La versione PC di Final Fantasy 7 Rebirth è molto promettente, ma allo stato attuale è piena di problemi, per quella che appare essere una conversione non proprio ottimale. A dirlo è stata Digital Foundry, testata specializzata in analisi tecniche dei videogiochi, vero e proprio punto di riferimento sulla materia.
Cosa non va
Le prime critiche riguardano il menù di configurazione, in cui non ci sono molte opzioni e in cui non vengono spiegati i vari settaggi, ossia non viene detto come vanno a incidere sulle prestazioni e la qualità dell'immagine. Inoltre mancano alcune funzioni base, come il supporto per i monitor ultra-wide, la modalità a schermo interno (c'è in finestra senza bordi) o il framerate sbloccato (massimo 120fps).
Per quanto riguarda il gioco vero e proprio, dal confronto con le versioni PS5 e PS5 Pro emergono luci e ombre. Il pop-in degli oggetti è ridoto e c'è la possibilità di aumentare il livello di dettaglio e usare un sistema di illuminazione migliorato. La resa finale, comunque, è molto simile a quella console.
A fare la differenza sono alcune tecnologie come DLSS, che aiutano a mantenere elevata la qualità dell'immagine, a fronte di ottime prestazioni. Peccato che il tutto venga rovinato da altri fattori, come la compilazione degli shader che, pure fatta in fase di caricamento, non è completa e può causare problemi prestazionali durante il gameplay. Si parla di scatti e rallentamenti, che spariscono ricaricando le aree interessate. La cosa si nota meno su CPU più potenti e limitando il framerate a 60fps, ma è comunque fastidiosa.
La conclusione di Digital Foundry è che si tratta di una conversione migliore di Final Fantasy 7 Remake Intergrade, ma allo stesso tempo mostra come Square Enix abbia ancora ampi margini di miglioramento su PC.
Per altri dettagli, vi rimandiamo al nostro speciale dedicato alla versione PC di Final Fantasy 7 Rebirth.