Immaginate un mondo in cui i videogiocatori non avessero l'obbligo di acquistare sempre nuove piattaforme da gioco, potendo giocare sempre a tutto ciò che esce sul mercato, in base ai loro desideri. Niente PS5 per giocare a Final Fantasy XVI, niente Xbox, o PC o cloud per giocare a Starfield, Niente Nintendo per giocare a The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. Un mondo con una sola piattaforma da gioco sulla quale avere tutto.
Immaginate anche di essere sviluppatori e di non dovervi preoccupare di ottimizzare per più piattaforme, ma di avere un hardware ben definito come target. Inoltre niente accordicchi sottobanco con i produttori console. Niente team multipli per curare ciascuna piattaforma. Niente gicoatori che ti minacciano di morte perché non potranno giocare al tuo titolo.
Le parole di Yoshida
"Le varie piattaforme da gioco... probabilmente non dovrei dirlo, ma vorrei che ce ne fosse una sola. Sarebbe meglio sia per gli sviluppatori che per i giocatori". Quello preconizzato da Naoki Yoshida, il produttore di Final Fantasy XVI, è un'utopia in cui non esisterebbe console war e i problemi di sviluppo sarebbero infinitamente minori per tutti. I costi si ridurrebbero, i giochi uscirebbero generalmente più puliti e non si perderebbe più troppo tempo a parlare di hardware e affini, perché la piattaforma si evolverebbe contemporaneamente per tutti.
Ovviamente non è un mondo possibile, perché bisognerebbe far convergere gli interessi di tutti i produttori hardware verso un unico punto e, come capirete, è più facile che l'industria dei videogiochi fallisca che si arrivi a un accordo tra così tanti attori differenti.
Il cloud potrebbe essere la tecnologia giusta per frenare la dittatura dell'hardware, ma in molti guardano con grande sospetto ai vari tentativi fatti finora, nonostante i resoconti più che positivi emersi negli ultimi anni. Va detto che anche i fornitori di servizi stessi tendono a creare recinti, per provare a rendersi più appetibili rispetto ai concorrenti. Non c'è speranza, quindi? Attualmente diremmo proprio di no, anche perché che convenienza avrebbero produttori come Nintendo, Sony e Microsoft a fondere le loro piattaforme? A meno che il mercato non viri, accentuando la crisi del sistema tradizionale, è improbabile che qualcosa accada nel breve e nel medio periodo.
Insomma, quello della piattaforma unica è destinato a rimanere un sogno. Yoshida non è il primo a parlarne, qualcuno ne parlerà ancora in futuro, ma alle condizioni attuali possiamo considerarlo giusto un desiderio impossibile espresso ad alta voce, nonostante gli indubbi vantaggi che comporterebbe.