Due processori AMD Ryzen 9 9950X si sono guastati nell'arco di sei mesi durante test estremi della libreria open source GMP (GNU Multiple Precision Arithmetic Library), utilizzata per calcoli ad alta precisione. A riportarlo è stato lo stesso autore del progetto, Torbjörn Granlund, che ha descritto i problemi riscontrati e le circostanze in cui i processori hanno ceduto.
Il primo guasto è avvenuto a febbraio, il secondo ad agosto, entrambi su sistemi basati su schede madri ASUS. Granlund ha osservato che le CPU mostravano segni visibili di scolorimento nella parte inferiore, probabilmente a causa del surriscaldamento. Secondo il ricercatore, le condizioni operative non erano ideali: il case aveva una ventilazione limitata e il dissipatore non era all'altezza di gestire i carichi estremi imposti dalla libreria GMP.
Il commento di Granlund
Granlund in una recente intervista a The Register ha commentato:
"Sto ricostruendo il sistema in un case molto migliore, con un dissipatore più grande ed eseguirò uno script che controlla regolarmente la temperatura della CPU. Un terzo processore 9950X morto non sarebbe divertente."
Il team GMP ipotizza che la causa principale dei guasti possa essere legata a loop molto serrati dell'istruzione MULX, che porterebbero i core Zen 5 a consumare più energia del previsto, generando calore oltre le capacità di smaltimento del sistema di raffreddamento. È per questo che gli sviluppatori della libreria hanno invitato alla cautela chi utilizza i processori Ryzen di nuova generazione per test intensivi.
L'indagine di AMD
Granlund ha sottolineato come in oltre 30 anni di attività non gli fosse mai capitato di bruciare una CPU. Dal canto suo, AMD ha già raccolto le due CPU difettose e avviato un'analisi interna per comprendere meglio le cause.
Un portavoce dell'azienda ha ricordato che in passato i casi di processori "bruciati" erano spesso legati a schede madri che non rispettavano le specifiche tecniche raccomandate, ma ha escluso che la situazione con GMP sia collegabile a quei problemi, almeno fino a verifiche concluse. Per gli utenti consumer non sembrano esserci rischi immediati.