Durante il trimestre fiscale che si è concluso il 30 giugno, Disney+ ha prodotto utili per la prima volta, facendo guadagnare a Disney 47 milioni di dollari in combinazione con le altre piattaforme streaming dell'azienda americana, ovverosia Hulu ed ESPN Plus.
Ci sono dunque voluti alcuni anni perché Disney+ diventasse profittevole, come del resto è normale che sia per un servizio che si pone inizialmente l'obiettivo di aumentare le sottoscrizioni, tenendo il prezzo basso e chiudendo un occhio su questioni come la condivisione dei profili.
"L'ultimo è stato un trimestre forte per Disney, guidato dagli eccellenti risultati del segmento Entertainment, sia al botteghino che on demand, che ci hanno consentito di registrare per la prima volta degli utili con le piattaforme streaming, in anticipo rispetto alle previsioni", ha dichiarato il CEO di Disney Bob Iger.
Proprio in questi giorni l'azienda ha annunciato di aver aggiunto circa un milione di nuovi abbonati a Disney+ fra USA e Canada, raggiungendo un totale di 54,8 milioni di utenti iscritti. Quelli di Hulu sono invece arrivati a quota 51,1 milioni.
Obiettivo raggiunto? Non proprio
È bizzarro pensare che proprio in concomitanza con l'annuncio dei primi utili Disney+ abbia aumentato i prezzi negli USA, cercando evidentemente di massimizzare il risultato in combinazione con una serie di altre strategie.
Ci riferiamo naturalmente al già confermato blocco delle condivisioni, che impedirà agli utenti di condividere il proprio profilo con amici e parenti laddove non abitino nella loro stessa casa, esattamente come fatto da Netflix qualche tempo fa, e (purtroppo?) con ottimi riscontri.