nell'utenza meno esperta. Il problema sembra essere confermato in base ai dati diffusi da CoD Tracker, che mostrano una quantità di suicidi in partita veramente troppo alta rispetto al normale, a dimostrazione di come probabilmente molti giocatori utilizzino tale sistema per il reverse boosting. Call of Duty: Modern Warfare sta per raggiungere l'inizio della Stagione 1, previsto per il 3 dicembre, e in tale occasione potrebbero emergere degli aggiornamenti con modifiche anche in questo senso.
