Giocare in cloud gaming su smartphone comporta diversi problemi, come sottolineato da un articolo di Alex Cranz per The Verge, che si spinge fino a definire l'esperienza "tremenda". Per quali motivi?
Il punto di partenza è la promessa base del cloud gaming, ossia di poter giocare ovunque a qualsiasi gioco, anche quelli che solitamente richiedono console o PC molto potenti per girare. La questione è che, rispetto ad apparecchi dedicati ai videogiochi come lo Steam Deck, gli smartphone hanno delle controindicazioni apparentemente non da poco, per quanto francamente discutibili.
La prima è che il cloud consuma più velocemente le batterie, generando ansia nell'utente. In realtà molto dipende dal telefono e dallo stato della batteria. Ad esempio ci sono diverse testimonianze di persone che giocano in cloud usando iPhone che vanno avanti molte ore, molte più di quanto durino le batterie dello Steam Deck (circa 4 ore).
La seconda è il fastidio delle notifiche mentre si gioca e il rischio di essere espulsi dai giochi in caso di attivazione di alcune funzioni del telefono. Anche in questo frangente però, si potrebbe discutere, perché è possibile disattivare le notifiche, lì dove molti le trovano invece utili a prescindere da ciò che stanno facendo.
La terza è l'inadeguatezza dei controlli touch, che viene solo in parte compensata da periferiche dedicate come il Razer Kishi, che comunque bisogna ricordare di portarsi dietro e che non sono, quindi, sempre disponibili. Anche in questo caso però l'alternativa proposta è strana, perché ad esempio il pluricitato Steam Deck è comunque ingombrante e non lo si porta con sé in automatico.