Le grandi piattaforme social statunitensi, da Meta a X, guardano con attenzione agli sviluppi dei negoziati tra Stati Uniti ed Unione Europea sul nuovo accordo commerciale. In gioco vi sono miliardi di dollari e, soprattutto, le rigide regole imposte dal Digital Services Act (DSA) europeo, che negli ultimi anni hanno portato a multe salatissime per i principali operatori del settore.
Il DSA prevede obblighi stringenti sulla gestione dei contenuti che possono essere ritenuti illegali e che possono generare "pericoli", dall'hate speech ai materiali di sfruttamento minorile, oltre a una maggiore responsabilità delle piattaforme nella moderazione.
La posizione della Casa Bianca
Dal lato americano molte di queste misure vengono considerate incompatibili con la tradizione di libertà di espressione sancita dal Primo Emendamento. Washington le definisce vere e proprie barriere non tariffarie, viste come tasse mascherate che penalizzano le imprese tecnologiche statunitensi. Secondo quanto riportato dal Financial Times, i negoziati in corso tra USA e UE riguardano proprio tali questioni, con l'amministrazione Trump decisa a ottenere condizioni più favorevoli per i colossi digitali.

Lo stesso presidente, in passato, ha minacciato tariffe punitive sulle importazioni europee, arrivando a ipotizzare un incremento del 30%. A luglio, la Casa Bianca ha invece fissato un dazio del 15% sugli export UE, con la possibilità di mantenere questa soglia ridotta solo se Bruxelles accetterà compromessi sul fronte digitale.
Pressione elevata: le Big Tech si schierano con Trump
Le pressioni, quindi, sono elevate. Da una parte, l'Unione Europea vuole mantenere i propri standard di sicurezza e trasparenza online; dall'altra, gli Stati Uniti puntano a garantire alle loro aziende tecnologiche maggiore libertà operativa nel Vecchio Continente.
Per questo i vertici di Meta, Apple e altre big tech hanno mostrato negli ultimi mesi una vicinanza crescente a Trump, nella speranza che il nuovo accordo porti a una riduzione delle restrizioni e delle sanzioni. Staremo a vedere come si evolverà la questione che, dunque, risulta essere molto delicata e che potrebbe avere, in futuro, dei risvolti politici ed economici determinanti per il mondo digitale e non solo.