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Elon Musk, in tribunale, ammette che i suoi tweet hanno fatto più male che bene a X

Il magnate ha ammesso che i post sulla piattaforma di sua proprietà X, ex-Twitter, potrebbero aver danneggiato finanziariamente l'azienda.

Elon Musk, in tribunale, ammette che i suoi tweet hanno fatto più male che bene a X
NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   09/04/2024

I recenti post altalenanti di Elon Musk su X, precedentemente conosciuto come Twitter, continuano a tormentarlo.

Palcoscenico degli ultimi eventi è stato il tribunale, durante un caso di diffamazione intentato da un neo-laureato di 22 anni per via dei tweet in cui il magnate suggeriva, senza prove, che il giovane universitario fosse un agente federale sotto copertura coinvolto in una rissa tra gruppi di estrema destra.

In una faticosa deposizione sulla questione datata 27 marzo, resa pubblica su ordine di un giudice nonostante le obiezioni dell'avvocato del CEO, a Musk sono sfuggite dichiarazioni su fino a che punto i suoi post hanno sabotato, nel tempo, sia se stesso che la piattaforma di social media di cui è proprietario.

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'X è il luogo più accurato, tempestivo e veritiero su Internet', ha dichiarato Musk
"X è il luogo più accurato, tempestivo e veritiero su Internet", ha dichiarato Musk

Il ventiduenne Ben Brody ha citato in giudizio Musk per diffamazione lo scorso autunno.
L'accusa era che il CEO di Tesla, attraverso i post dal suo profilo su X, avesse alimentato una teoria complottista che identificava erroneamente Brody come parte di una rissa tra due gruppi di neo-nazisti nell'Oregon.

Il giovane, che si trovava in California e somigliava solo vagamente a uno dei partecipanti alla rissa, si è ritrovato al centro dell'attenzione passando rapidamente dalla padella alla brace: alcuni utenti che hanno visto le immagini e creduto alle parole dei tweet hanno ipotizzato che la rissa fosse un'operazione di false flag, un incidente inscenato, e che Brody fosse un agente governativo infiltrato.

Interrogato da Mark Bankston, l'avvocato del giovane, riguardo l'acquisizione di Twitter e su come ciò avesse influenzato il modo in cui lo utilizzava, Musk ha risposto affermando che "il modo in cui l'utilizza è rimasto invariato, sia prima che dopo l'acquisizione".

Successivamente, ha riconosciuto che mantenere quell'atteggiamento probabilmente ha fatto più male che bene a X.

Musk ha affermato: "Posso aver finito più per danneggiare finanziariamente l'azienda che per aiutarla, ma certamente non lascio guidare i miei post da ciò che è finanziariamente vantaggioso ma da ciò che credo sia interessante o importante o divertente per il pubblico".

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Musk ha risposto a un post che conteneva un video della rissa e ha suggerito che Brody facesse parte di un'operazione 'false flag'
Musk ha risposto a un post che conteneva un video della rissa e ha suggerito che Brody facesse parte di un'operazione "false flag"

Musk ha interagito con gli utenti che promuovevano la teoria complottista su X, concordando con le loro conclusioni che la rissa fosse probabilmente una manovra inscenata.

Durante il processo, in più occasioni il magnate ha manifestato dubbi sulle motivazioni per cui Brody lo stava citando in tribunale e sui dettagli fondamentali del caso.

Ad un certo punto, ha accusato che i suoi avversari stessero usando la causa come pretesto semplicemente per "cercare di ottenere molti soldi".

Musk ha anche espresso di non ritenere Brody in uno stato di pericolo tale da "essere costretto ad evacuare la propria casa", pertanto non avrebbe subito un "danno significativo" a causa delle false accuse che ha contribuito a diffondere.

"Le persone vengono attaccate tutto il tempo nei media, online, sui social media, ma è raro che ciò abbia effettivamente un impatto negativo significativo sulla loro vita", ha dichiarato Musk.

Musk ha anche confessato di essere il proprietario di un account fake chiamato @ermnmusk, dove impersonava il proprio figlio bambino. Motherboard e diversi altri media hanno scoperto quest'account misterioso l'anno scorso.

Tra le ammissioni recenti del magnate, c'è anche quella relativa all'utilizzo della ketamina, a suo dire negli interessi degli investitori. Infine, l'avvocato Bankston, affrontando il nucleo della questione, ha ottenuto da Musk l'ammissione che questi non aveva fatto nulla per verificare in modo indipendente l'identità della persona erroneamente identificata come Brody prima di pubblicare il tweet presumibilmente diffamatorio.