L'Antitrust italiano è nuovamente all'opera e questa volta ad essere nel mirino dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è DeepSeek, la piattaforma di intelligenza artificiale cinese.
Stando a quanto riportato all'interno del bollettino ufficiale di ieri, 16 giugno 2025, l'accusa principale alla società è rivolta alla mancanza di trasparenza e alla scarsa chiarezza delle avvertenze che vengono fornite agli utenti nei momenti in cui utilizzano la stessa DeepSeek. DeepSeek, inoltre, non è la prima volta che viene coinvolta in delle questioni legali simili, fin dalla sua pubblicazione, la piattaforma ha fatto registrare una serie di accuse e segnalazioni negative.
Il punto centrale dell'accusa
Qual è, dunque, il punto centrale dell'accusa? Al centro del dibattito vi sono le cosiddette "allucinazioni" che, però, possiamo affermare essere un fenomeno comunque anche in altre piattaforme IA. Le "allucinazioni" - così definite - consistono nelle risposte errate, fuorvianti o a tratti completamente inventate da zero che i modelli possono generare.
L'Antitrust accusa DeepSeek della mancanza di un'avvertenza chiara e ben visibile nei confronti degli utenti che dovrebbero essere salvaguardati da tali rischi. Sulla piattaforma è presente solo un avviso in inglese "AI-generated, for reference only", che, però, non è stato ritenuto adatto o soddisfacente dall'autorità italiana.
Il timore dell'AGCM
L'Agcm teme che questa mancanza possa sostanzialmente portare gli utenti a fidarsi ciecamente delle risposte dell'intelligenza artificiale, pensando che siano sempre corrette e affidabili. Il rischio, secondo l'Autorità, è che questa informazione carente possa influenzare negativamente le decisioni prese dagli utenti e possa favorire disinformazione che alla lunga può risultare nociva per l'intera comunità. Inoltre, l'Antitrust sottolinea che DeepSeek non fornisce ulteriori avvisi o spiegazioni dettagliate né sul sito né nei documenti informativi disponibili. Per questo motivo, l'azienda potrebbe aver violato il Codice del Consumo.
DeepSeek avrà, ora, 30 giorni di tempo per rispondere e fornire ulteriori informazioni tra cui il numero di utenti italiani che hanno utilizzato il servizio oltre ad un descrizione della struttura societaria. I rischi dell'IA non coinvolgono solo DeepSeek, ecco il caso di ChatGPT.