Un blackout dei servizi AWS nella notte del 20 ottobre ha avuto conseguenze piuttosto insolite: centinaia di proprietari dei letti intelligenti Eight Sleep Pod, dal costo di oltre 2.000 dollari, si sono ritrovati nel cuore della notte su materassi bollenti o bloccati in posizione verticale. L'episodio ha evidenziato uno dei limiti più discussi della smart home moderna: la totale dipendenza dal cloud.
Il crash di AWS e l’impatto sugli utenti Eight Sleep
Il malfunzionamento è iniziato intorno alle 3:00 del mattino (ET), quando Amazon ha segnalato "aumenti nei tassi di errore e nella latenza" nella regione US-EAST-1. Nel giro di poche ore, Downdetector ha registrato oltre otto milioni di segnalazioni da parte di utenti colpiti, con ripercussioni su app, giochi e piattaforme bancarie. Tra i servizi più colpiti, Eight Sleep, il marchio noto per i suoi letti con raffreddamento a circuito d'acqua e sensori biometrici, si è trovato improvvisamente offline.
Senza connessione ai server AWS, gli utenti hanno perso l'accesso all'app di controllo, lasciando i letti impostati sull'ultima configurazione attiva. Alcuni Pod hanno smesso di raffreddare, altri si sono surriscaldati fino a nove gradi sopra la temperatura ambiente, mentre in diversi casi i meccanismi di inclinazione sono rimasti bloccati.
Sicurezza e critiche sulla dipendenza dal cloud
Il problema ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità dei dispositivi IoT completamente legati ai servizi cloud. Alcuni utenti hanno definito i loro letti "bricked", chiedendo un piano di emergenza che consenta il funzionamento locale in caso di blackout dei server. Eight Sleep non è nuova alle polemiche: un rapporto del 2024 aveva già segnalato chiavi AWS esposte che avrebbero potuto consentire l'accesso remoto non autorizzato ai dispositivi degli utenti.
Il CEO di Eight Sleep, Matteo Franceschetti, ha pubblicato un messaggio ai clienti assicurando una risposta immediata: "Lavoreremo giorno e notte per introdurre una modalità di emergenza offline il prima possibile."