Il boicottaggio di Facebook è ufficialmente cominciato, e ha coinvolto già 750 aziende e società provenienti da tutto il mondo. Mark Zuckerberg vorrebbe convincerli ad abbandonare il boicottaggio... ma in realtà non ci starebbe mettendo troppo impegno.
Partiamo dall'inizio, come si conviene: da dove è nato questo scontro tra aziende e Facebook? Dai recenti disordini che hanno sconvolto gli USA nel mese di giugno 2020: adesso le società chiedono a Mark Zuckerberg di controllare maggiormente il proprio social network. Facebook deve diventare in grado di tenere d'occhio i propri contenuti, soprattutto quelli che incitano all'odio (generale e razziale nello specifico), così da eliminarli rapidamente, prima che si diffondano creando altre problematiche e radicalizzando i disordini.
Il problema si è inizialmente manifestato con la decisione di Microsoft di eliminare le sue pubblicità da Facebook, nonostante il recente accordo tra Mixer e Facebook Gaming. Il problema per le aziende, infatti, non è soltanto la presenza su Facebook di contenuti razzisti o che incitano all'odio, ma la loro comparsa proprio accanto alle inserzioni pubblicitarie. In questo modo l'utente associa le due cose, e ciò "danneggia" l'immagine della società che paga l'inserzione.
Dunque i problemi alla base del boicottaggio sono diversi ed eterogenei, ma tutti concordi sul fatto che Mark Zuckerberg non sia in grado di controllare i contenuti della propria piattaforma. Del resto l'attuale amministratore delegato non sembra aver fatto impazzire gli investitori con le sue dichiarazioni, né aver convinto gli inserzionisti: ha sì promesso interventi e maggiori strumenti di controllo, ma anche affermato che queste dispute "rientrano all'interno del marketing" e che le società "torneranno al business, come sempre".
Sarà: ma intanto anche PlayStation ha rimosso le sue pubblicità da Facebook ed Instagram.
Facebook vuole convincere gli inserzionisti ad abbandonare il boicottaggio
Circa 750 aziende e società stanno boicottando Facebook, minacciando di togliere le loro pubblicità dal social network: cosa succede?