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L'ONU accusa Google, Amazon e Microsoft di essere complici del genocidio a Gaza

Una presa di posizione molto forte arriva direttamente dall'ONU che ha accusato le grandi Big Tech, come Google, Amazon e Microsoft di essere complici del terribile genocidio del popolo palestinese a Gaza.

NOTIZIA di Francesco Messina   —   07/07/2025
Bandiera ONU

Purtroppo, spesso, tecnologia e politica si incrociano e quando succede non sempre i risultati sono entusiasmanti o positivi. Spesso, quando le Big Tech entrano a far parte dei discorsi politici, il rischio che qualcosa di estremamente negativo e delicato sia in gioco è molto elevato.

Questo è il caso dell'ultimo rapporto dell'ONU che ha accusato alcune delle più grandi aziende del mondo - tra cui Amazon, Google e Microsoft - di star traendo dei benefici e dei profitti dal genocidio del popolo palestinese attualmente (in realtà, più che attualmente sarebbe più corretto dire "che molti anni è") in corso a Gaza.

L'ONU contro le Big Tech al fiano dei palestinesi

Il documento è stato pubblicato il 30 giugno 2025 da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Il rapporto si intitola "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio" e parla di una vera e propria "impresa criminale collettiva" in cui 48 aziende in vari settori - tra cui tecnologia, armi, banche, turismo e costruzioni - partecipano direttamente o indirettamente alla violenza contro i palestinesi.

Amazon / Microsoft
Amazon / Microsoft

In particolare, Google, Microsoft e Amazon forniscono tecnologie cloud e di intelligenza artificiale al governo e all'esercito israeliano tramite il progetto Nimbus, un contratto da 1,2 miliardi di dollari. Queste tecnologie permettono all'esercito israeliano di gestire dati, sorvegliare e colpire in modo più preciso, come ha ammesso anche un colonnello dell'IDF: "È una piattaforma che è un'arma".

"Genocidio guidato dall'AI"

Il rapporto, inoltre, accusa queste aziende di aver reso possibile "il primo genocidio guidato dall'AI e trasmesso in diretta", proteggendo allo stesso tempo Israele da controlli esterni grazie alla sovranità sui dati. Anche aziende produttrici di armi, come Elbit Systems, Lockheed Martin e Palantir, hanno visto aumentare i profitti grazie all'aumento della spesa militare israeliana.

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Il documento chiama in causa anche banche come Barclays, fondi di investimento come BlackRock e Vanguard, e persino siti come Airbnb e Booking.com per il loro ruolo nel sostenere le colonie illegali israeliane in Cisgiordania. L'ONU chiede embargo sulle armi, sanzioni alle aziende complici e riparazioni per i danni causati.