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Elden Ring e gli attacchi agli streamer: quando i giocatori si comportano come una setta di invasati

Il successo Elden Ring sembra aver scatenato una serie di fenomeni davvero spiacevoli, per cui alcuni giocatori sembrano comportarsi come una setta di invasati.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   14/03/2022

Il successo di Elden Ring ha scatenato alcuni strani fenomeni (nemmeno troppo strani, in realtà, visto che si ripresentano con inquietante regolarità), per cui alcuni giocatori, si spera un numero limitatissimo, hanno preso a comportarsi come degli appartenenti a una specie di setta, lanciandosi in crociate da invasati, più che da appassionati.

È delle ultime ore la notizia della vtuber Zentreya costretta a chiudere il suo account Twitter a causa della quantità spropositata di offese ricevute per come giocava al titolo di FromSoftware in live. In realtà pare che siano diversi gli streamer e gli youtuber che vanno lamentandosi per il comportamento di alcuni giocatori durante le loro live dall'Interregno.

Le offese degli adepti vertono tutte su alcuni punti fondamentali: 1) lo streamer non sa giocare; 2) lo streamer non sa farsi una build decente; 3) lo streamer non sa niente dei soulslike; 4) lo streamer fa troppi spoiler.

Va detto che quando decidi di fare spettacolo, perché lo streaming è una forma di spettacolo, è naturale che tu ti esponga sia agli applausi che al lancio dei pomodori (metaforicamente parlando), a seconda della tua performance, del pubblico e di innumerevoli altri fattori. Se Gioacchino Rossini ha potuto sopportare i fischi e le proteste per la prima del Barbiere di Siviglia, uno streamer qualunque può sopportare qualche critica per come gioca o per i contenuti che propone. Altrimenti può cambiare lavoro.

Naturalmente il tutto deve rimanere nelle normali dinamiche che intercorrono tra chi fa spettacolo e chi ne fruisce, ma nel caso di Elden Ring la situazione sembra stia leggermente trascendendo la normalità, sfociando in forme di protesta decisamente sopra le righe, che somigliano, come già detto, più a delle piccole crociate atte a difendere la purezza di un genere che alcuni tendono a percepire come per iniziati, nonostante ormai conti milioni di giocatori.

A emergere dal tutto è sempre il solito contrasto tra chi si è avvicinato al fenomeno quando ancora non era di massa e chi lo ha scoperto in un secondo momento, seguendo magari il cicaleccio del web. L'attitudine dei primi è quella di sentirsi come dei giocatori puri, che devono combattere, anche aspramente, contro i secondi, considerati come degli infedeli, convertendoli al loro verbo o bruciandoli su dei roghi ideali. Chissà se queste persone si divertono davvero a giocare o se invece vanno soltanto alla ricerca di un modo per affermare la loro identità incerta.