L'Australia si sta preparando a diventare il primo Paese al mondo a vietare l'accesso ai social media ai minori di 16 anni. Con questa iniziativa, il governo australiano vuole rispondere a un crescente allarme sociale legato all'uso eccessivo dei social network tra i giovani. La proposta è stata confermata dal primo ministro Anthony Albanese, che ha dichiarato l'intenzione di presentare la legislazione entro le prossime settimane, con l'entrata in vigore prevista 12 mesi dopo l'approvazione.
Pressioni sui social network
Per far rispettare questo divieto, l'Australia sta testando un sistema di verifica dell'età innovativo e rigoroso. Questo metodo include tecnologie avanzate come la biometria e l'identificazione governativa per impedire ai minori di accedere ai social. Aziende come Meta, che possiede Instagram e Facebook, hanno già espresso la loro disponibilità a collaborare, ma la sfida resta: entro un anno, tutte le principali piattaforme social dovranno trovare il modo di escludere gli utenti minori di 16 anni.
Non è solo in Australia che i social media sono sotto scrutinio. Negli Stati Uniti, solo l'anno scorso, ben 41 stati hanno accusato Meta di favorire la dipendenza dai social, mentre a ottobre diversi stati hanno puntato il dito contro TikTok, accusato di danneggiare la salute mentale dei giovani. Le indagini mirano a capire se le piattaforme utilizzino strategie simili a quelle del gioco d'azzardo per mantenere gli utenti online il più a lungo possibile. Nonostante qualche misura introdotta dai social stessi, l'Australia è il primo Paese a imporre un limite d'età così alto e senza eccezioni.
Dubbi sul metodo
Nonostante come abbiamo visto molte aziende e molti enti regolatori si stanno muovendo per cercare di rendere ogni sistema proposto sempre più a prova di inganno, persino metodi elaborati come quello proposto da Meta per Facebook e Instagram, che vedrebbe l'uso dell'intelligenza artificiale, rimangono comunque facilmente aggirabili, motivo per cui potrebbe risultare difficile pensare funzionale la proposta del governo australiano.
In rete circolano molte idee e proposte alternative: se infatti il blocco dei social per i minorenni, qualora funzionasse, potrebbe davvero evitare problematiche che sempre più si sentono in giro, c'è chi invece preferisce l'idea di una sorta di blocco, un parental control in grado di filtrare i contenuti e alcune funzioni. Sebbene questo potrebbe comunque diventare un ostacolo di sviluppo per le varie aziende, si pensa che il totale divieto potrebbe portare a peggiori conseguenze.