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Epic Games Store: il launcher ruba dati dai profili Steam? La risposta di Epic

Epic ammette che il launcher di Epic Games Store effettua una sorta di datamining sui profili Steam degli utenti, ma nega le potenziali conseguenze rischiose di questo sistema.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   15/03/2019

Sembra confermato il fatto che il launcher di Epic Games Store effettua una scansione della libreria e di altri dati appartenenti al profilo Steam degli utenti, a quanto pare trasmettendoli ad Epic Games, ma questo non avrebbe a che fare con motivi di marketing o spionaggio di qualsiasi tipo, assicura la compagnia, quanto piuttosto con l'implementazioni di funzionalità social.

Secondo varie fonti, è emerso che il launcher di Epic Games Store al lancio effettua una scansione dei processi in corso sul PC e cerca certificati e DLL senza che la cosa venga resa nota in maniera palese. Pare inoltre che i dati raccolti riguardanti la presenza di processi e firme legate a giochi nel catalogo Steam dei vari utenti vengano poi trasmessi a Epic Games, per motivi non chiari.

A questo ha risposto il VP della divisione engineering di Epic Games, Daniel Vogel. Questi ha riferito che la questione è stata usata dal programma "Support-A-Creator" per consentire il pagamento dei tributi ai creatori di contenuti, in modo da tracciare le statistiche. L'accesso ai cookies e ai certificati viene spiegato come un normale processo all'avvio di un browser web, considerando che l'interfaccia utente del launcher di Epic Game Store deriva in gran parte dalla tecnologia di Chromium.

Per quanto riguarda la raccolta dei dati riferiti a Steam, in particolare, si incentra sulla possibilità di importare gli amici di Steam, cosa che il software esegue "con l'esplicita richiesta di permessi" da parte dell'utente. Il launcher effettua una copia locale codificata del file Steam localconfig.vdf, ma questa viene inviata ad Epic solo se si decide di effettuare l'importazione della lista amici e a quanto pare solo i dati relativi a questa vengono condivisi.

Vogel ha inoltre risposto alle preoccupazioni sul fatto che i dati personali degli utenti possano finire a Tencent, che controlla parte di Epic Games, e di conseguenza anche al governo cinese, sostenendo che nessun dato personale viene condiviso con partner esterni o azionisti. Anche Tim Sweeney, uomo Epic spesso lanciatosi in passato in accuse contro le varie corporazioni sulle limitazioni di libertà derivanti dalla concentrazione del potere e delle informazioni, ha ribadito le posizioni di Vogel, capendo alcune preoccupazioni degli utenti e spiegando che questo sistema di Epic Game Store è derivato dalla volontà di inserire elementi social nei primi periodo di Fortnite, assicurando peraltro di voler risolvere la questione adottando sistemi diversi, più sicuri e palesi per l'accesso ai dati degli utenti.