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Mediaworld: multa da 3,6 milioni per offerte ingannevoli, la compagnia risponde [aggiornata]

L'antitrust ha deciso di multare Mediaworld per 3,6 milioni di euro, a causa dei prodotti abbinati e di alcune offerte ingannevoli: ora la compagnia ha risposto.

L'organo antitrust italiano, Agcm, ha deciso di multare Mediamarkt, la società della catena Mediaworld, per offerte ingannevoli e per l'abbinamento di prodotti obbligatori ad altri in offerta, tra i quali PS5 di Sony. La sanzione ammonta a 3,6 milioni di euro ed è arrivata dopo un'accurata indagine che ha dimostrato i comportamenti scorretti verso i consumatori.

Aggiornamento 04/11. MediaWorld ha pubblicato una dichiarazione ufficiale in merito alla multa ricevuta tramite la quale afferma che il provvedimento è infondato e che farà ricorso.

Ecco la dichiarazione integrale di MediaWorld così come è stata condivisa: "MediaWorld, marchio di Mediamarket SpA, ha ricevuto un provvedimento sanzionatorio da parte di AGCM, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

L'azienda non condivide le motivazioni alla base del provvedimento ritenendolo del tutto infondato e, pur mettendosi a completa disposizione dell'Autorità, effettuerà ricorso nei confronti di tale decisione.

Nel corso del 2022, tra l'altro, MediaWorld ha implementato una serie di azioni per aumentare ulteriormente la trasparenza della comunicazione commerciale presso tutti i propri punti vendita distribuiti sul territorio italiano.

MediaWorld da 30 anni è a fianco dei clienti per favorire la conoscenza e la diffusione della tecnologia, operando nel pieno rispetto delle normative e mettendo il cliente al centro della sua strategia, attraverso soluzioni, servizi ed esperienze di qualità."

PS5 con estensione di garanzia
PS5 con estensione di garanzia

Notizia originale: Come funzionava la cosa? A spiegarlo è stato il documento di 29 pagine redatto e pubblicato dall'ente regolatore. Sostanzialmente il cliente andava alla ricerca di uno dei prodotti in offerta sul volantino ed era costretto ad acquistare un secondo prodotto collegato per averlo. Gli esempi sono diversi, come degli smartphone venduti con pellicole protettive già applicate che facevano salire il prezzo di 25€, o PC, fissi e portatili, venduti con software pre-installati mai richiesti, oltretutto completamente gratuiti se scaricati dalla rete, per esborsi superiori rispetto al prezzo del cartellino di 29,9o€. Anche i televisori venivano venduti con servizi non richiesti obbligatori, come quello "pronto all'uso", dal costo di partenza di 14,90€, che poteva salire fino a 69,90€. Sostanzialmente si pagava per il primo avvio con ricerca dei canali.

Ma i trucchetti erano davvero molti, tanto da far pensare a una strategia ben studiata per l'intera catena, mirata a vendere prodotti che i clienti semplicemente non volevano. Ad esempio in alcuni cestoni con scritto "offerta" erano abbinati insieme due prodotti, con indicato un solo prezzo. Quando però il cliente arrivava in cassa, scopriva di dover pagare a parte il prodotto accessorio.

Parlando di PlayStation 5, la console veniva venduta insieme a un'estensione obbligatoria della garanzia. Di fronte alle proteste di alcuni clienti, i dipendenti hanno spiegato che si trattava di un'indicazione della Direzione Generale e che loro non ci potevano fare niente.

Le indagini hanno portato a scoprire email con le istruzioni per la creazione di queste offerte ingannevoli. Ad esempio per una campagna promozionale di Apple del 2021, un'email interna parla di vendita congiunta come obiettivo principale della stessa: "è FONDAMENTALE e ripeto FONDAMENTALE spingere sugli attach con gli accessori". Dopo le istruzioni su come allestire le offerte, veniva quindi ribadito: "Non deve uscire un IPAD senza Pencil! 100% ATTACH DI OBIETTIVO".

Questi sono soltanto alcuni degli indizi raccolti dagli investigatori addetti all'indagine, tali e tanti da aver spinto l'Agcm a spiegare nella motivazione della sanzione che Mediaworld: "ha utilizzato modalità ingannevoli per promuovere alcuni prodotti, spesso presentati come in promozione -sia nei volantini sia nei cartelli posizionati nei negozi- che invece venivano abbinati e venduti insieme ad un prodotto accessorio. In questo modo il consumatore pagava un prezzo superiore e diverso rispetto a quello pubblicizzato. Mediamarket ha altresì attuato pratiche scorrette e aggressive che imponevano al consumatore l'acquisto anche di prodotti accessori che non avrebbe altrimenti acquistato, sostenendo così un costo supplementare non previsto".