Facebook ha da anni un grosso problema di controllo dei gruppi di propaganda di estrema destra sui suoi social, problema che ha sempre affrontato blandamente in nome del laissez-faire e della grossa mole di interazioni che questi producono. Parliamo ovviamente della destra estrema, non della destra democratica (chiariamo subito per togliere spazio a ogni dubbio).
Recentemente in USA si è verificato il caso del video falsificato di Nancy Pelosi, che Facebook non ha voluto rimuovere in nome della libertà degli utenti di farsi da soli un'opinione, come se i contenuti di un falso debbano essere oggetto di dibattito.
Comunque sia è soprattutto in Europa che la situazione sembra essere completamente fuori controllo, come denunciato dalla ricerca Fakewatch dell'organizzazione Avaaz, che si occupa proprio di monitorare l'informazione sui social network, individuando i gruppi che spargono notizie false.
Per le elezione europee del 2019, quelle appena concluse, ne ha tracciati più di cinquecento, seguiti complessivamente da 32 milioni di persone e capaci di produrre più di 67 milioni di interazioni. Dopo il report di Avaaz, Facebook ne ha chiuse appena 77, dando però la notizia in pompa magna. La situazione si è ripetuta più volte portando a una situazione paradossale: il colosso Facebook non monitora i suoi contenuti, ma lascia l'incombenza ad un'associazione terza, appunto Avaaz, formata da appena trenta persone.
Comunque sia, la conferma dell'infestazione dei gruppi di estrema destra su Facebook è arrivata da Facebook stessa, che nel suo Community Standards Enforcement Report parla di 2,19 miliardi di account falsi cancellati durante i primi tre mesi del 2019. Nello stesso trimestre del 2018 erano stati soltanto 1,2 miliardi. Evidentemente l'attività di propaganda di questi gruppi si è intensificata in vista delle elezioni europee.