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L'autore di Chrono Trigger e Xenogears odiava i videogiochi, ma poi ne ha trovato uno speciale

Masato Kato ha svelato un particolare retroscena dei suoi inizi di carriera: nonostante sia diventato poi autore di pietre miliari come Chrono Trigger e Xenogears, inizialmente odiava i videogiochi.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   14/07/2025
I protagonisti di Chrono Trigger

In un'intervista pubblicata da Denfaminicogamer, Masato Kato ha svelato un particolare retroscena della sua carriera: nonostante sia un celebre autore di sceneggiature e director, responsabile anche della storia di Chrono Trigger e Xenogears, ha riferito di aver sempre odiato i videogiochi, finché non ne ha conosciuto uno veramente speciale.

Questo gioco particolare era Dragon Quest, serie che gli ha fatto cambiare visione sui videogiochi e di fatto l'ha instradato sul lavoro di autore di testi e director di giochi, alcuni dei quali sono poi entrati nella storia di questo medium.

A quanto pare, questo odio per i videogiochi era partito già all'epoca dell'università e aveva caratterizzato anche le sue prime esperienze lavorative, prima di trovare la svolta nella serie creata da Yuji Horii.

Una nuova prospettiva dopo Dragon Quest

Kato ha raccontato nell'intervista di essere sempre stato un grande lettore, e di aver dedicato ai libri gran parte del tempo libero in gioventù, proprio mentre i videogiochi stano prendendo piede come mezzo d'intrattenimento per tutti, ma questi non lo avevano mai interessato.

Masato Kato
Masato Kato

L'autore ha finalmente trovato quello che cercava con i primi Dragon Quest: si trattava infatti del primo contatto tra la struttura tipica del videogioco e una narrazione più profonda, cosa che Kato cercava da tempo ma non era ancora riuscito a trovare nella produzione videoludica giapponese dell'epoca.

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Da lì in poi, la situazione è completamente cambiata grazie al genere RPG: "I giochi di ruolo erano completamente diversi", spiega Kato nell'intervista. "In un RPG, il giocatore diventa il protagonista e può vivere in prima persona la storia".

"Anche se tecnicamente si tratta di un percorso lineare in cui si innescano eventi e si segue un percorso prestabilito, il giocatore può muoversi liberamente, scegliere di combattere, fuggire, fermarsi in una locanda e vivere la storia di salvare il mondo. Questo concetto mi ha davvero stupito".